Buongiorno a tutti. Benvenuti all'odierna seduta di Question Time.
Ricordo che le interrogazioni iscritte all'ordine del giorno dell'odierna seduta verranno discusse per omogeneità di materia e che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente, l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti.
Non sono arrivate richieste di rinvio, quindi, si discuteranno tutte le interrogazioni presenti all'ordine del giorno.
Grazie Presidente. Devo sottolineare, prima di illustrare la relazione, che questa è stata depositata il 6 ottobre e per vari motivi, anche concordandoli con l'Assessore Bonavitacola, è stato ulteriormente e più volte rimandata.
Devo precisare che rispetto alla materia, alle cose che avevo detto e chiesto, che poi illustrerò, alla fine sono risultato quasi uno che ci aveva azzeccato in tutto.
Premesso che
il tema dell'ambiente e del dissesto idrogeologico rappresentano una emergenza del secolo e si rendono improcrastinabili interventi tesi alla rimozione di situazioni che possono degenerare ed esplodere nelle più svariate forme. Il fiume Volturno, un corso d'acqua importantissimo per storia e principale fonte di approvvigionamento idrico per l'agricoltura, rappresenta una fonte insostituibile anche per la zootecnia dell'intera area del percorso. Risalendo il fiume per vari chilometri si assiste, lungo gli argini, ad una situazione di insopportabile forte degrado (erbe, cespugli, alberi morti e salici invasivi), una bomba ecologica; sono anni che la popolazione dei luoghi interessati denuncia lo stato di abbandono e, quindi, la richiesta di un intervento di bonifica del fiume. Una riqualificazione dell'intero corso d'acqua può e deve essere posta in essere dalla Regione Campania, mediante interventi atti a rimediare a questa situazione che ha portato il Volturno a diventare un problema, invece che una potenziale risorsa.
Considerato che
sulla scorta di puntuali denunzie di residenti, degli ultimi mesi, bisogna elaborare una strategia volta a conciliare una serie di interessi diversi; quello primario è naturalmente di monitorare e bonificare gli scarichi che, ad oggi, vengono immessi sia nel fiume Volturno che nei suoi affluenti, poi pensare a come ridurre il rischio di inondazioni mediante la pulizia del letto del fiume dalle macerie e favorendo la ripopolazione ittica; inoltre individuare come priorità il mantenimento della vegetazione esistente, creando quindi strutture attrattive per agevolarne la fruibilità da parte dei cittadini, realizzando percorsi ambientali per passeggiate naturalistiche, aree per esercizi motori e di benessere. Insomma creare le occasioni per una possibilità di sviluppo turistico.
Tanto premesso e considerato si interroga l'Assessore all'Ambiente sull'attività svolta dai competenti Uffici regionali e di conoscere i tempi di un eventuale intervento teso a rimuovere l'attuale stato di degrado del fiume e ripristinare la fruibilità ai cittadini dei luoghi che si affacciano sull'intero percorso del fiume Volturno.
Caro Assessore, questo è quanto scrivevo il 6 ottobre. Le cronache degli ultimi giorni hanno aggiunto altri problemi, aspetto la sua risposta e poi faccio delle mie considerazioni. Grazie.
Grazie. L'altra seduta chiesi il rinvio perché l'istruttoria degli uffici, pur corretta, non sembrava esaustiva. Quest'istruttoria era incentrata su un dato vero, cioè che le competenze per una vicissitudine normativa che non sto qui a riprendere, in materia di manutenzione del Volturno, sono attribuite alla Provincia di Caserta.
Non mi sembrava sufficiente questo piccolo pingpong di responsabilità perché credo che di fronte a problemi di tale rilevanza, che riguardano profili di sicurezza e anche di natura economico sociale, quegli effetti che i fenomeni esondativi possono determinare sulle aree circostanti, mi è sembrato giusto chiedere agli uffici un approfondimento ulteriore per capire in che modo concretamente la Regione Campania può intervenire.
Poi, i fatti si sono dati cura di accelerare le cose e anche di rendere necessaria un'ulteriore riflessione, quindi, distinguerò la risposta, nel tempo breve che mi è consentito, in una risposta all'interrogazione e di un breve aggiornamento sulle vicende dei giorni scorsi, dove abbiamo avuto i fenomeni di esondazione che sono ben noti.
Non leggerò tutti i testi che consegnerò brevi manu all'interrogante. Il Volturno è il fiume più importante dell'Italia meridionale, con 175 chilometri, ed è un fiume attorno al quale si sviluppano vite di comunità, attività economiche e relazioni sociali importanti. In particolare, la Regione ha programmato e finanziato importanti interventi per la riduzione del rischio di inondazione nella parte terminale, in particolare Cancello e Arnone e Castel Volturno sono stati interessati da interventi di sistemazione degli argini e dell'alveo del fiume per la riduzione del rischio inondazione, un accordo di programma quadro del lontano 2005, un importo di 15 milioni di euro lavori completati.
Di recente c'è stata la rifunzionalizzazione dello scolmatore Lavapiatti con riprofilatura dell'imbocco, quindi, con interventi di ulteriori 6 milioni di euro e con progettazioni ulteriori in corso.
Poi, vi è stata l'aggiudica delle opere di difesa delle masse fluviali della Piana del Basso Volturno, scolmatore Fiumarella, con un importo di 2,6 milioni di euro, lavori aggiudicati e prosegue una lunga serie di interventi che consegnerò all'interrogante.
La nostra riflessione è che al di là della primaria competenza della Provincia di Caserta occorre creare una filiera di collaborazione istituzionale e individuiamo nel contratto di fiume uno strumento previsto dal Codice dell'Ambiente il modello giuridico più adeguato per una programmazione di interventi importanti.
È inutile dire che il tema Volturno si inserisce nel tema dei grandi cambiamenti climatici che determineranno, sempre di più, criticità che non conosciamo e che nel recente passato, magari, erano episodi assolutamente occasionali. Quest'occasionalità sarà sempre di più ripetitività con la quale dovremo coesistere, convivere e dovremmo cercare di fare i conti nel miglior modo possibile. In particolare, abbiamo avuto - e concludo - i fenomeni delle settimane scorse, per le quali la Protezione Civile ha predisposto una serie di interventi, proprio in conseguenza delle piogge intense che si sono verificate dal 17 gennaio 2023, che hanno raggiunto picchi di oltre 200 millimetri in 24 ore. Fenomeni metereologici di particolare eccezionalità. Il fiume Volturno ha subito un innalzamento in quei giorni del livello idrometrico di oltre 8 metri a Capua e Grazzanise, di oltre 7 metri a Cancello Arnone e di oltre 3 metri a Castel Volturno.
La Protezione Civile è prontamente intervenuta, su richiesta dei Sindaci, ha inviato 80 volontari con idrovore e sacchi di sabbia, soprattutto a Capua, ove sono ancora operativi 35 volontari.
Su richiesta del Consorzio di Bonifica del Bacino inferiore del Volturno, la Protezione Civile regionale ha finanziato un intervento di somma urgenza per 150 mila euro al fine di riparare una rotta arginale a Cancello Arnone.
L'evento alluvionale, in verità, per le settimane interessate, non ha riguardato solo l'area del Volturno, ma anche altre Province, per cui, si è reso necessario un coordinamento di soccorsi per fronteggiare diverse situazioni determinatesi sul territorio regionale.
Nei prossimi giorni, non appena terminata la ricognizione delle tante richieste d'intervento, si procederà a predisporre la documentazione propedeutica alla richiesta di uno stato di emergenza nazionale che, come voi sapete, deve essere dichiarato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 23 del Codice di Protezione Civile.
Cosa diversa, invece, dallo stato di calamità. I due concetti, a volte, vengono confusi, sono due modelli giuridici d'intervento diversi: l'emergenza riguarda gli interventi per il ripristino della regolare condizione di vivibilità e di agibilità, d'infrastrutture e relazioni sociali dopo una calamità, invece, lo stato di calamità in senso stretto, in senso giuridico, è quello che viene proclamato quando ci sono danni ad un settore specifico che è l'Agricoltura. In questo caso c'è una normativa particolare che regola le forme di ristoro previste.
Ho concordato con i Sindaci di Capua, di Cancello Arnone, di Grazzanise, i Sindaci dei Comuni interessati, un incontro operativo per venerdì mattina che si terrà proprio qui al ventunesimo piano alle ore 10.00. È un incontro che abbiamo concordato perché vogliamo fare il punto sia per gli aspetti d'intervento per l'emergenza sia per quello che riguarda l'impostazione degli strumenti d'intervento più urgenti, soprattutto degli argini che presentano maggiori criticità.
Credo che lo strumento del contratto di fiume, come suggerito dagli uffici regionali sia appropriato allo scopo e su questo discuteremo con i Sindaci in quest'incontro. Naturalmente sarà mia cura, poi, informare il Consigliere e anche il Consiglio nel suo complesso degli esiti di questo confronto. Grazie.Il fiume Volturno ha subito un innalzamento in quei giorni del livello idrometrico di oltre 8 metri a Capua e Grazzanise, di oltre 7 metri a Cancello Arnone e di oltre 3 metri a Castel Volturno.
La Protezione Civile è prontamente intervenuta, su richiesta dei Sindaci, ha inviato 80 volontari con idrovore e sacchi di sabbia, soprattutto a Capua, ove sono ancora operativi 35 volontari.
Su richiesta del Consorzio di Bonifica del Bacino inferiore del Volturno, la Protezione Civile regionale ha finanziato un intervento di somma urgenza per 150 mila euro al fine di riparare una rotta arginale a Cancello Arnone.
L'evento alluvionale, in verità, per le settimane interessate, non ha riguardato solo l'area del Volturno, ma anche altre Province, per cui, si è reso necessario un coordinamento di soccorsi per fronteggiare diverse situazioni determinatesi sul territorio regionale.
Nei prossimi giorni, non appena terminata la ricognizione delle tante richieste d'intervento, si procederà a predisporre la documentazione propedeutica alla richiesta di uno stato di emergenza nazionale che, come voi sapete, deve essere dichiarato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 23 del Codice di Protezione Civile.
Cosa diversa, invece, dallo stato di calamità. I due concetti, a volte, vengono confusi, sono due modelli giuridici d'intervento diversi: l'emergenza riguarda gli interventi per il ripristino della regolare condizione di vivibilità e di agibilità, d'infrastrutture e relazioni sociali dopo una calamità, invece, lo stato di calamità in senso stretto, in senso giuridico, è quello che viene proclamato quando ci sono danni ad un settore specifico che è l'Agricoltura. In questo caso c'è una normativa particolare che regola le forme di ristoro previste.
Ho concordato con i Sindaci di Capua, di Cancello Arnone, di Grazzanise, i Sindaci dei Comuni interessati, un incontro operativo per venerdì mattina che si terrà proprio qui al ventunesimo piano alle ore 10.00. È un incontro che abbiamo concordato perché vogliamo fare il punto sia per gli aspetti d'intervento per l'emergenza sia per quello che riguarda l'impostazione degli strumenti d'intervento più urgenti, soprattutto degli argini che presentano maggiori criticità.
Credo che lo strumento del contratto di fiume, come suggerito dagli uffici regionali sia appropriato allo scopo e su questo discuteremo con i Sindaci in quest'incontro. Naturalmente sarà mia cura, poi, informare il Consigliere e anche il Consiglio nel suo complesso degli esiti di questo confronto. Grazie.
Assessore, non posso non essere soddisfatto della risposta, ovviamente, perché ci siamo sentiti e il nodo da sciogliere era di chi fosse la responsabilità: Province, Comuni, Regione.
Le ricordo quanto previsto da un Regolamento che recita: "Le Regioni, per quanto riguarda le competenze della Regione, per la parte di propria competenza, dispongono la redazione e provvedono all'approvazione e all'istituzione dei progetti, degli interventi delle opere da realizzare nei distretti idrografici, istituendo, ove occorre, gestioni comuni - qua ci siamo con il tavolo tecnico, con le Province e con gli eventuali Comuni -.
Provvedono all'organizzazione e al funzionamento della navigazione interna - ma questo c'interessa poco -.
Predispongono, annualmente, la relazione sull'uso del suolo e sulle condizioni dell'assetto idrogeologico del territorio di competenza e sullo stato di attuazione del programma triennale in corso e lo trasmettono al Ministero dell'Ambiente. È facile, oltretutto, il cambiamento del clima può incidere assolutamente sui disastri che succedono non solo qua in Campania, ma per quanto mi riguarda - faccio riferimento anche al Consorzio di Bacino e la Regione Campania su questo Consorzio ha il dovere del controllo - niente è stato fatto in questi anni per quanto riguarda la pulizia dei canali e per quanto riguarda tutta un'altra serie di compiti che dovevano assolvere.
Prendo per buona la sua volontà d'incontrare i Sindaci e di stabilire un programma d'interventi.
Presidente, l'Assessore ha parlato per più di 2 minuti, quindi mi prendo qualche minuto in più anche io. Fermo restando che ai cittadini non si può dire: "Adesso facciamo un tavolo tecnico per decidere".
Ai cittadini e a quelli che hanno trovato le bufale allagate e a quelli che hanno perso le attività commerciali che risposta viene data al dì là dello stato di emergenza? Cosa ha fatto? Lei mi trasferirà quello che è stato fatto in questi anni, come Regione Campania e come Assessorato all'Ambiente e, ovviamente, farò una valutazione critica delle cose fatte e delle cose che non sono state fatte, di qui, poi, la decisione sulla bontà dei compiti e dei ruoli non spetta a me deciderlo, comunque la ringrazio per la risposta, ovviamente non sono soddisfatto. Grazie.
Premesso che:
con Regolamento regionale 28 ottobre 2019, n. 11 veniva approvata la "Nuova disciplina per l'assegnazione, per la gestione e per la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica", con modifiche ed integrazioni;
con Decreto Dirigenziale della Direzione Generale per il Governo del Territorio n. 62 del 27 giugno 2022, veniva approvato l'Avviso Pubblico per l'inserimento nell'Anagrafe del Fabbisogno Abitativo e nelle relative graduatorie degli aventi diritto all'assegnazione di alloggi ERP, ai sensi del Regolamento regionale n. 11/2019 e successive modifiche ed integrazioni;
finalità dell'Avviso Pubblico, è di consentire a tutti i soggetti in possesso dei requisiti per l'accesso all'Edilizia Residenziale Pubblica di presentare domanda al fine di essere inseriti nell'Anagrafe del fabbisogno e nelle relative graduatorie e, quindi, di avere possibilità, chiaramente, di ricevere l'alloggio secondo i criteri stabiliti;
il 13 luglio 2022 veniva attivata la piattaforma telematica per presentare istanza di Iscrizione all'anagrafe del fabbisogno e, di conseguenza, di inserimento nelle graduatorie degli aventi diritto ad un alloggio pubblico; il 31 ottobre 2022 scadeva il termine entro cui i cittadini interessati, potevano presentare istanza.
Tanto premesso, Chiedo all'Assessore:
di conoscere le risultanze del citato Avviso, le successive procedure finalizzate all'assegnazione degli alloggi ERP agli aventi diritto e se le previgenti graduatorie comunali, ove esistenti, siano a tutt'oggi ancora valide, vista l'importanza e la delicatezza del tema. Grazie.
Grazie Presidente. I quesiti posti con l'interrogazione della Consigliera Gaeta sono, sostanzialmente, 2: 1) sapere il risultato dell'avviso pubblico, inserimento all'anagrafe del fabbisogno abitativo; 2) quali sono le procedure a seguito della conclusione dell'iscrizione delle domande che sono pervenute.
Sinteticamente do qualche dato, poi, nella risposta scritta predisposta dagli uffici troverà anche qualche elemento informativo maggiore che disaggrega il dato complessivo, il quale dato complessivo è di 31 mila 717 domande che sono pervenute, di queste il 70 per cento sono riferite alla Provincia di Napoli, ben il 50 per cento, la metà di tutte le domande, fanno riferimento a 10 Comuni principali, praticamente tutti della Provincia di Napoli con l'esclusione della città di Salerno e poi sono: Napoli, Giugliano, Pozzuoli, Quarto, Casoria, Marano, Melito, Casalnuovo, Torre Annunziata. Poco più di un quarto di tutte le domande, 8 mila 747, sono relative al Comune di Napoli.
Qualche altro dato interessante che cominciamo a conoscere di più la consistenza e la qualificazione di questo fabbisogno, il nucleo familiare medio, il numero di componenti medio delle domande fa riferimento al nucleo di 3,3 persone e poco meno del 15 per cento sono i nuclei monofamiliari. Infine, le istanze che sono pervenute riguardano sostanzialmente 383 Comuni della Regione Campania su 550, per gli altri 167 non si rilevano istanze.
Come si procederà a valle della chiusura e delle iscrizioni delle persone che hanno fatto domanda all'interno della piattaforma? Gli uffici, com'è previsto dal bando, fanno un'attività di controllo delle istanze che sono pervenute e dei dati limitatamente alla dichiarazione relativa all'ISEE, e questo lo possono fare per un rapporto con l'Inps, per cui, accediamo alla banca dati dell'Inps e, nel caso, correggiamo quelle dichiarazioni ISEE che non risultano coerenti con quanto registrato dall'ISEE. Quest'attività che comunque ha richiesto un tempo di elaborazione su 31 mila istanze che sono pervenute è praticamente completata. Gli uffici dichiarano che al massimo entro un'altra decina di giorni sarà definitivamente completato questo controllo, dopodiché sarà, con un decreto del dirigente, approvata la graduatoria provvisoria. Impropriamente si dice, in generale, che c'è la graduatoria regionale, in realtà da questa compilazione di 31 mila istanze riferite a tutto il territorio regionale della Campania ne deriveranno 383 graduatorie per ambiti territoriali comunali rispetto alle quali ci sarà ancora la possibilità per 30 giorni, a decorrere dalla pubblicazione sul Burc della graduatoria provvisoria, di poter fare opposizione e questo potrà avvenire con riferimento all'autorità delle opposizioni, che è un altro istituto innovativo che abbiamo previsto nel Regolamento per evitare il ricorrere a una serie giurisdizionale normale, ma per semplificare e velocizzare abbiamo istituito quest'autorità delle opposizioni che prenderà in carica e avrà 60 giorni di tempo per esprimersi sulle istanze eventuali di revisione da parte dei cittadini. Decorso anche questo termine, acquisiti gli esiti dell'attività delle autorità, verrà pubblicata la graduatoria definitiva che riguarderà Comune per Comune e sarà trasferita ai Comuni i quali dovranno, con un atto formale da parte delle Amministrazioni, prendere atto della graduatoria, comunicare contestualmente il numero degli alloggi disponibili, eventualmente anche nel caso in cui non vi fossero alloggi disponibili, e assumere l'impegno, da quel momento, di assegnare alloggi pubblici soltanto utilizzando questa graduatoria nell'eventualità di avere già un patrimonio disponibile o comunque non appena si renderanno disponibili alloggi nell'ambito del Comune.
Relativamente all'altro quesito che veniva fatto, sulla validità o meno delle graduatorie provvisorie, è già stata emanata una circolare a tutte le Amministrazioni comunali, chiarendo che nel caso vi siano graduatorie vigenti, fino alla data del 31 dicembre 2021, che erano state approvate, queste potranno essere utilizzate fino all'entrata in vigore della nuova graduatoria. Viceversa, i Comuni potranno operare soltanto per mobilità interna, ma non per assegnazione di nuovi alloggi.
Un'ultima considerazione, oltre ai numeri e il procedimento, vorrei far rilevare che questa è un'innovazione molto importante, molto profonda che abbiamo realizzato con la riforma del Regolamento e che riguarda più in generale il tema della conoscenza del fabbisogno abitativo nella Regione Campania. La piattaforma, questo strumento più efficace e moderno che abbiamo di gestione per una banca dati completa, ci consentirà, come abbiamo visto, di conoscere anche qualitativamente qual è oggi il tema del fabbisogno, della domanda di alloggi e il tema della drammaticità della questione casa in Campania per poter programmare in futuro, ancora meglio, quelle che saranno le scelte, le politiche di programmazione e di realizzazione di nuovi interventi perché possa immediatamente avere un effetto dal punto di vista di questo singolo tema, che è quello della nuova graduatoria che sostituisce le vecchie graduatorie che non erano realizzate evidentemente con questo sistema anche trasparente e molto più efficace, perché si possa compiere definitivamente questa trasformazione, non vorrei dire questa rivoluzione, occorrerà che contestualmente i Comuni ci comunichino con precisione quello che è il patrimonio disponibile, il patrimonio in generale che esiste di Edilizia Residenziale Pubblica nei singoli Comuni e che completino l'attività di istruzione delle domande di sanatoria che pendono da molto tempo, rispetto alle quali abbiamo dato nuove scadenze all'Amministrazione comunale, per completare quest'attività abbiamo cambiato il sistema di esame delle pratiche, abbiamo fornito degli strumenti, non ultimo quello finanziario per aiutare l'Amministrazione a dotarsi o di altro personale, preso all'occorrenza, o straordinario, per fare in modo che si definisca anche il quadro di quelle che sono le istanze pendenti di sanatorie e così si completi un quadro assolutamente aggiornato e nuovo in questo settore.
Ringrazio l'Assessore Discepolo per il dettaglio della risposta che ci illustra quali saranno le procedure.
Credo sia davvero importante sollecitare e sostenere i Comuni che sicuramente nella nostra Regione, in alcune delle nostre città in particolare, vivono questo problema enorme legato anche, ai tempi, perché i tempi sono decisivi rispetto al rischio assolutamente non remoto di occupazione degli alloggi disponibili. È un fenomeno che purtroppo interessa Napoli, ma non soltanto Napoli, quindi, sicuramente quel sostegno della Regione e questo tipo di procedura potranno sollecitare molto i Comuni in questo senso.
Sono certa che ci sarà anche modo di ulteriori confronti anche per approfondire e, perché no, anche per dare un contributo rispetto alla lettura di un territorio che chiaramente è estremamente complesso ed eterogeneo anche all'interno della nostra Regione. Grazie.
Grazie Presidente. La Giunta regionale, nel gennaio 2020, ha formulato indirizzo perché l'Ente partecipasse, in base alla legge 160 del 2019, a un procedimento diretto all'utilizzo di risorse disponibili appositamente stanziate per la stabilizzazione, da parte di Enti Locali, di lavoratori socialmente utili ancora in servizio.
È stato poi approvato, nel successivo dicembre 2020, un avviso che riguardava la stabilizzazione divenuta a tempo parziale.
All'esito della procedura sono risultati idonei, tra gli altri, 165 persone che lavoravano già presso gli uffici regionali.
La direzione competente ha invitato di valutare, da parte della Giunta, la stabilizzazione di queste figure. La Giunta, con delibera n. 302 del luglio 2021, ha stabilito di dare seguito a queste indicazioni e stabilizzare le 165 unità, tuttavia, prevedendo di porre a carico del Bilancio regionale un'integrazione pari a 380 mila euro, con il risultato che l'integrazione e l'assunzione a tempo parziale potesse avvenire nella misura di 10 ore e 48 minuti settimanali per ciascun lavoratore interessato. All'esito di questo provvedimento della Giunta gli uffici il 30 luglio hanno formalizzato la conclusione dei contratti in queste condizioni e in questi termini.
Il risultato dell'operazione posta in essere dall'Amministrazione regionale è che il trattamento economico, di fatto, effettivamente percepito da questi lavoratori, si traduce in uno stipendio che è leggermente inferiore ai 400 euro mensili.
Si tratta, a mio avviso, ma credo che si tratti di un avviso comune, di una cifra assolutamente insufficiente a garantire, secondo la formula costituzionale, la possibilità, per una persona, di vivere libera dal bisogno e di garantire, a se e ai propri familiari, questa ineludibile necessità.
Peraltro, va segnalato, dal punto di vista generale, che in questo caso siamo in presenza di lavoratori che da oltre 20 anni prestano la propria attività, in varie forme e in vari titoli, presso gli uffici regionali e che, di fatto, per condizionalità, per collocazione dell'orario, per la realtà del nostro mercato, hanno oggettiva impossibilità ad immaginare un'attività integrativa altrove che possa consentirgli di sopravvivere. A questo punto interrogo il Presidente della Giunta per conoscere se la Regione intende procedere, anche nell'ambito dell'economia di spesa per il personale della Giunta regionale o di qualunque altre forme di risorse disponibili, per appostare ulteriori risorse finanziarie che siano funzionali a garantire un'integrazione oraria per questi lavoratori. Grazie.
Grazie Presidente.
Ricostruisco un attimo quello che mi è stato dato e poi facciamo qualche considerazione L'articolo 1 della legge del 27 dicembre 2019 n. 160, Legge di Bilancio 2020, ha disposto, tra l'altro, al comma 495, che le Amministrazioni pubbliche, utilizzatrici dei lavoratori socialmente utili possono procedere all'assunzione a tempo indeterminato di tale personale, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, anche in deroga - per il solo anno 2020 - in qualità di lavoratori sovrannumerari alla dotazione organica, al Piano dei Fabbisogni del Personale e ai vincoli assunzionali previsti dalla vigente normativa, sebbene limitatamente alle risorse di cui al successivo comma 497.
Pertanto, la Regione Campania, con la delibera 55 del 28 gennaio 2020, ha formulato l'indirizzo di partecipare, ai sensi del combinato disposto di cui all'articolo 1 commi 495 e 497 della legge 160/2019, al procedimento diretto all'utilizzo delle risorse del Fondo per l'Occupazione, ex articolo 1 comma 1156 lettera GBis della legge 296/2006, ai fini della stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato con lavoratori socialmente utili, condizionando, tuttavia, l'attivazione dei processi di stabilizzazione alla verifica dell'entità delle risorse effettivamente e permanentemente assegnate, nonché all'istituzione di un ruolo speciale statale ad esaurimento nel quale collocare i lavoratori socialmente utili stabilizzati al totale carico del Bilancio statale.
Conseguentemente con la delibera 221 del 26 maggio 2021 la Giunta regionale ha stabilito, tra l'altro, la misura della prestazione lavorativa settimanale a tempo parziale consentita dal contributo statale e ha precisato che detta quantificazione sarà oggetto di variazione in caso d'incremento delle risorse statali all'uopo trasferite, ai sensi del comma 3 dell'articolo 8 del Decreto-legge 1 aprile 2021 n. 44. Inoltre, con successiva delibera n. 302 del 7 luglio 2021 sempre è formulato un ulteriore indirizzo in ordine alla conclusione della procedura di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili con le relative assunzioni a tempo parziale ed indeterminato nella misura della prestazione lavorativa resa pari al 30 per cento, 10 ore e 48 minuti settimanali, con applicazioni alle unità stabilizzate dei compensi accessori legati alla performance. Ciò posto, in merito alle problematiche poste dall'interrogazione, la Direzione per le Risorse Umane ha rappresentato che l'attuale stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili è conforme all'indirizzo formulato dalla Giunta con la delibera 345/2021. Tale indirizzo, infatti, ha tenuto conto della insufficienza dei contributi statali trasferiti e dell'integrazione necessaria, con risorse proprie a carico del Bilancio regionale, con conseguente assorbimento delle quote assunzionali basate sulla sostenibilità finanziaria, ex articolo 33 del Decreto-legge 34/2019. Dando l'integrazione della performance a questi signori che lavorano per 10 ore e 48 minuti, comunque, intacchiamo quelli che sono i livelli occupazionali regionali, ma, detto questo, nella delibera viene precisato che c'è una volontà della Giunta di portare a compimento questo percorso con l'aiuto del Ministero.
Abbiamo fatto un incontro con il vecchio Ministro del Lavoro, il Presidente ed io siamo stati a Roma e abbiamo chiesto l'istituzione di un ruolo straordinario ad esaurimento degli LSU, il Presidente ha scritto anche una lettera, sta agli atti, l'ho mandata anche al nuovo Ministro, di recente, perché, chiaramente, la questione va risolta, però, va risolta com'è stato fatto per altre realtà, vedi la 730 dove abbiamo inserito oltre mille persone o i centri per l'impiego dove oggi parliamo già di 641 unità assunte con fondi dello Stato e con incremento per la parte della performance della Regione, cioè, la Regione Campania si muove in questa linea utilizzando percorsi già fatti. In questo momento questi signori guadagnano quanto guadagnavano, che è rapportato a quello che lavorano, però, in compenso hanno: contributi, ferie, malattie, tutto quello che prima non avevano, quindi, da un punto di vista giuridico, c'è stata una regolazione che, comunque, va riconosciuta all'Amministrazione.
Anche stamattina abbiamo dovuto prendere atto che Vincenzo De Luca lavora contro il lavoro e lo fa anche quando ci sono le condizioni per dare spazio alla necessità e addirittura al rispetto della dignità umana. Queste persone sono qui, in questi uffici, ci sono da prima di noi, tra un po' andranno addirittura in pensione e percepiscono un trattamento economico inferiore a quello del reddito di cittadinanza contro il quale il Presidente della Regione Campania si scaglia dicendo che la gente non vuole lavorare.
Sentirsi dire che non ci sono le condizioni economiche per far lavorare qualche ora in più cercando di trovare spazi nei cavilli normativi è francamente offensivo della dignità di queste persone, non mia, perché, vedete, questa cosa stride con quello che sentiamo in quest'Aula costantemente oppure vediamo dai social proclamare che ci sarebbe la disponibilità e determinazione per fare 10 mila, 20 mila, 200 mila nuove assunzioni.
Cominciamo a dare spazio, perché queste persone, oggi, se hanno un trattamento economico minimale lo hanno unicamente perché il Governo nazionale ha stanziato quelle risorse, esattamente come sta accadendo per i Centri per l'Impiego, lo dico incidentalmente perché è esattamente la stessa vicenda. L'Amministrazione regionale, il Presidente De Luca credo, perché la responsabilità va data al Presidente De Luca, sta omettendo di fare quello che altrove si sta facendo, anche per i Centri per l'Impiego, ci sono centinaia di idonei nello sfascio organizzativo dei Centri per l'Impiego della Regione Campania che non hanno persone e non hanno personale, non si vuole dar luogo agli idonei, però così non s'intacca il tesoretto delle risorse della Regione Campania, esattamente come stamattina abbiamo sentito dire, dolorosamente per quanto riguarda queste persone.
Passare da 4 ore a 6-7 ore è consentito, è stato fatto anche in tempi nei quali il Bilancio regionale non poteva contare su questo tema, su nessuna integrazione ulteriore e questo ce lo dobbiamo ricordare quando pensiamo e diciamo che le persone qui non vogliono lavorare.
Buongiorno Presidente, buongiorno cari colleghi.
Premesso che
la Giunta della Regione Campania con delibera n. 466 del 19 marzo 2004 approvò, gli atti di programmazione degli interventi sulla portualità turistica da attuarsi in Project Financing, ai sensi dell'art. 37 bis della Legge n 109/1994, prevedendo la realizzazione di opere specifiche nel Comune di Castel Volturno, località Pinetamare, volte all'adeguamento della struttura portuale già esistente;
a seguito della pubblicazione del Bando di Gara pubblicato sulla G.C.U.E. con Decreto Dirigenziale n. 7 del 12 febbraio 2008, venne aggiudicata in via definitiva all'ATI Mirabella S.p.A. la concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, nonché della costruzione e gestione, di un porto turistico con relative infrastrutture, strutture ricettive e impianti a sostegno, da realizzare nel Comune di Castel Volturno (CE) località Pinetamare;
in data 28 aprile 2008 venne stipulato l'atto di "affidamento in concessione" alla società Marina di Pinetamare S.r.l., società di progetto costituita a seguito dell'affidamento in concessione, che presentò la domanda di avvio alla fase di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), ottenendo parere favorevole come si evince dal Decreto Dirigenziale n. 769/2009;
con il Decreto Dirigenziale del 12 febbraio 2010 venne approvato il progetto definitivo dell'opera con le prescrizioni della V.I.A. e con Decreto Dirigenziale n. 23/2010 venne approvato il progetto esecutivo del porto turistico da realizzarsi su un'area estesa per un totale di 765 metri quadri di cui metri quadri 220 mila a terra e metri quadri 536 mila di specchio acqueo;
i lavori sono iniziati il 03 luglio 2014, sebbene la società Marina di Pinetamare S.r.l. entrò nella piena detenzione di tutte le aree oggetto dell'intervento, trasferitegli dal Demanio dello Stato, solo in data 18.10.2018;
a seguito del trasferimento delle citate aeree da parte delle aree del Demanio, la Società aggiudicataria inoltrò alla Regione Campania istanza per il riconoscimento di ulteriori 36 mesi per la conclusione delle opere ferma restando la durata di 60 anni della concessione, e sempre nel 2018, la Giunta Regionale della Campania ebbe a condizionare la concessione della già indicata proroga all'aggiornamento del PEF e della V.I.A. (già ottenuta nel 2009).
Considerato
che con sentenza n. 1327 del 25 gennaio 2021, il TAR - Napoli (Sezione Quinta), ha accolto il ricorso n. 1062/2020 proposto da Marina di Pinetamare S.r.l., contro la Regione Campania per l'annullamento del provvedimento della Giunta Regionale della Campania - Direzione generale per la Mobilità, con cui si ritenne necessario l'aggiornamento della V.l.A. per la prosecuzione dei lavori;
che con sentenza n. 4349 del 30 maggio 2022, il Consiglio di Stato (Sezione Quarta), ha accolto l'appello sul ricorso numero di R.G.N. 5093/2021 proposto dalla Regione Campania, contro Marina di Pinetamare S.r.l. per la riforma della sentenza del Tar n. 1327/2021 e, con tale atto dunque è stato richiesto l'aggiornamento della V.I.A., per la prosecuzione dei lavori di completamento del Porto turistico in località Pinetamare.
Tutto ciò premesso, e considerato, si interroga il Presidente, On.le Vincenzo De Luca al fine di conoscere quali iniziative intende assumere per ovviare all'attuale situazione di stallo dei lavori del porto turistico Marina di Pinetamare in Castelvolturno, al fine di proseguire in modo celere sia per la realizzazione della struttura con relative infrastrutture nonché per completare l'intero programma di riqualificazione dei circa 40 km di costa casertana. Grazie.
Grazie Presidente. L'interrogante chiede di conoscere le iniziative che si intendono assumere per ovviare all'attuale situazione di stallo dei lavori. Nel Question Time sono riportate le premesse che hanno condotto al rilascio della concessione demaniale Marina Pinetamare Srl per la realizzazione e gestione in project financing di un porto turistico e alle quali si rinvia.
Voglio solo precisare all'interrogante che nel 2014 l'autorizzazione, sebbene la società non avesse ancora la detenzione di tutte le aree oggetto dell'intervento, l'ho data io, perché allora ero direttore generale dei trasporti e quando parliamo di demanio dello Stato è demanio marittimo che è concessione della Regione.
Credevo in questa realtà, tant'è che diedi l'autorizzazione, parlai con i proprietari della società, "incominciamo a fare i lavori" dissi, non pensavo che si arrivasse al 2018 e poi succedesse quello che è successo. È un'area che va sviluppata e questa è sicuramente una delle situazioni più valide.
Come riportato nell'atto ispettivo consiliare, la richiesta di adeguamento del periodo di concessione, presentata dalla società, è stata presa in considerazione dalla Regione Campania e la sua attuazione è condizionata all'aggiornamento del PEF e della VIA, questo perché con riguardo a quest'ultima, il Consiglio di Stato, con recente sentenza 4349 del 2022 ha confermato la necessità, sostenuta dalla Regione Campania, di rinnovo della VIA per il superamento del prescritto termine quinquennale.
A fronte del quesito posto con l'atto in oggetto, la direzione generale competente conferma la piena disponibilità dell'Ente concedente a valutare le esigenze prospettate dal concessionario a fondamento della richiesta di proroga in presenza di tutti i presupposti richiesti, comprese le integrazioni concernenti il PEF e la VIA, in conformità a quanto stabilito dal giudice amministrativo di secondo grado.
Evidenzia, infine, la direzione che la realizzazione dell'opera, con le relative infrastrutture, avviene attraverso la finanza di progetto e, in particolare, con oneri finanziari interamente a carico del soggetto privato che, come previsto nella convenzione sottoscritta con la Regione nel 2008, è tenuto al rispetto di una serie di obblighi, tra i quali il pagamento dei canoni demaniali e quello di provvedere a tutti gli adempimenti amministrativi per il rilascio delle autorizzazioni occorrenti per la realizzazione dell'intervento.
Pertanto, spetta alla società di attivarsi per il necessario rinnovo della VIA e operare nel rispetto degli obblighi convenzionali assunti.
La prima partenza è avviare la procedura della VIA, poi l'Amministrazione regionale è al fianco della società.
Lei mi diceva che la questione la conosce abbastanza bene, probabilmente ero distratto e non ho capito perfettamente la problematica qual è. Da quello che ho potuto recepire, è la società che non sta ottemperando a delle burocrazie per poter continuare.
Buongiorno. Grazie della parola. Ci ritroviamo nuovamente a parlare di malati oncologici e della possibilità di cura dei malati oncologici anche a seguito delle due delibere che sono state fatte, la prima, la ricordiamo, la 599 del 2021, del dicembre 2021, a seguito della quale il disastro legato ai tetti di spesa, quindi, alla difficoltà di fare analisi, è ricaduto in modo particolare su chi le analisi le deve fare in tempi rapidissimi e non può naturalmente aspettare i tempi concessi da chi prenota o può prenotare, soltanto per i primi giorni del mese, e poi rimanda ulteriormente.
A seguito di queste difficoltà, ci fu un incontro in Regione, qui, nel giugno dell'anno scorso e in quest'incontro erano presenti i malati oncologici, allora erano quasi 80 mila firme, ormai arrivate anche a 100 mila firme, che esponevano la difficoltà nella quale si trovavano ogni qualvolta dovevano fare un esame legato allo 048. La delibera successiva sembra sia nata a seguito di questa denuncia, è nata la 470 del 2022 la quale dice che vuole garantire al malato oncologico la sua presa in carico, con percorsi di indagine diagnostica, prelievi pre-chemio in regime di day service presso la struttura a cui è affidato.
Voglio ricordare che la Regione Campania era una delle poche che ancora non utilizzava questo sistema, ossia che l'oncologo presso il quale sei in cura poteva sia fare la ricetta e occuparsi anche della prenotazione degli esami.
A seguito di questa delibera e della sua emanazione volevo capire quali sono state le azioni che si sono susseguite e qual è stato il peso. Grazie.
Grazie Presidente. La risposta è della direzione Sanità. Con la delibera 388 del 19 luglio 2022, e la successiva delibera 470 del 13 settembre, è stato definito il sistema di garanzia della presa in carico dei malati oncologici, definendo l'insieme dei principi e delle regole che le aziende sanitarie della Regione Campania devono mettere in atto, ivi compresa la riorganizzazione dei percorsi clinico assistenziali, in particolare, sulla base dei progressi scientifici, tecnologici e organizzativi e in campo farmacologico, si evidenzia una maggiore possibilità di erogare in regime ambulatoriale, prestazioni attualmente effettuate in regime di ricovero.
Nel menzionare i provvedimenti, nel definire la nuova modalità di erogazione delle cure chemioterapiche, hanno anche colto l'occasione per avviare un nuovo modello organizzativo, ovvero la presa in carico dei pazienti oncologici per i quali è prevista una modalità di erogazione strutturata tale da garantire la somministrazione, da parte della struttura interessata, di tutte le prestazioni richieste nell'ambito del percorso assistenziale.
In altri termini, è stato prescritto ai direttori generali, l'obiettivo non solo di modificare le modalità organizzative dell'erogazione delle cure al paziente oncologico, quali la chemioterapia che dal regime di ricovero passa al regime ambulatoriale, ma anche di garantire agli stessi pazienti oncologici una presa in carico totale, a partire dalla prescrizione su ricetta dematerializzata, da parte del Medico ospedaliero specialista che già al momento della visita in ambulatorio può prescrivere, su ricetta dematerializzata, sia gli esami diagnostici necessari per la diagnosi che la successiva visita ambulatoriale senza più inviare il paziente al Medico di Medicina Generale per la relativa prescrizione. Si assiste, quindi, ad un notevole cambiamento organizzativo da parte delle strutture assistenziali in quanto non si tratta unicamente di trasferire dall'attuale regime di ricovero day hospital a regime ambulatoriale day service, l'insieme delle prestazioni di chemioterapia e di follow up dei pazienti oncologici, ma di riorganizzare l'insieme dei processi ospedalieri e distrettuali, nonché di modificare la cultura e i comportamenti di tutti gli attori coinvolti.
In questi ultimi mesi si è reso pertanto necessario definire il modello organizzativo omogeneo per tutto il territorio regionale al fine di garantire l'erogazione in day service dei pacchetti ambulatoriali coordinati e complessi per le prestazioni di chemioterapia.
Vi sono sempre, per individuare le singole prestazioni incluse nel percorso, i relativi codici regionali di riferimento, le tariffe a carico del Servizio Sanitario regionale, nonché le specifiche tecniche dei flussi informativi che le aziende sanitarie devono alimentare; ancora, realizzare le condizioni organizzative e tecnico informative per la prescrizione di più prestazioni afferenti a branche specialistiche diverse in un'unica ricetta del servizio sanitario in numero non superiore a 8 prestazioni per ricetta; creare le condizioni tecniche per abilitare tutti i medici delle aziende sanitarie prescrittori su ricetta dematerializzata; fare in modo che da un punto di vista informatizzato, sia i medici di Medicina Generale che gli specialisti ospedalieri ambulatoriali possano, facilmente, fare riferimento al percorso diagnostico terapeutico assistenziale emanati dalla rete oncologica campana per l'individuazione delle prestazioni diagnostiche da includere day service. Pertanto, con decreto dirigenziale 421/2022 "Aggiornamento del catalogo regionale e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, versione 4, in esecuzione della delibera 470 del 2022", sono stati definiti i contenuti tecnici ed informatici dei percorsi ambulatoriali complessi e coordinati, infusione di sostanze chemioterapiche, codice nomenclatura P410, con introduzione del PAC nel nuovo catalogo regionale delle prestazioni specialistiche ambulatoriali a decorrere dal primo gennaio 2023. Con nota del Direttore Generale per la Tutela della Salute e del Coordinamento del Servizio Sanitario Regionale 0576499 del 2022, indirizzata ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e ai medici di Medicina Generale e ai pediatri di libera scelta, sono state trasmesse le specifiche tecniche connesse al nuovo catalogo regionale.
Con nota della Direzione Generale Tutela della Salute, protocollo 576469 del 22 novembre 2022, è stato richiesto a tutti i medici di Medicina Generale e ai pediatri di libera scelta di aggiornare i propri sistemi software prescrittivi entro e non oltre il 31 dicembre 2022 per garantire la prescrizione del day service chemioterapico secondo le nuove regole dal 1 gennaio 2023. Infine, con nota del Direttore Generale per la Tutela della Salute e del Coordinamento del Servizio Sanitario Regionale, protocollo 313/2023 del 9 gennaio 2023, indirizzata ai direttori generali e sanitari, ai responsabili dei servizi farmaceutici, ai medici di Medicina Generale, ai pediatri di libera scelta e ai medici specialisti ambulatoriali ed ospedalieri, la Regione Campania, per il tramite di So.Re.Sa., ha realizzato il sistema di prescrizione Sinfonia per medici specialisti ambulatoriali interni e medici ospedalieri attivo a partire dal 9 gennaio 2023 come da nota della Direzione Generale protocollo 639971 del 27 dicembre 2022.
L'insieme dei citati provvedimenti si è reso necessario in quanto definisce sia gli aspetti pratici, tecnici e burocratici che i diversi soggetti istituzionali devono mettere in atto per dare pieno compimento al dettato normativo, infatti, dal 9 gennaio corrente mese tutte le aziende sanitarie hanno dato avvio all'erogazione della presa in carico globale del paziente oncologico attraverso il day service.
Grazie per la risposta, però, ci sono delle cose che non funzionano in questa risposta. Innanzitutto, la richiesta che era stata fatta da noi parlava dei pazienti oncologici, quindi, anche quelli che hanno superato, fortunatamente, la malattia adesso sono in regime di controlli e non soltanto quelli che stanno in chemioterapia.
Mi sembra normale che quelli che stanno in chemioterapia debbano, necessariamente, trovare, all'interno della struttura nella quale fanno la chemioterapia e con lo stesso oncologo, la possibilità non soltanto di avere la ricetta dematerializzata, ma anche di avere, poi, tutte le analisi a seguito.
Per lo 048 è cambiato ben poco, questo va bene, già lo sapevamo, ma le devo comunicare che anche per quelli che stanno in regime di malattia attiva, quindi, che hanno necessità di fare dei controlli per verificare se la radioterapia o chemioterapia che stanno facendo sta funzionando, gli esami di controllo per questi malati continuano a non essere fatti così com'è stato indicato nella delibera. Abbiamo degli esempi, perché il monitoraggio lo facciamo noi, a Caserta, le dico uno degli ultimi che mi hanno comunicato, che è andato nel privato, perché non c'era la possibilità di farlo nel pubblico, su richiesta personale, non su quest'automatismo che state descrivendo, di farlo dopo mesi e chi sta in regime, insomma, chi deve verificare se la chemio o la radio sta funzionando non può aspettare 3 mesi, perché c'è il buco per il quale infilare la Pec, quindi, sulla carta funziona tutto perfettamente, sulla carta fate le delibere più belle e più interessanti della Regione, anche per quello che riguarda il PDTA, abbiamo un PDTA che, probabilmente, è invidiato dalle altre Regioni, nei fatti, però, nella Regione Campania non si riesce ad attuare, non ho capito se manca il monitoraggio vero, ossia, se, poi, nei confronti dei dirigenti non si faccia una verifica e si dice: "Scusa, tutto quello che ti ho indicato là dentro riesce a funzionare? C'è qualche impedimento?". Questo non viene fatto. La ricetta, quella semplificata, già nel 2010 partì questa sperimentazione, sperimentazione che, poi, fallì perché c'erano dei problemi tecnici che non riuscivano a portarla a termine.
Chi si trova in cura attiva ha necessità di una risposta e di una risposta immediata. Questa delibera, purtroppo, continua ad ignorare le esigenze vitali di chi si trova in questa malattia.
Il risultato è sempre lo stesso, così come per i tetti di spesa si andava nel privato per disperazione, anche adesso si va nel privato perché non si possono aspettare i tempi biblici che sono quelli di due o tre mesi, perché due o tre mesi per chi è in cura sono tempi biblici. Per non dimenticare che molti ospedali, al di là di tutto, hanno dei sistemi operativi che sono così datati e un personale insufficiente per cui tutto questo meccanismo non si riesce ad attuare.
Una risposta la dovete dare a chi è malato e chi non si fida più degli articoli di giornali, perché questa delibera è stata magnificata su articoli di giornali, anche di alcuni Consiglieri, come la soluzione per i malati oncologici, così non è purtroppo. Grazie.
Grazie Presidente. A me dispiace ritornare per l'ennesima volta su un argomento che ritengo particolarmente importante, cioè quello del Registro dei Tumori nella nostra Regione, mi dispiace soprattutto perché siamo in una Regione dove la rete oncologica è certamente un modello per quanto riguarda diversi aspetti di efficienza e di cura per i nostri pazienti. Oggi, avere un Registro dei Tumori ancora aggiornato con i dati del 2014 o del 2016, tranne uno, se non sbaglio, 2018, non è certamente qualificante per la nostra Regione.
Abbiamo bisogno, invece, di avere un Registro dei Tumori che abbia i dati aggiornati al momento, d'altra parte in un'epoca in cui la tecnologia la fa da padrone, in un'epoca in cui noi con un semplice click, in tempo reale, possiamo conoscere qualsiasi informazione, ritengo veramente assurdo continuare a non utilizzare questa tecnologia per avere un Registro dei Tumori aggiornato in tempo reale.
È indispensabile averlo aggiornato perché questo determina anche l'andamento della programmazione delle politiche sanitarie, oltre al fatto che così andiamo, quantomeno, ad escludere eventuali allarmismi che ogni tanto si generano sui nostri territori e che dobbiamo rincorrere o quantomeno andare a confermare delle situazioni di anomalie laddove ci sono delle incidenze superiori alla media, intervenire in modo tempestivo rispetto, appunto, a queste anomalie.
Ovviamente, voglio ricordare che abbiamo approvato anche una mozione all'unanimità da parte del Consiglio regionale, nel maggio del 2021, dove chiedevamo alla nostra Direzione Regionale Sanitaria di attivarsi al più presto per avere, appunto, un Registro dei Tumori aggiornato in tempi reali.
Con quest'interrogazione non m'interessa conoscere più le cause, ormai ne abbiamo sentite già tante e troppe volte.
Posso capire il periodo del Covid, posso capire tutto, però, evitiamo di prendere in giro i cittadini.
Oggi abbiamo bisogno di conoscere che cosa si sta facendo, concretamente, per attivare un Registro dei Tumori nella nostra Regione, dignitoso, cioè con dei tempi dignitosi e questo lo dobbiamo soprattutto ai nostri cittadini e ai tanti pazienti oncologici che ci sono nei nostri territori.
Grazie.
Evidentemente c'è qualche difficoltà.
I dati del Registro dei Tumori Regionale di popolazione in cui confluiscono i dati dei 7 registri dei tumori di popolazione delle ASL, ai sensi della legge del 2014 sono aggiornati all'anno 2016, nello specifico: la Napoli 1 al 2015, la Napoli 2 al 2016, la Napoli 3 al 2019, Avellino al 2015, Benevento al 2016, Salerno al 2016 e Caserta al 2016, quindi, la media è 2016.
I dati del Registro Regionale dei Tumori Infantili, invece, sono aggiornati all'anno 2017.
I registri sono attualmente impegnati nelle verifiche di ulteriori anni studiati che saranno pubblicati entro la primavera del 2023.
Alcuni registri dove la migrazione sanitaria è più accentuata sono alle prese con diverse difficoltà che rallentano il completamento dei propri dataset a causa della stringente applicazione del Regolamento Generale per la protezione dei dati personali, n. 679/2016, General Data Protection Regulation da parte delle strutture di ricovero, cure regionali ed extraregionali. Per ovviare a ciò la Regione Campania ha predisposto un Progetto denominato Progetto Operativo per la predisposizione del Registro Tumori Regionale e Sistema Sorveglianza per la Regione Campania, attraverso cui verrà superata la frammentazione dei diversi database mirando a creare un database unico presso la Regione con una minima riprogettazione delle interfacce e dell'architettura software così da eliminare le relative criticità.
Si pensa di fare una sola procedura a questo punto. Ciò sarà possibile con migrazioni progressive dei database regionali verso una base di dati comuni, quindi, con la dismissione dei database locali.
Il Progetto tende all'efficientamento dell'intero sistema con la riduzione dei tempi di lavorazione dei dati oncologici e all'impostazione del sistema così da risolvere le problematiche delegate al General Data Protection Regulation, possibili crittografie di dati, condivisione unica e tempestiva di banche dati, eccetera.
Il Progetto è stato inviato al Ministero della Salute il 30 dicembre 2021.
Ad inizio agosto 2022, dopo diverse riunioni operative e interlocutorie la Regione ha dato mandato a So.Re.Sa. di mettere in atto le soluzioni tecnologiche previste dal succitato Progetto per le quali si resta in attesa di opportuna relazione dello stato di avanzamenti dei lavori, quindi, si va verso un unico data base.
L'unico elemento positivo è che finalmente si va verso un data base unico, però, devo dire che abbiamo la Piattaforma Sinfonia, abbiamo la possibilità di avere i dati, nel periodo Covid, in tempo reale, il bollettino di ogni giorno, in tempo reale conoscevamo i dati del Covid nella nostra Regione.
Come abbiamo sentito nella precedente interrogazione si va verso l'efficientare, il più possibile, tutta l'informatizzazione per quanto riguarda la comunicazione tra la medicina di base e, chiaramente, le prescrizioni specialistiche. Continuo a trovare incomprensibile come non riusciamo ad utilizzare un sistema informatico tale da consentirci di avere un Registro dei Tumori aggiornato in tempo reale. Vanno coinvolti i medici della Medicina Generale, a mio avviso, perché, chiaramente, loro, con l'informatica che è già in loro possesso, con un click, in tempo reale, ogni giorno possono comunicarci quelli che sono i numeri delle patologie tumorali.
Chiaramente non lo dico all'Assessore Marchiello che è persona squisita e attenta, anche da collega, tra l'altro, conosce bene la problematica, penso che vada fatta un'azione più forte, più incisiva su chi è in capo la responsabilità di organizzare questo servizio. Capisco, è stato inviato il progetto nel dicembre 2021, siamo nel gennaio 2023, sono tempi biblici.
Sul tema del registro dei tumori penso che dobbiamo introdurre un'azione più forte perché in un'epoca in cui la tecnologia ci consente, sappiamo in questo momento quello che fanno in Giappone e negli Stati Uniti in tempo reale, non conosciamo la situazione aggiornata nella nostra Regione della condizione delle patologie tumorali in Regione Campania. Grazie.
Grazie. Torniamo a parlare di questo progetto, anzi, di quest'emendamento che fu approvato nel 2021 e che prevedeva che per il triennio 2021, 2022 e 2023 la Regione destinasse 100 mila euro per anno per questo progetto, ossia, di apporre questi QR-CODE che potessero essere letti dai turisti in quei monumenti, in quelle bellezze, in modo particolare nel centro storico di Napoli, dove i turisti passano senza neanche rendersi conto che c'è un palazzo medioevale o una chiesa antica che andrebbe riconosciuta.
Dopo l'approvazione, questa cosa rimaneva stranamente ferma. Feci molti tentativi con la dirigente, tentativi che andarono tutti quanti a vuoto, non c'era la comunicazione giusta, per cui, a maggio 2022 feci un'interrogazione nella quale chiesi in quale modo questa dirigente aveva pensato di utilizzare questi fondi affinché si realizzasse finalmente quello che l'emendamento e poi la legge prevedesse.
La risposta della dirigente fu per me agghiacciante, lei pensava che non avendo avuto la capacità, probabilmente, di interloquire con la Giunta o, lei stessa, di pensare ad una soluzione, aveva pensato che siccome i soldi erano pochi, ma i soldi non li avevo stabilito io, li aveva stabiliti la Giunta, pensava fosse utile dividere la cifra per i sei siti per cui per ogni anno toccavano 16 mila euro per ogni sito. Significa che, ad esempio, il sito dell'Unesco, del Centro Storico Unesco di Napoli, e sappiamo quanto è grande, doveva ricevere 16 mila euro, al pari del sito, non me ne voglia, di Benevento, della chiesi di Santa Sofia. La proposta era veramente imbarazzante, intanto, il tempo passava e questi soldi si andavano anche a perdere, come probabilmente si sono persi.
Per il 2022 feci ancora un'altra richiesta e la dirigente mi rispose che risultavano appostate sul capitolo Fondo per le Attività, la somma di 100 mila euro per l'anno 2022, la cui definitiva assegnazione agli Enti beneficiari conseguirà al superamento delle difficoltà applicative incontrate dalla direzione nell'applicazione della norma.
Sono rimasta a quel punto, quindi, chiedo come sono state superate per l'anno 2022 queste difficoltà e come, per l'anno 2023, si intende procedere per evitare di perdere ulteriormente fondi.
Chiedo, inoltre, se è recuperabile la cifra del 2021, che per incapacità, per lentezza, per inefficienza è andata persa, quindi, qual è l'iter intrapreso per applicare la norma. Grazie.
Grazie. Per quanto riguarda la prima richiesta, cioè il superamento delle difficoltà applicative riscontrate nell'attuazione delle disposizioni, si rappresenta che le stesse - ovviamente sto leggendo cosa dice la Direzione Generale per le Politiche Culturali - appaiono superabili alla luce della recente modifica dell'articolo 10, comma 2 bis, della legge 38 del 2017 operata dall'articolo 28, comma 3, della legge regionale n. 18 del 29 dicembre 2022. Tale modifica ha accolto i rilievi formulati dai competenti uffici regionali in ordine alla precedente formulazione che ne impediva l'attuazione stabilendo che la struttura amministrativa competente della Giunta regionale determina le modalità di accesso ai contributi di cui al comma 1 da parte degli Enti di gestione dei Siti Unesco campani. L'articolo, così come modificato, rende possibile attuare la norma attraverso l'indizione di una manifestazione di interesse per l'anno 2023 rivolta ai sei Enti di gestione dei Siti Unesco campani per la presentazione, ciascuno, di un progetto di promozione e valorizzazione del sito gestito sulla base di un criterio di equa ripartizione delle risorse stanziate, prevedendo eventualmente anche un coordinamento delle attività, da parte della Regione Campania, al fine di realizzare un'azione sinergica. Per quanto concerne i fondi stanziati, ma non impegnati per le precedenti annualità, si rappresenta che sul Bilancio gestionale 2023-2025, approvato con delibera n. 9 del 12 gennaio 2023, risultano apprestate sul capitolo UO4740, di competenza dell'ufficio 501291, denominato Fondo per l'Attività di Divulgazione e Informazione presso Siti Unesco, articolo 2, comma 1, della legge 38 del 2020, risorse pari a 100 mila euro per l'anno 2023; mentre, non risultano iscritte al Bilancio le risorse delle precedenti annualità 2021 e 2022.
Pertanto, i competenti uffici regionali, sulla base di quanto esposto, procederanno a dare attuazione alla norma in parola nella modalità indicata e relativa all'anno 2023.
In poche parole, i soldi che avevamo e che potevano essere ben utilizzati in tempo utile, li abbiamo persi perché c'è stata questa lentezza.
Questo che è preoccupante, anche quando fu approvata la legge, quella di dicembre, nella quale si parla dei Siti Unesco, già lì trovai molte difficoltà perché nel capitolo che faceva riferimento all'Unesco si parlava di tutto e si davano soldi non a chi aveva bisogno, come in questo caso il centro storico di Napoli, ma si è preferito dare soldi, sotto il nome Unesco, al Suor Orsola Benincasa, ben 500 mila euro abbiamo dato senza battere ciglio, e la città di Napoli continua ad essere così sacrificata.
Avevo già capito che questi soldi erano persi e che questo fosse soltanto un annuncio ed è rimasto tale. I soldi per il 2023 rimangono vincolati alla legge, quindi, praticamente avranno le stesse difficoltà di attuazione e di utilizzo dei precedenti, per il 2022, mi dice che bisogna fare una manifestazione di interesse. Mi chiedo, era necessario aspettare tre anni e perdere tutti questi soldi per arrivare che i Siti Unesco devono fare una manifestazione di interesse? La dirigente, questa cosa, non se la poteva fare uscire immediatamente, nel 2021 e si sarebbe proceduto senza fare quella proposta oscena di 16 mila euro a sito? Non è un modo corretto questo di gestire, perché se poi facciamo le leggi e poi ce ne vantiamo anche con la popolazione, indicando la nostra attenzione nei confronti di una cosa o dell'altra, e poi non si controlla come i dirigenti della Regione mettono in atto quello che serve per l'applicazione, è tutto un fallimento generale.
Sto parlando di una piccola cosa, perché stiamo parlando di 300 mila euro, ma se questo può essere un campanello d'allarme, evidentemente, su questi dirigenti bisognerebbe porre un pochino più attenzione e fare un monitoraggio un po' più attento. Mi preoccuperò di verificare come, per il 2022, la dirigente pensa, nel momento in cui arrivano sei manifestazioni di interesse, cosa pensa di fare, magari rifare nuovamente la proposta di 16 mila euro, indecente, e alla quale naturalmente tutti si tireranno indietro.
Grazie Presidente. Anche la mia interrogazione ha ad oggetto un settore fondamentale della nostra Regione e un diritto fondamentale dei cittadini campani. Ebbene, anche in quest'interrogazione parliamo di sanità, in particolare, parliamo della struttura portante della sanità, cioè del personale sanitario e, ancora più in dettaglio, parliamo di quelli che sono stati definiti, nella piena emergenza pandemica, i cosiddetti Angeli del Covid.
Ebbene, viviamo una situazione paradossale, con una pandemia ancora in corso, questi Angeli del Covid, un'ampia parte di loro, in particolare quelli adibiti anche ai centri vaccinali, il primo gennaio, può sembrare strano nel 2023, è stato mandato a casa con un semplice sms.
Questa circostanza, già di per sé, ci dà il livello della situazione e crea disperazione, allarme e sconcerto in tutti i campani.
Sappiamo che ai sensi della normativa vigente questo personale sanitario che, voglio ricordare, comprende gli OSS, gli infermieri e i medici non può essere stabilizzato secondo una certa procedura, però su questa questione sono intervenuti vari istituzioni di grande rilevanza, nonché, è stata impegnata la parola di persone istituzionalmente autorevoli, tra cui il Governatore della nostra Regione.
Il Dipartimento della funzione pubblica ha espresso parere favorevole sulla stabilizzazione di questo personale in via analogica, con altro tipo di personale assunto con regolare concorso. Il governatore De Luca ha esplicitamente dichiarato di essere intenzionato a stabilizzare tutto il personale che ha lavorato per la battaglia contro il Covid. Insomma, viviamo una situazione non dico paradossale, ma anomala, in cui il Dipartimento della funzione pubblica si dice favorevole esprimendo parere favorevole, abbiamo il Governatore della Regione Campania, che ha la delega per la Sanità, che si dice favorevole e intenzionato a stabilizzare - ripeto - gli Angeli del Covid. A fronte di queste dichiarazioni e di queste intenzioni, gli Angeli del Covid il primo gennaio hanno ricevuto un sms con il quale sono stati mandati a casa.
È inutile dire che viviamo ancora una fase pandemica, le prospettive future non sono particolarmente esaltanti se pensiamo a ciò che sta succedendo in Cina. Ebbene, con quest'interrogazione voglio chiedere cosa si vuole fare di questo personale, detto in parole più semplici, vogliamo estendere anche agli Angeli del Covid, a cui siamo tutti legati, per il servizio che hanno reso durante la pandemia, oppure no? Se quest'intenzione è confermata, come si intende procedere? Grazie.
Grazie Presidente. Il problema è complicato. Con circolare protocollo 455915 del 13 luglio 2018 e successive integrazioni, la Direzione generale per la Tutela della Salute, ha fornito indicazioni in merito all'applicazione delle disposizioni in materia di stabilizzazione del personale precario presso le aziende del sistema sanitario della Regione. L'applicazione dell'articolo 1, comma 268, lettera b), legge 234 del 2021, con circolare 464421 del 13 luglio 2022 sono state emanate linee guida in merito alla procedura di stabilizzazione prevista dalla legge di Bilancio 2022. Da ultimo, con circolare 7909 del 5 gennaio 2023, la scrivente direzione, alla luce della legge di Bilancio 2023 n. 197 del 29 dicembre 2022, ha invitato le aziende ad aggiornare le procedure di stabilizzazione in linea con la proroga prevista dalla legge 197 del 2022.
In ottemperanza a quanto stabilito dalla citata legge, le aziende stanno continuando le attività di reclutamento attraverso il processo di stabilizzazione avviato nell'anno 2018 ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo 75 del 2017 e successive modifiche ed hanno avviato le procedure di stabilizzazione del personale sanitario e del ruolo sociosanitario in possesso dei requisiti della lettera b), comma 268, articolo 1, legge 234 del 2021, come modificato dalla legge 197 del 2022.
Si evidenzia, infine, che le procedure di stabilizzazione rientrano nell'ambito del processo di reclutamento ed accesso alla Pubblica Amministrazione di esclusiva competenza del legislatore nazionale che allo stato non ha previsto la possibilità di avviare processi di stabilizzazione del personale con contratti di somministrazione. A tale proposito, corre l'obbligo di rappresentare che l'articolo 1, comma 268, lettera b) della legge 234 del 2021, che ha disciplinato la stabilizzazione dei precari del ruolo sanitario e del ruolo sociosanitario, testualmente recita: "Fermo restando l'applicazione dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 75, dal primo luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2024 possono assumere, a tempo indeterminato, in coerenza con il Piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e del ruolo sociosanitario".
La summenzionata norma, dunque, richiama espressamente le previsioni di cui all'articolo 20 del decreto legislativo 75 del 2017 che nel disciplinare per il superamento del precariato delle Pubbliche Amministrazioni, al comma 9, tra l'altro, dispone "il presente articolo non si applica, altresì, ai contratti di somministrazione del lavoro presso le Pubbliche Amministrazioni". Da questo punto di vista non appare coerente con il tema dell'auspicata stabilizzazione di detto personale il richiamato operato dell'interrogazione alla circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica, tenuto conto che quest'ultimo, pur dichiarando che l'obiettivo del legislatore, nel redigere il comma 268 della Legge di Bilancio del 2022 fosse il rafforzamento strutturale dei servizi sanitari regionali, da ottenere anche attraverso la valorizzazione delle competenze del personale che ha prestato servizio durante l'emergenza Covid 19 e pur affermando che non vi sono pregiudizi di tipo ideologico all'estensione per analogia di tale vantaggio ai lavoratori che, benché dipendenti di un'Agenzia esterna abbiano operato in regime di somministrazione all'interno di un'azienda pubblica, sebbene la legge facesse esplicito riferimento alla riserva del 50 per cento dei posti banditi ai dipendenti delle imprese assegnatarie di appalto, non ha inteso riferirsi alla stabilizzazione del personale. In effetti, con le circolari 88209 e 29 del 2022, lo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica ha offerto un'interpretazione della lettera c) dell'articolo 1, comma 268 della legge 234 del 2021 che, per l'appunto, non prevede la stabilizzazione di personale, ma una vera e propria procedura concorsuale, seppure con valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili del personale impiegato in mansioni sanitarie e sociosanitarie corrispondenti nelle attività di servizi esternalizzati che abbia garantito assistenza ai pazienti in tutto il periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 e con almeno tre anni di servizio.
D'altra parte, proprio nella circolare in parola, il Dipartimento della Funzione Pubblica specifica che oggetto della richiesta di parere è sapere se la riserva di posti non superiore al 50 per cento, disciplinata dalla citata norma, atta a valorizzare il personale esterno e che abbia garantito le attività di servizio, sia riferibile anche a coloro che abbiano prestato servizio in regime di somministrazione.
Per completezza, si rappresenta che come il Dipartimento della Funzione Pubblica concluda ritenendo che la ratio della norma sembra comunque orientata anche allo scopo della reinternalizzazione delle attività che il lavoratore ha fornito all'Amministrazione, non escludendo, espressamente, alcuna tipologia che ricada in questa ipotesi, ma, si ribadisce, si tratta della lettera C dell'articolo 1 del comma 268 della legge 234/2021, che prevede una procedura concorsuale e non della lettera B della medesima disposizione che, viceversa, prevede una vera e propria stabilizzazione del personale.
Ad ogni buon conto si evidenzia che il tema della stabilizzazione del personale che abbia prestato servizio presso strutture sanitarie durante il periodo Covid, in regime di somministrazione, non potendo essere definito a livello regionale, trattandosi di materia rimessa alla esclusiva competenza legislativa dello Stato, è oggetto di un approfondimento in corso da parte dei competenti uffici regionali, Gabinetto del Presidente e Ufficio Legislativo per la definizione di una proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, volta all'estensione, per detto personale, della possibilità della stabilizzazione.
Prendo atto della risposta dell'Assessore Marchiello, ma non posso dichiararmi soddisfatto perché questo, essendo un argomento di sanità, essendo un argomento che attiene al diritto alla salute dei cittadini posso dichiararmi soddisfatto solo nel momento in cui riusciamo a tenere dentro il sistema sanitario regionale questo personale che si è battuto con amore nei confronti dei cittadini. Così come non posso, diciamo, apprezzare la posizione della Regione nel momento in cui dice che l'intera materia sulla normativa vigente è devoluta alla competenza esclusiva dello Stato. Sicuramente è così, però, sull'argomento, su questo personale, ci hanno messo un po' tutti la faccia, a livello romano e a livello napoletano, quindi, oggi, con una pandemia che sta per andare via, a Roma non faccio niente, a Napoli dico che è di competenza di Roma e la faccia significa che non ha nessun valore, quindi, giocare, in questo caso, in prima persona sulla pelle degli operatori sanitari, in seconda battuta, su quella dei cittadini, in un contesto regionale nel quale una delle carenze della sanità campana è rappresentata dal personale, dalle risorse umane, mi sembra veramente brutto. Una cosa di cui non andare orgogliosi, sembra quasi quell'atteggiamento di scaricare la responsabilità o scaricare questo personale che si è battuto in una fase difficile come la pandemia. Viceversa, accolgo con piacere l'intenzione della Giunta regionale di fare una proposta di legge da portare a Roma per risolvere questo problema, però sappiamo che gli iter legislativi sono anche lunghi, necessariamente lunghi e mi pongo la domanda: in attesa che facciamo la proposta di legge, in attesa che questa proposta di legge arrivi a Roma e venga approvata a Roma, degli angeli del Covid cosa facciamo, li mandiamo a casa? Li mandiamo in altre Regioni? Questo è il quesito al quale dobbiamo rispondere tutti, da chi governa la sanità campana e da noi Consiglieri regionali che, quotidianamente, sui territori siamo chiamati a dare delle risposte, quindi, nell'ottica della proposta di legge, assicuro sin d'ora la disponibilità ad un confronto e ad un rapporto collaborativo con la Giunta, ma penso che dobbiamo prima, in attesa di questa proposta di legge, fare qualcosa per tenere dentro al sistema sanitario persone che hanno dimostrato di tenere al proprio lavoro, di tutelare la salute dei cittadini quando nessuno voleva prendersi questa situazione difficile. Grazie.
Grazie Presidente. La mia interrogazione riguarda lo stato di crisi del lavoro all'interno dell'area Zes di Pianodardine in Provincia di Avellino.
Premesso che
la Legge 3 agosto 2017 n. 123 recante "Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno prevede, all'articolo 4, l'istituzione di Zone economiche speciali (ZES);
le ZES sono individuate dalle Regioni ai sensi dell'articolo 4, comma 4, della suddetta Legge nell'ambito di una proposta corredata da un Piano di sviluppo strategico;
il 28 marzo 2018 la Giunta Regionale ha approvato il Piano di Sviluppo Strategico della Zona Economica Speciale (ZES) della Campania definitivamente approvato con DPCM 11/5/2018.
Preso atto che
dal 1980, è attiva nel Comune di Montefredane (AV) un'azienda facente parte del nucleo industriale di Pianodardine, la Novolegno S.p.A.;
l'Azienda dà lavoro a ben 117 operai e, grazie all' indotto generato, ad altri 150 operai impiegati tra cooperative, trasporti e manutenzione;
lo stabilimento, situato in una posizione strategica e all'interno della ZES Campania "Pianodardine "occupa una superficie di 140mila metri quadri e vanta tre linee di produzione;
con delibera n. 175 del 28 marzo 2018la Giunta Regionale ha approvato la "Proposta di Piano di sviluppo strategico", finalizzato alla istituzione della Zona Economica Speciale denominata "ZES Campania".
Rilevato che
il 27 febbraio 2019 il CdA dichiarava che: "Il continuo, purtroppo irreversibile, peggioramento del mercato, rende assolutamente improcrastinabile la chiusura dello stabilimento";
le parti sociali hanno invocato l'intervento delle istituzioni, il sindaco di Montefredane ad ottobre 2022 ha richiesto l'apertura di un tavolo di crisi al MISE per riaprire le sorti della vertenza, ma al momento non sono state avanzate soluzioni concrete;
il Governatore della Campania, il 21 marzo 2022, a Grottaminarda in occasione dell'inaugurazione dell'autostazione annunciava che tre grandi aziende nazionali erano interessate allo stabilimento ex Novolegno di Arcella.
Considerato che
da maggio 2022 è scaduta la Naspi per gli ex dipendenti, e molti dei quali si trovano fuori dal mercato del lavoro in una condizione di inoccupazione.
Evidenziato che la comunità di Montefredane versa da alcuni mesi in particolari difficoltà economiche e sociali scaturite a seguito della chiusura del suddetto stabilimento.
Tutto ciò premesso interroga il Presidente della Giunta Regionale per conoscere:
se non sia opportuno attivare ogni procedura possibile per verificare le possibili soluzioni tese a rimettere in piedi lo stabilimento ex Novolegno situato in Area Zes, ai fini del recupero dei livelli occupazionali, anche in considerazione della grave crisi economica ed occupazionale che soffrono da decenni le aree interne della Campania. Grazie.
Grazie Presidente. Dico subito che la questione la seguo da quando si è posta e ho anche litigato personalmente con l'ex proprietario, l'ho definito cialtrone, giusto per essere puntuale, perché ha buttato all'aria una realtà importante della zona di Pianodardine che, tra l'altro, era in attivo, quindi, è stata una volontà del padrone che fa il padrone. Detto questo, sono vicino ai lavoratori.
Dunque, voglio dire cosa dice la mia direzione e poi, semmai, facciamo qualche valutazione. La direzione generale, nel confermare che l'impianto produttivo, localizzato nell'agglomerato industriale di Pianodardine ricade nella ZES Campania, così come individuato con la delibera n. 175/2018, ha rappresentato che la Zes è uno strumento fondamentale per il rilancio del tessuto industriale e conseguentemente per il potenziamento dell'occupazione.
Conseguentemente sono state messe in campo azioni a livello nazionale con la previsione di un Commissario Straordinario per le Zes e azioni a livello regionale discendenti dal Piano di Sviluppo Strategico Zes Campania.
La DG Sviluppo ha realizzato un percorso finalizzato alla creazione di uno strumento a supporto dell'attrazione e dell'accompagnamento degli investimenti attraverso la realizzazione di un sistema informativo in grado di veicolare tutte le opportunità d'investimento in Campania, sviluppando un portafoglio di offerta territoriale strutturato, con mappatura, nell'ambito del quale è censito anche l'impianto produttivo in parola.
La Direzione Generale, anche in sinergia con Invitalia, ha processato numerose richieste nell'ultimo biennio, intervenute, da parte di investitori nazionali e internazionali per la realizzazione di programmi d'investimento in Campania, fornendo supporto e accompagnamento alle imprese interessate, nella fattispecie, il Consorzio Asi di Avellino, referente di zona, ha garantito il supporto informativo, i dati tecnici relativi anche alla struttura.
Con riferimento alle problematiche rappresentate nell'atto di sindacato ispettivo, la Direzione ha rappresentato che la Novolegno, azienda operante nell'avellinese con 116 dipendenti, ha avviato, nel 2019, una procedura di licenziamento collettivo per chiusura delle attività dello stabilimento. La vertenza è stata trasferita al Ministero con una prima riunione il 15 marzo e una seconda il 9 aprile 2019, rispetto ad una ferma opposizione delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni per la decisione di chiudere l'azienda non ha arretrato dalle proprie posizioni accettando solo, alla fine, la proposta ministeriale per attivare una cassa per cessazione con ricerca di un nuovo acquirente. Il 20 maggio 2022 è stato effettuato il Tavolo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l'esame congiunto previsto dalla procedura.
Successivamente si è tenuto anche un incontro in Regione per il coordinamento di un Piano delle Politiche Attive.
Dopo la scadenza della Cassa Integrazione l'azienda ha proceduto ad effettuare i licenziamenti. In seguito, anche sulla scorta di sollecitazioni ricevute dal territorio, il Ministero ha promosso la ripresa di un tavolo di confronto finalizzato alla verifica della possibilità di una reindustrializzazione del sito produttivo.
Durante alcuni incontri l'azienda è stata sollecitata, in particolare dall'Amministrazione regionale, a presentare un Piano di riutilizzo finalizzato alla ripresa del processo produttivo e alla ricollocazione dei dipendenti rimasti senza lavoro.
L'azienda, in più occasioni, ha manifestato un'intenzione di voler verificare, sul mercato, le opportunità di reindustrializzazione dell'intero sito da parte di altri imprenditori senza escludere una partecipazione della stessa azienda ai processi di reindustrializzazione, ritenuti di particolare interesse imprenditoriale.
È intenzione della Regione sollecitare ancora il Mise per la ripresa del confronto sul tema.
In effetti, è successo che il Mise, nel corso del 2022, su disposizione del Ministro, ha limitato i tavoli di crisi alle aziende con più di 250 dipendenti, quindi alle grandi aziende, questo ci ha messo in enorme difficoltà. Ho anche interloquito con l'allora Viceministro, ho rappresentato che c'erano situazioni sospese, però, non ci siamo riusciti.
Ora, il nuovo Sottosegretario, che si sta occupando adesso dei nostri tavoli di crisi, prenderà visione di questa questione, mi riservo, poi, di fare le mie valutazioni, anche perché questa è una zona che è triplicata di valore, con l'area Zes.
Siccome Novolegno è un impianto enorme, sono diversi manufatti, è un'area molto molto vasta e ci sono diversi interessi, credo che con l'aiuto del Ministero possiamo definire, non so se per tutti i lavoratori, perché credo che alcuni si siano dedicati ad altro, però, per quelli che sono rimasti dobbiamo trovare una soluzione e ci stiamo lavorando.
Spero che ci sia, effettivamente, questo supporto, perché dai dati emerge solo un'unica certezza attuale: la precarietà e il disagio della posizione di chi è stato licenziato, quindi, possiamo immaginare quanto possa essere brutta questa situazione. La ringrazio Assessore.