Buongiorno a tutti. Prego i colleghi di prendere posto. Ricordo che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente, l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all'ordine del giorno sono state elencate nell'ordine di presentazione. Prima di cominciare ho delle comunicazioni: la Giunta regionale ha chiesto il rinvio della discussione dell'interrogazione a firma del Consigliere Francesco Emilio Borrelli, Reg. Gen. 120, per approfondimenti istruttori; il Consigliere Gianpiero Zinzi, con nota del 22 febbraio 2022, ha richiesto di non discutere l'interrogazione a propria firma, Reg. Gen. 104.
Grazie signor Presidente. Gentile Assessore, come ha detto il Presidente, l'interrogazione in oggetto riguarda il procedimento per il rilascio del PAUR per quanto riguarda l'impianto di produzione di energia elettrica da fonti eoliche e relative opere di connessione da 28 Megawatt. Ebbene, il Sindaco del Comune di San Bartolomeo in Galdo, con nota protocollata 11537 del 19 novembre 2021, ha reso noto che, alcuni giorni fa la Regione ha ultimato una Conferenza dei Servizi per l'installazione del Parco Eolico in oggetto. Nonostante la netta contrarietà formalizzata a più riprese in sede di Conferenza dei Servizi e nonostante i molteplici pareri contrari e/o osservazioni resi da diversi Enti (Provincia di Foggia, Provincia di Benevento, Sovrintendenza di Foggia, Sovrintendenza del Molise, etc.) la Conferenza si è conclusa in modo favorevole alia realizzazione dell'impianto. A breve, pertanto, la Regione Campania potrà emanare il provvedimento autorizzativo. Sia il Comune di San Bartolomeo in Galdo (BN), sia il vicino Comune di Volturara Appula (FG), nell'ambito del procedimento e delle Conferenze dei Servizi hanno formulato diversi pareri contrari anche in virtù del fatto che l'impianto determinerebbe impatti significativi e radicalmente negativi sul patrimonio culturale paesaggistico e sui beni tutelati. Gli atti relativi al procedimento sono pubblicati sul sito della Regione Campania, c'è il parere della Soprintendenza ABAP per le Province di Caserta e Benevento, ci sono le osservazioni del direttore generale ABAP, c'è il parere istruttorio della Soprintendenza ABAP del Molise, il parere istruttorio della Soprintendenza ABAP di Foggia, c'è stato il parere conclusivo della Soprintendenza ABAP di Caserta e Benevento che non ha tenuto presenti le osservazioni fatte da vari Enti. Credo che nella Conferenza dei Servizi la Soprintendenza ABAP di Caserta, che ha dato il parere positivo, avrebbe dovuto acquisire, nel proprio parere e conclusioni, anche le osservazioni e condizioni ambientali espresse dalla Soprintendenza del Molise e dalla Soprintendenza ABAP delle Province di Barletta, Andria, Trani e Foggia. Nel parere istruttorio è stato depotenziato l'inserimento di questi aerogeneratori da sette a sei, pensando che si venisse incontro a questa levata di scudi da parte di questi territori. Certo, questo aerogeneratore è stato eliminato solo perché non rispetta le distanze di sicurezza. Tutte queste osservazioni sono state evidenziate e denunciate in una pacifica e partecipata manifestazione di pretesta che si è tenuta a San Bartolomeo in Galdo il 28 novembre, dalla quale non è emersa alcuna contrarietà all'eolico in quanto tale, bensì, una condanna a questi impianti e a questa localizzazione destinata ad agricoltura di pregio e a percorsi di valorizzazione turistica enogastronomica. In considerazione del fatto che anche il Comune di San Bartolomeo in Galdo, in sede di Conferenza, ha persino chiesto una delocalizzazione dell'impianto in zone indicate dall'Ente stesso, incompatibili con i propri strumenti urbanistici, interroghiamo la Regione per sapere i motivi per i quali le istanze del territorio interessato non siano state prese in considerazione e se la Giunta intende porre in essere azioni per rimediare a quella che appare una vera e propria imposizione. Grazie.
Grazie Presidente. Dobbiamo ricostruire un attimo la procedura che ha interessato due direzioni generali: Ambiente e Attività Produttive. La Direzione Generale e Valutazioni Ambientali ha chiarito le fasi dello svolgimento della Conferenza dei Servizi sottolineando le posizioni degli enti intervenuti e le loro valutazioni acquisite in sede di Conferenza. Con nota acquisita in data 2 novembre 2020, la proponente società Edelweiss Power Srl ha presentato istanza allo Staff Tecnico Amministrativo Valutazioni Ambientali della Regione Campania individuando, su propria iniziativa l'area di localizzazione dell'impianto. La procedura di valutazione ambientale si attiva, infatti, esclusivamente, su istanza di parte, nella quale viene individuata anche l'area d'intervento, quindi, è la parte che la individua. Su tale istanza, ai sensi dell'articolo 27 bis comma 7 del Decreto Legislativo 152/2006, l'Ufficio, in qualità di autorità competente, ha indetto una Conferenza dei Servizi alla quale partecipano il proponente e tutte le Amministrazioni competenti o, comunque, potenzialmente interessate per il rilascio del provvedimento Via e dei titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio del progetto richiesti dal proponente. Tra le Amministrazioni invitate a partecipare alla Conferenza dei Servizi, quale Amministrazione interessata, è stata inclusa anche la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento che, ai sensi dell'articolo 14 Ter comma 4, è rappresentata, unitamente a tutte le altre Amministrazioni statali periferiche, invitate anch'esse a partecipare alla Conferenza dei Servizi, da un rappresentante unico delle Amministrazioni statali periferiche, nominato dal Prefetto, che esprime, in modo univoco e vincolante, la posizione di tutte le Amministrazioni rappresentate. Nel caso di specie, il rappresentante unico delle Amministrazioni statali periferiche, l'ingegner Carmine Bozzi del Comando Vigili del Fuoco di Benevento, ha espresso il proprio parere favorevole anche sulla base del parere favorevole espresso dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, con nota 2 settembre 2021, integrato con successiva nota 2 ottobre 2021, sulla scorta dei pareri acquisiti dalla Soprintendenza del Molise, nota 11101 dell'11 ottobre 2021 e dalla Soprintendenza per le Province di: Barletta, Andria, Trani e Foggia, protocollo 9415 dell'11 ottobre 2021, tutte favorevoli, così come richiesto, poi, dalla Direzione Regione Campania. Di conseguenza, nella seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi che si è tenuta il 22 ottobre 2021, il Rappresentante Unico delle Amministrazioni Statali ha confermato il parere favorevole espresso dalla Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento, prevedendo che venga svolta, in fase di progettazione esecutiva, un'attenta analisi archeologica del sito d'impianto, propedeutica all'inizio dei lavori, inoltre, in linea con le valutazioni espresse dalla Soprintendenza Abap del Molise e delle Province di: Barletta, Andria, Trani e Foggia, si preveda anche la riduzione degli aerogeneratori da 7 a 6, al fine di mitigare ulteriormente l'impatto visivo sulle aree interessate. Con riferimento ai pareri negativi resi dal Comune di San Bartolomeo in Galdo e dalla Provincia di Foggia, l'Ufficio Valutazioni Ambientali ha riferito che gli stessi sono stati valutati nell'ambito dei lavori della Conferenza dei Servizi e non sono stati ritenuti prevalenti. Per quanto comunicato dal Comune di Volturara Appula, con nota 2063 del 20 settembre 2021, l'ufficio Valutazioni ambientali precisa che con tale nota l'Amministrazione comunale non ha espresso alcun parere. Inoltre, il Comune di Volturara Appula, nonostante sia stato invitato a partecipare alla seduta di Conferenza dei Servizi del 22 ottobre richiamata sia mediante nota 516693 del 19 ottobre sia mediante contatto telefonico, nella stessa giornata del 22, cioè della Conferenza, ha ritenuto di non dover partecipare con conseguente applicazione del comma 7, articolo 14 ter della 241 del 1990 che prevede che si considera acquisito l'assenso, senza condizioni, delle Amministrazioni il cui rappresentante non abbia partecipato alle riunioni. Tutta la documentazione inerente al procedimento in argomento è reperibile sul sito web della Regione. Queste le vicende relative alla Conferenza dei Servizi che nella ricostruzione dell'ufficio competente si è svolta nel rispetto della 241 del 1990 e ha concluso i suoi lavori valutando ogni posizione rappresentata dai Comuni interessati e per quel che riguarda le Soprintendenze acquisendo il parere favorevole del rappresentante unico delle Amministrazioni centrali, così come prescrive la legge. Riguardo le caratteristiche tecniche del progetto e le vicende relative all'autorizzazione unica, la direzione generale dello Sviluppo Economico ha così relazionato: la società Edelweiss Power Srl ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto di produzione energia elettrica da fonte eolica e relative opere di connessioni da 28 Megawatt da realizzarsi in agro del Comune di San Bartolomeo in Galdo (BN). Ricordo che fino a 30 Megawatt siamo competenti come Regione, oltre è il Ministero. La società ha fatto richiesta di rilascio del provvedimento di valutazione di impatto ambientale, acquisito agli esiti della Conferenza dei Servizi del 22 ottobre richiamata, unitamente agli ulteriori titoli abilitativi da includere nel Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) inerente alla realizzazione e all'entrata in esercizio dell'impianto di progetto, tra cui l'autorizzazione unica ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 387 del 2003. Con l'istanza si richiedeva la realizzazione di un impianto di produzione e di energia rinnovabile da fonte eolica costituito da 7 aerogeneratori per una potenza complessiva di picco di 28 Megawatt. Nel Comune di San Bartolomeo in Galdo, il relativo cavidotto di media tensione di collegamento alla stazione elettrica di utenza con la realizzazione della stazione elettrica di smistamento da inserire e connessa sulla linea CP Colle Sannita Foiano ubicata nel Comune di San Marco dei Cavoti. Agli esiti della Conferenza dei Servizi, il rappresentante unico dello Stato, l'ingegner Carmine Bozzi rappresentava definitivamente e in modo univoco la posizione delle Amministrazioni statali, esprimendo parere favorevole con prescrizioni e le raccomandazioni esclusivamente di propria competenza riportate nei pareri che si allegano e costituiscono parte integrante della conferenza che accoglieva la realizzazione di sei turbine al posto delle sette richieste. Anche la direzione generale Sviluppo Economico ha partecipato ai lavori della Conferenza dei Servizi mediante la propria articolazione, la dirigente della UOD Energia, efficientamento e risparmio energetico, green economy e bioeconomia che ha espresso il proprio parere con nota del 6 settembre 2021 sulla scorta di un'istruttoria tecnica nella quale sono stati valutati tutti gli elementi presenti nel progetto. La direzione generale Sviluppo Economico ha inoltre sottolineato che l'istanza oggetto dell'interrogazione afferisce ad un procedimento di iniziativa imprenditoriale in cui la localizzazione delle opere è di esclusiva pertinenza del proponente. L'unica azione che può essere compiuta dagli uffici è verificare il rispetto delle norme e delle condizioni ambientali e territoriali della localizzazione proposta. Il parere reso ha tenuto conto degli altri pareri espressi in Conferenza dei Servizi, in particolare di quello del rappresentante unico dello Stato e dell'autorità competente in materia di valutazione di impatto ambientale che hanno attestato la compatibilità dell'impianto con le condizioni ambientali e paesaggistiche del contesto. Attenzione particolare è stata posta sulla sicurezza dell'impianto analizzando attentamente il in calcolo della gittata massima degli elementi rotanti che ha portato ad un parere favorevole per gli aerogeneratori 03, 05, 06, 08, 09 e 10 e parere negativo per l'aerogeneratore 15, in quanto posto ad una distanza inferiore a 327,81 metri, calcolati come valore di sicurezza per il calcolo della gittata degli elementi rotanti, rispetto ad una costruzione parliamo di massi che è accatastata come fabbricato rurale con una distanza di 185 metri, quindi, è stato non autorizzato. Infine, la Direzione Generale per lo Sviluppo Economico ha evidenziato che la localizzazione d'impianti eolici è effettuata, prioritariamente, sulla capacità produttiva di un sito, il vento non è presente ovunque e non ha la stessa capacità produttiva ovunque e che una diversa localizzazione del progetto non poteva essere imposta dagli uffici regionali in ragione di una più consona compatibilità urbanistica delle aree
Qua non è in discussione l'impianto eolico, né il progetto di Edelweiss Power di 24 megawatt, era in discussione il fatto che la popolazione locale, San Bartolomeo in Galdo e il presidio di Foggia avessero indicato altre zone, tipologie, che avevano le stesse caratteristiche per quanto riguarda il vento e i corridoi del vento, era solo questo, come mai non erano state ascoltate tutte queste levate di scudo, perplessità sollevate dalle Soprintendenze Abap della Provincia di Foggia, di Andria e via dicendo. Lei mi racconta, Assessore è stato precisissimo nella sua disamina, che probabilmente non ci sono altre zone, altri luoghi in quella parte del territorio che possono avere le stesse caratteristiche del sito individuato. Prendiamo atto che quantomeno è stato fatto uno studio che indica solo quel sito per l'impianto di aerogenerazione. Grazie.
Grazie Presidente. L'interrogazione è stata presentata tempo fa e aveva lo scopo di chiarire alcune situazioni imbarazzanti che si erano verificate da parte delle organizzazioni che ambivano a partecipare alla composizione del Consiglio Camerale Irpinia Sannio. Gli interrogativi, che devo dire hanno trovato risposte e anche chiarimenti, che sono stati forniti anche dall'Associazione e dagli uffici regionali, nell'oggetto dell'interrogazione c'è anche la presenza di altri Enti, tipo la Procura o la Finanza che stanno indagando. Alcune considerazioni, nonostante i chiarimenti che ho avuto dagli uffici regionali, vanno fatte in quanto bisogna dare trasparenza e veridicità al processo di composizione del Consiglio camerale. La legge 580/93 avente ad oggetto "Riordinamento delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e successive modifiche e via dicendo", in sostanza, affida il Governo delle Camere ad interessi economici organizzati, atti ad esprimere al meglio la cosiddetta autonomia funzionale che caratterizza lo spirito degli Enti camerali. Dall'entrata in vigore di questa legge le Regioni sono state chiamate, quindi, a verificare le organizzazioni che ambivano a partecipare alla composizione dei Consigli camerali. Nel corso dei rinnovi che si sono succeduti in tutta Italia abbiamo assistito ad un crescente di ricorsi, contenziosi giudiziari e amministrativi in cui ci si è trovati di fronte a casistiche più disparate e fantasiose. Si è verificato di tutto e di più, abbiamo avuto Associazioni territoriali di categoria che hanno espresso più associati di quelli esistenti al registro, Associazioni che dichiarano migliaia di iscritti e non hanno né un dipendente, né una sede, addirittura alcune di esse hanno esibito comitati gratuiti in case chiuse, tutti nella stessa sede, dove, tra l'altro avrebbero celebrato assemblee con centinaia d'iscritti in 20 metri quadrati, insomma, un crescente e proliferare di sigle esistenti soltanto sulla carta, atte solo a tentare di occupare un posto nei costituendi Consigli camerali. Figuriamoci quello che successe nella costituenda Ente camerale Benevento Avellino, quando il processo riguarda due Province in accorpamento. Sono giunte, infatti, 146 istanze prodotte da 46 Associazioni per tutti i settori merceologici da rappresentare, un proliferare di sigle e Associazioni. Credo che a questo punto occorra mettere un paletto a questa distonia che ha investito ormai in moltissimi rinnovi degli Enti camerali. Il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota 39517 del 7 marzo 2014 richiede che l'Associazione sia in grado di dimostrare l'avvenuto incasso delle quote associative, si sarebbero dovuti acquisire i Bilanci o, meglio, dei rendiconti delle Associazioni, nonché la documentazione, anche bancaria, attestante entrate congrue e l'effettuazione di altrettante spese idonee a dimostrare le attività associative poste in essere, a verificare la sussistenza di un apparato organizzativo e strutturale, tipo sede associativa, attrezzature e dipendenti, congruo rispetto al numero degli associati. Sempre nella stessa nota, il Ministero dello Sviluppo Economico ha posto che la rappresentatività deve esprimere una reale appartenenza organizzativa attraverso un vero e proprio rapporto associativo, con diritti e doveri. È da escludersi, quindi, un'Associazione che non ha una struttura minimamente idonea a gestire e comprovare la rappresentanza. Altro problema che mi preme sottolineare è quello relativo al numero dei dipendenti che l'Associazione dichiarano a carico delle loro imprese. Ebbene, a guardare questi dati analizzati, dichiarati dalle sigle che concorrono al rinnovo dell'Ente camerale Irpinia Sannio, si evince che nelle zone interne della Campania non esistono problemi occupazionali, anzi, siamo i primi in Italia, quando basterebbe prendere come riferimento i dati degli occupati dai registri camerali o acquisire periodicamente dall'Inps per avere un dato reale. Ancora, bisognerebbe guardare la titolarità dei diritti dei dichiaranti, in nome e per conto delle Associazioni, la vigenza di tutti quei requisiti di onorabilità che la rappresentanza di una reale Associazione richiede. La Regione ha ricevuto numerose istanze agli atti, bisogna trasferire il problema della trasparenza e della veridicità a chi si candida ad entrare in un Consesso amministrativo di un Ente pubblico, per cui, sarebbe opportuno, anche per non viziare l'azione politica e gli interessi falsati, far sì che l'Associazione che si candida a gestire la vita di un Ente camerale producano una relazione validata da un revisore dei conti esterno, che ne descriva la congruità, la consistenza, la struttura, la corretta gestione, ovviamente assumendosi la responsabilità di questa certificazione. Sono sicuro che quest'adempimento che probabilmente la Regione Campania vorrà fare, non so attraverso quale strumento, è un adempimento non soltanto contabile, ma anche morale, migliorerebbe la praticabilità dei rinnovi camerali e darebbe autorevolezza alle Associazioni che vi partecipano. Grazie.
Grazie Presidente. È una vicenda molto complessa, il Consigliere ha anche fatto cenno che ci sono autorità competenti che stanno verificando e controllando gli atti. In riscontro ai quesiti posti, la direzione generale dello Sviluppo Economico ha ricostruito la complessa vicenda che ha interessato il procedimento di costituzione della Camera di Commercio Irpinia Sannio. Il 16 novembre 2016, il Ministero dello Sviluppo Economico, a seguito del parere favorevole della Conferenza Stato Regioni emanava il decreto di istituzione della Camera di Commercio industria, artigianato e agricoltura Irpinia Sannio, disponendo al contempo la nomina del Segretario Generale della Camera di Avellino, dottor Luca Perozzi, come commissario ad acta con il compito di avviare le procedure di costituzione del Consiglio e la nuova Camera di Commercio Irpinia Sannio. In attuazione delle disposizioni di cui al decreto ministeriale 156 del 2011, il Presidente della Giunta regionale della Campania adottava il decreto presidenziale 145 del 12 settembre 2018 il cui contenuto veniva messo in discussione a causa dei conteggi effettuati nel corso del procedimento istruttorio condotto dagli uffici regionali nella parte relativa alle determinazioni delle rappresentanze in seno all'istituendo Consiglio della Camera di Commercio Irpinia Sannio. Nelle more della verifica dell'irregolarità contestata, gli uffici della direzione generale per lo Sviluppo Economico procedevano ad attivare l'istruttoria in merito alle verifiche sulle dichiarazioni rese dai diversi soggetti partecipanti alla procedura avvalendosi del commissario ad acta nominato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, in particolare veniva richiesto al commissario di svolgere ulteriori specifiche verifiche circa le dichiarazioni relative agli elementi rilevanti ai fini del riconoscimento del grado di rappresentatività, numero degli associati, numero degli occupati dei singoli associati, volumi dei diritti annuali intesi come quote associative. Contestualmente, gli uffici proponevano al Presidente della Giunta regionale un apposito atto di ritiro del decreto presidenziale 145 del 2018 adottato con decreto presidenziale 148 del 24 settembre 2018. Il 12 settembre avevamo attivato, il 24 abbiamo sospeso. Il 19 febbraio 2019 il commissario ministeriale, nel riportarsi al disposto di cui al DM 156 del 2011, dichiarava la competenza della Regione Campania ad adottare atti consequenziali alla procedura di approfondimento istruttorio. Visti gli esiti istruttori comunicati dal commissario ad acta, il Presidente della Giunta regionale emanava, in data 22 maggio 2019, i decreti n. 73, 74, 75, 76 e 77 con i quali veniva decretata l'estrusione dal procedimento di costituzione del Consiglio e della Camera di Commercio Irpinia Sannio delle Associazioni AICAST, FAPI Benevento, FAPI Avellino, Citec Benevento e Citec Avellino in quanto nell'ambito delle attività di supplemento istruttorio non avevano fornito quanto richiesto dagli uffici regionali e la carente documentazione trasmessa non consentiva di procedere alle verifiche oggetto dell'approfondimento cui era stata finalizzata la richiesta degli uffici. Il 12 giugno 2019 la Guardia di Finanza, nucleo Polizia Economico Finanziaria di Benevento effettuava un accesso presso gli uffici della direzione generale regionale acquisendo numerosi documenti afferenti il procedimento di costituzione della Camera di Commercio Irpinia Sannio, successivamente integrati con comunicazione protocollo 2019076174 del 26 novembre unitamente alla documentazione relativa al ricorso al Difensore Civico presso il Consiglio regionale della Campania a firma della Confcommercio Benevento che lamentava una serie di irregolarità nel procedimento di costituzione del Consiglio della Camera di Commercio Irpinia Sannio. Con decreto presidenziale 194 del 31 dicembre 2019, veniva disposta la sospensione del procedimento in attesa della decisione della Corte costituzionale in merito alla questione di legittimità costituzionale delle norme concernenti l'accorpamento delle Camere di Commercio. Con successivo decreto presidenziale 120 del 5 agosto 2020, si prendeva atto della sentenza della Corte costituzionale 196 del 2020, il rigetto della questione di legittimità, e al contempo si provvedeva a notificare il decreto alle organizzazioni imprenditoriali, alle Associazioni dei consumatori e alle organizzazioni sindacali interessate affinché queste potessero provvedere alla comunicazione dei nominativi da designare con il decreto del Presidente. Infine, con decreto presidenziale n. 6 del 13 gennaio 2021, si stabiliva che le designazioni per il rinnovo del Consiglio in questione dovessero pervenire alla direzione generale Sviluppo Economico entro e non oltre i 30 giorni successivi alla notifica del decreto, riservandosi, all'esito delle attività istruttorie, gli ulteriori adempimenti volti alla nomina del Consiglio camerale Irpinia Sannio. In data 10 febbraio 2021 perveniva, alla competente direzione, una nota a firma degli ex componenti di Giunta e amministratori di Confcommercio imprese per l'Italia di Avellino con la quale veniva denunciata l'incongruità dei dati relativi agli iscritti e dei dati di Bilancio relativi ai versamenti delle quote associative annuali degli associati a Confcommercio imprese per l'Italia di Avellino rispetto a quelli posti a base dei calcoli delle rappresentanze di Confcommercio Avellino in seno al costituendo Consiglio della Camera di Commercio Irpinia Sannio. Pertanto, con nota del 28 marzo 2021, si procedeva a richiedere all'Inps di fornire evidenza circa il volume, importo e numero di transazioni dei versamenti delle quote associative attraverso il circuito Contrin da parte dei soggetti aderenti a Confcommercio Avellino Imprese per l'Italia relativamente agli anni 2014, 2015 e 2016. L'Inps, con comunicazione del 28 maggio 2021 rispondeva che c'era l'impossibilità di soddisfare alle esigenze informative manifestate dalla Regione Campania. Nelle more del predetto procedimento la Direzione provvedeva, altresì, a segnalare i riportati avvenimenti alla Procura della Repubblica verso il Tribunale di Napoli rappresentando le ulteriori vicende che avevano caratterizzato la procedura di nomina del Consiglio camerale Irpinia Sannio, nonché a riferire dell'esistenza dell'attività investigativa della Procura della Repubblica di Benevento. Nelle more del suddetto procedimento, con nota del 27 aprile 2021 veniva inoltrata alla Confcommercio, Imprese per l'Italia sede nazionale, analoga richiesta in merito ai dati di Confcommercio Avellino riferita alle tre annualità: 2014, 2015, 2016, senza alcun esito e successivamente, con comunicazione Pec del 15 settembre 2021, Confcommercio Imprese per l'Italia della Provincia di Avellino precisava che in ordine alle richieste dell'ufficio l'associazione aveva già subito verifiche da parte della Guardia di Finanza di Avellino, dall'Autorità Giudiziaria di Avellino, pertanto, in data 18 gennaio 2022 i funzionari delegati dalla Direzione provvedevano a recarsi presso gli uffici della Guardia di Finanza di Avellino e nel corso del suddetto sopralluogo venivano acquisiti i dati e relative informazioni che sono tuttora al vaglio della direzione. Appare evidente che l'intera procedura di costituzione della Camera è stata caratterizzata da un'istruttoria molto complessa ma necessaria al fine di addivenire al dato rilevante e significativo, quale, appunto, la rappresentatività delle associazioni presenti sul territorio interessato dalla costituzione dell'Ente, in ossequio alla rilevanza dell'interesse pubblico sotteso alla procedura. Ad oggi, i dati acquisiti dalla Guardia di Finanza di Avellino in sede di sopralluogo sono oggetto di disamina e risulteranno funzionali alla definizione del procedimento istruttorio tuttora in corso. Ci siamo, perché con questi dati riusciamo a chiudere
Brevemente. Non parlo all'Assessore ma parlo al collega, siamo ambedue medici, quindi, credo che la situazione che si può inquadrare è una sindrome da tafazzite cronica, tratta da un personaggio pubblico che si autoflagellava. La Regione sta facendo tutto il possibile per andare un attimo a verificare questo iter. Invito, comunque la Regione, la Giunta, ad individuare un revisore esterno che controlli un attimo tutta la veridicità delle associazioni, di quello che dichiarano le associazioni e, probabilmente, eviteremmo tutti questi ricorsi, eviteremmo situazioni in cui Enti paralleli quali la Finanza e la Procura possano intervenire in quello che appare un fatto importante per il territorio, soprattutto della Provincia di Benevento e di Avellino. Grazie.
Buongiorno Presidente, signori Assessori. In Regione Campania, durante l'emergenza Covid-19 sono stati reclutati 7 mila 240 operatori sanitari, a tutt'oggi, stante le notizie da me acquisite, i precari nella Sanità campana sono 5 mila 565, di cui: 834 medici, 2 mila 978 infermieri e mille 753 altro personale. L'articolo 92 della Legge di Bilancio prevede, al fine di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali, anche per il recupero delle liste d'attesa, di consentire la valorizzazione della professionalità acquisita dal personale, che ha prestato servizio anche durante l'emergenza da Covid-19. Gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale possono assumere, a tempo indeterminato, in coerenza con il Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale, il personale del ruolo sanitario e gli operatori sociosanitari che abbiano maturato, al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un Ente del Servizio Sanitario Nazionale, almeno 18 mesi di servizio, anche non consecutivi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 ed il 30 giugno 2022. La Regione Campania ha avviato la procedura per l'aggiornamento della ricognizione previsionale del personale del ruolo sanitario e gli operatori sociosanitari al 30 giugno 2022 che hanno maturato alle dipendenze di un Ente del Servizio Sanitario Nazionale, almeno 18 mesi di servizio anche non consecutivi e che tali pratiche devono essere evase entro il 28 febbraio 2022. La stabilizzazione dei precari nella Sanità rappresenta sicuramente una riconoscenza necessaria per l'impegno e il sacrificio di chi è stato in prima linea nei mesi più difficili, ma anche e soprattutto un riconoscimento delle professionalità e delle esperienze maturate durante la pandemia. In questo anno e mezzo le aziende sanitarie hanno sperimentato modelli innovativi e hanno avviato percorsi multidisciplinari, sviluppando con professionisti competenze trasversali che saranno essenziali per il futuro della nostra Sanità. Visto e considerato che a molti degli operatori sanitari in premessa della Regione Campania il contratto a tempo determinato scadrà il 31 marzo 2022, con evidenti ripercussioni nell'erogazione delle stesse prestazioni sanitarie, oltre alla condizione di restare senza lavoro per il personale, dopo un biennio di vari sacrifici. Tutto ciò premesso, visto e considerato, si chiede all'onorevole Presidente Vincenzo De Luca: quali iniziative intende assumere per la stabilizzazione del personale sanitario, al fine di porre in condizioni ottimali le aziende sanitarie campane nel garantire l'erogazione delle prestazioni stesse nonché garantire la continuità al lavoro dello stesso personale sanitario. Grazie.
Grazie Presidente. In merito a quanto richiesto, la Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale ha precisato che con la circolare 63804 del 4 febbraio 2022, è stato richiesto alle ASL, alle aziende ospedaliere e anche universitarie, nonché all'Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, di procedere all'aggiornamento della ricognizione del personale che al 31 dicembre 2021 risultava in possesso dei requisiti previsti dal Decreto Legislativo 7472017, articolo 20, commi 1 e 2, ad esclusione del personale già stabilizzato, nonché alla ricognizione del personale sanitario e degli operatori sociosanitari, anche e non più in servizio, che ha già maturato e che si prevede maturi, al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un Ente del Servizio Sanitario Nazionale, i requisiti previsti dalla lettera B comma 268, articolo 11 della legge 234 del 2002, ovvero, personale sanitario e operatori sociosanitari reclutato a tempo determinato con procedure concorsuali, incluse le selezioni di cui all'articolo 2 Ter del Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020 n. 27, personale che ha già maturato almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo che intercorre tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno prossimo 2022, personale che si prevede maturi almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo richiamato, cioè, intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. Ciò detto, la Direzione Generale ha comunicato, con nota 596619 del 30 novembre 2021 e nota 604396 del 2 dicembre 2021, per assolvere allo svolgimento delle attività rese necessarie dall'emergenza pandemica e per il recupero dell'attività ordinaria, nonché per lo sviluppo dell'azione prevista dal PNRR, sono state fornite indicazioni alle aziende affinché adottino, nell'ambito dell'autonomia gestionale e delle esigenze singole, le procedure per la proroga dei contratti di natura subordinata a tempo determinato e dei contratti di collaborazione a tutto il 31 dicembre 2022. Stiamo lavorando per stabilizzare, e si farà entro giugno, c'è la proroga per tutti al 31 dicembre 2022.
Grazie Presidente. Rispetterò i tempi e farò recuperare all'Aula tutto il minutaggio consumato. Assessore, mi spiace doverla interrogare, per l'ennesima volta, su questa questione e mi auguro che dalla prossima potrò interrogarla su questioni diverse, perché l'ultima volta che ci siamo confrontati sul tema del biodigestore anaerobico di Ponteselice, tutti sanno la mia contrarietà all'ipotesi di realizzare lì l'impianto, lei è stato molto preciso e puntuale nel dettare la tempistica della procedura e soprattutto nell'individuare le responsabilità degli Enti coinvolti, in questo caso, del Comune di Caserta. Dall'ultima volta in cui ci siamo confrontati, e l'ho interrogata, sono cambiate molte cose, lei giustamente ci aveva spiegato che per i tempi legati al finanziamento, se non fosse stato Ponteselice, il rischio di perdere quelle risorse sarebbe stato altissimo. L'Amministrazione comunale in questi mesi ha traccheggiato e ci ha raccontato che in questo momento è in attesa delle risultanze della Regione Campania, probabilmente perché ha mandato delle integrazioni ad un progetto rivisto o probabilmente, e questo lo apprendo dalle dichiarazioni dell'Amministrazione comunale, quindi, dell'Assessore all'Ambiente, non hanno chiara la reale destinazione dell'impianto stesso, tant'è che qualcuno ipotizza addirittura di spostarlo in una cava. Dal momento che oggi dovremmo già essere alla presentazione del progetto esecutivo e dal momento che neanche la Soprintendenza si è potuta esprimere, perché il Comune non ha trasferito tutte le informazioni necessarie per un parere della Soprintendenza, intanto, sono qui a chiedere come stiano realmente le cose, qualcuno mente e dal momento che sono sicuro, conoscendola, che lei rappresenta i fatti per quello che sono, il sospetto diventa quasi una certezza per me. Oltre alla domanda, le formulo anche una proposta: dal momento che il rischio di perdere questi finanziamenti è altissimo, onde evitare che il Comune di Caserta, nella sua indecisione, e volendo rappresentare probabilmente non un dato reale, ci faccia perdere queste risorse, dal momento che ci sono Comuni che nella Provincia di Caserta, nell'ambito dell'Ato rifiuti, dell'Eda, hanno rappresentato una volontà ad ospitare l'impianto, nel caso di specie il Comune di Maddaloni che vorrebbe realizzare lo stesso impianto a ridosso del termovalorizzatore di Acerra, non crede che per evitare di perdere questi finanziamenti bisognerebbe orientarsi già in quella direzione e che quindi la Regione Campania debba prendere in mano la situazione, onde evitare che il disastro o della realizzazione dell'impianto a Ponteselice o della perdita dei finanziamenti si concretizzi? Grazie.
Grazie Presidente. Siamo a una replica di puntate precedenti, quindi, ho la possibilità di essere molto breve richiamando quello che è stato già detto in altre occasioni sul medesimo tema. Voglio solo ribadire un concetto di fondo: la Regione Campania non individua siti per la realizzazione di impianti di compostaggio, cioè di impianti che sono destinati a trattare la frazione organica da raccolta differenziata. La Regione Campania ha fatto un programma ambizioso, impegnativo, di finanziamento di questi impianti anche perché questa è una delle ragioni della condanna della Corte di giustizia europea e della perdurante sanzione a carico dell'Italia, quindi, in parte della Regione Campania per mancata realizzazione di questa filiera impiantistica. D'altronde, se tutti diciamo "no" a nuovi termovalorizzatori e diciamo "no" a nuove discariche, dobbiamo dire "sì" alla differenziata e agli impianti che servono a trattare la frazione organica. A seguito di questa programmazione, la Regione Campania pubblicò un avviso pubblico, una manifestazione di interesse per capire quali Comuni si candidassero ad ospitare questi impianti, tra questi il Comune di Caserta che propose questa localizzazione a Ponteselice. Decisione dell'Amministrazione comunale. Vi è stata un'istruttoria particolarmente complessa e laboriosa, da ultimo, sul tema dell'assoggettabilità o meno a valutazioni di impatto ambientale vi è stata una corrispondenza copiosa, vi sono stati anche dei ritardi dell'Amministrazione comunale e, da ultimo, un'integrazione di questa pratica che è all'esame dell'ufficio Autorizzazioni Ambientali sul tema. Questo progetto è assoggettabile a VIA o non è assoggettabile a VIA? Naturalmente, e vengo alla risposta alla domanda, se questo progetto dovesse essere dichiarato assoggettabile a VIA, la fonte di finanziamento sarebbe non più compatibile perché questa fonte impone che la cosiddetta OGV (obbligazione giuridicamente vincolante), cioè il contratto di affidamento, venga perfezionato entro il 31 dicembre 2022, evidentemente termine non compatibile con una procedura di valutazione di impatto ambientale. Se invece l'ufficio competente determinasse, in assenza della non assoggettabilità VIA, viaggiando in maniera veloce e in maniera spedita, questo obiettivo potrebbe essere ancora alla nostra portata. La valutazione dipende da questo esito. Ovviamente, non è compito della Regione valutare altre localizzazioni, sarà compito dell'Amministrazione comunale, ove ritenesse di confermare la propria candidatura ad ospitare un impianto, eventualmente a candidarlo per finanziamenti con fonte diversa da quella attuale, ovvero, si potrebbe aprire la possibilità di candidature di Comuni della Provincia di Caserta che al momento non sono in atti. Valuteremo tutte le candidature che dovessero pervenire, ma al momento non abbiamo motivo di ritenere che quest'impianto non debba realizzarsi. Attendiamo gli esiti della valutazione di assoggettabilità VIA e poi saranno prese delle decisioni finali.
Grazie Presidente della parola. Cercherò di essere velocissima, saltando anche tutti i passaggi che ormai conosciamo, e conosciamo anche abbondantemente. Vorrei venire direttamente al dunque senza raccontare quello che dopo due anni di silenzio pare, adesso, interessi tutti, dalle silenti Commissioni parlamentari anche a chi si reca in pellegrinaggio al porto di Salerno. Sorvolando anche sul fatto che sia partito il non riciclabile e considerando anche che forse, se fosse stato riciclabile, la Tunisia non avrebbe potuto accoglierlo, però questa valutazione la faranno, poi, le due Procure che adesso si stanno occupando del caso, approfondendo, spero, anche tutte le spedizioni che sono state effettuate dalla Campania fino ad ora fuori territorio italiano. Ritengo che se tutto questo interesse che si sta manifestando adesso fosse stato allertato quando sono uscite le forti azioni anche dai giornali e non solo quelli italiani, forse questa dolorosa vicenda l'avremmo già risolta, senza questo ulteriore aggravio di spesa e di vergogna per i cittadini campani. Mi riferisco, in questo modo, specialmente ai politici, sia quelli dentro ai palazzi romani, che hanno ricevuto, da tempo, richieste di collaborazione e sono stati muti e sordi e anche, naturalmente, dal Consiglio, dove - mi permetto di chiamarla così - la finta Opposizione, perché ormai non c'è più Opposizione in questo Consiglio, è stata assolutamente silente rispetto a quest'argomento, quindi, non parlerò degli intrighi probabili tra: camorra, Stato, le forti perplessità che ci sono nei rapporti tra la Calabria, la Campania e i Paesi esteri, ma vado direttamente alla domanda: quale, dunque, sia il soggetto e l'Autorità competente che si fa carico della spesa? A quanto ammonterà, quindi, questa spesa totale visto che per tutta quest'operazione già 4 milioni sono quelli che sono stati considerati dalla Regione Campania escluso il trasporto e 10 milioni di euro già li vuole l'Ascra per il noleggio dei containers. La cosa più importante, quella che più mi preoccupa: come mai questi rifiuti non siano stati caratterizzati nel Porto di Sousse e ci riprendiamo dei rifiuti senza che siano stati controllati. Questo controllo fatto a Sousse avrebbe messo, sicuramente, in sicurezza sia la Regione Campania sia anche la ditta che questa spedizione, poi, ha effettuato, principalmente per il fatto che adesso rientra anche un altro rifiuto, un altro container che conterrà il rifiuto combusto che è stato bruciato in Tunisia. Un errore, secondo me, questo, molto grave, perché non dovrebbe proprio tornare un rifiuto combusto del quale non sia stata fatta la caratterizzazione e principalmente per rassicurare le popolazioni, quale sarà la destinazione commercia prevista per questi rifiuti.
Grazie. L'interrogazione è datata, nel senso che sono avvenute delle cose, ma questa non è una critica, perché per fortuna il tempo scorre anche dopo le interrogazioni. Sono avvenute delle cose significative e, quindi, prendiamo spunto dall'interrogazione per fare un'attualizzazione della procedura e per dare qualche informazione. Chiariamo a monte questa vicenda che è conseguenza di una truffa internazionale, sarà l'Autorità Giudiziaria Italiana ad accertare tutte le responsabilità che dovessero configurarsi sul territorio italiano, sappiamo che le autorità tunisine hanno già avviato da tempo indagini e hanno assunto anche provvedimenti incisivi, voglio ricordare la custodia cautelare per il Ministro pro tempore all'Ambiente, della Tunisia, di alcuni alti funzionari del Ministero dell'Ambiente, quindi, si tratta di una vicenda che dovrà ancora essere chiarita nella sua totalità da parte di chi è preposto alle attività d'indagini di accertamento delle responsabilità. In base alla convenzione di Basilea ci stiamo occupando di questo rimpatrio perché la convenzione di Basilea prevede che quando un trasporto transfrontaliero è viziato in maniera irrimediabile nella sua procedura, lo Stato esportatore è oggettivamente responsabile del rimpatrio. Vorrei anche chiarire che qui l'oggetto della truffa non è stato il contenuto dei rifiuti o le caratteristiche dei rifiuti, l'oggetto della truffa è stato il fatto che è stato presentato, come possibile, il trattamento finale di questi rifiuti in un impianto in Tunisia che non c'era, tanto è vero che l'Amministratore Unico della società Soreplast, che era l'azienda titolare di questo impianto fantasma, si è reso fantasma pure lui, cioè è latitante da diversi mesi. Naturalmente, le autorità tunisine, su nostra richiesta, produrranno tutta la documentazione da cui si evince che il carico di container stoccato nel Porto di Sousse è stato oggetto di un'attività di sequestro e di valutazione con la rimozione di sigilli, la presa visione dei rifiuti contenuti, la riapposizione dei sigilli, il tutto sotto il controllo e la diretta responsabilità delle autorità tunisine, quindi, i rifiuti che sono tornati in Italia sono stati coperti da questa attività di accertamento con tutte le garanzie di evitare manomissioni o alterazioni per quello che ci sarà documentato dalle autorità tunisine. I costi, per fortuna, non sono quelli che preoccupano l'interrogante, al momento abbiamo dovuto solo sostenere un costo di circa 180 mila euro per l'attività di trasporto da parte della compagnia Arcas. Vi sono, in questa vicenda, delle pretese mirabolanti di risarcimenti, ma sappiamo che è facile sparare cifre che non hanno alcun fondamento, intanto noi agiamo su delega del Ministero dell'Ambiente e agiamo nei limiti della cauzione che è stata prestata dalla compagnia assicuratrice in favore della società esportatrice. Nel caso di inadempimenti o di gravi negligenze abbiamo la possibilità di azionare l'escussione di questa cauzione, cioè, possiamo prelevare le risorse che servono per fronteggiare i costi di rimpatrio e di trattamento finale a valere su questa cauzione. Naturalmente, ci muoveremo nell'ambito di questo e riconosceremo dei costi ammissibili. Per quanto riguarda i rapporti che riguardano il Porto di Sousse, la compagnia di navigazione, la non disponibilità dei containers per un certo periodo di tempo da parte della compagnia di navigazione che ne è proprietaria, sono vicende che a noi non interessano. Ci faremo carico di questo primo costo del trasporto e, naturalmente, ci faremo carico di un'operazione di trattamento finale perché i rifiuti che saranno stoccati temporaneamente presso il sito di Serre, dovranno essere portati a destinazione finale. Qual è la destinazione sarà la conseguenza della gara che faremo per le procedure di affidamento necessario. Voglio anche cogliere l'occasione per chiarire che questi rifiuti, non abbiamo ragione per ritenere che non sia così, sono rifiuti provenienti da attività di differenziazione ingombranti, vetro, prevalentemente plastica, materiale ferroso, non vi è presenza di sostanze organiche, il che è importante perché esclude sia il problema delle esalazioni maleodoranti in atmosfera sia un problema di possibile percolazione di liquido. Abbiamo individuato il sito di Serre semplicemente perché è una località militare, è l'unico sito di prossimità con il Porto di Salerno, non ci solo altri siti che hanno quelle caratteristiche che sono necessarie. Voglio, quindi, dire, che non c'è alcun problema d'interferenza con problematiche ambientali e voglio anche precisare che in quel sito l'Amministrazione in carica ha rimosso 35 mila tonnellate di ecoballe delle 90 mila che stavano lì da 12 anni nel silenzio generale e il resto le toglieremo nei prossimi mesi ad una cadenza non inferiore a 5 mila tonnellate al mese. Il che significa che già nel mese di marzo le tonnellate in più che rimuoveremo compensano questo carico limitato di containers per uno stoccaggio temporaneo, quindi, mi sembra che non ci siano le ragioni di creare un particolare allarme sociale e includere nella popolazione preoccupazioni che non hanno ragione di esistere. Naturalmente, continueremo a vigilare perché l'operazione si concluda nel modo migliore possibile, ma anche il più rapidamente possibile.
Sì. Grazie Presidente. Assessore, i costi a cui facevo riferimento non sono soltanto quelli chiesti da Amscra per i 10 milioni di euro, ma anche 4 milioni di euro, una cifra che è stata indicata proprio dalla Giunta regionale nel documento del 10 marzo 2021 e che riguardano le operazioni che si andranno a fare. Non mi ha risposto sul rifiuto, quello che è stato importato, il rifiuto combusto, a questo punto fidiamoci assolutamente dei tunisini, ma potrebbe esserci in quel rifiuto anche combusto che proviene da altro. Sarebbe veramente grave trovarci dentro un traffico internazionale di rifiuti che abbiamo procurato noi stessi. Sono soddisfatta delle sue risposte che sono quelle che ha dato anche ai cittadini, meno su questa, che mi è mancata, del rifiuto combusto, spero riuscirà a rispondermi. La cosa che mi preoccupa realmente è che al di là delle indagini che le procure stanno attuando, l'errore madornale, ma veramente madornale, è stato commesso qui, all'interno della Regione Campania. Mi sono letta tutti i documenti, alcuni dei quali sono veramente imbarazzanti. Com'è possibile che un dirigente della Regione Campania, il quale occupa proprio il ruolo di gestione del rifiuto, non sappia, perché questa è una sua dichiarazione, loro scrivono addirittura che non riuscendo a trovare su Google il focal point tunisino si rivolgono alla Console o, peggio ancora, si fidano dei suggerimenti che la ditta che esporta il rifiuto dà. Su internet ci lavoro, ma come tutti quanti noi, è bastato digitare "Basilea focal point" ed esce una scheda perfetta nella quale si rileva che il focal point che doveva comunicare con il focal point italiano è il focal point indicato qui, con tanto di e-mail, numero di telefono e altro. Questo dirigente della Regione Campania chiama la Console, la quale è venuta anche da me inanellando una serie di storie, non sapevo nulla di questa cosa, non sono esperta di rifiuti, ho detto la prima cosa che mi veniva in mente. Siccome questa pratica di export non è sicuramente nuova per la Regione Campania, mi chiedo come mai i tecnici non la conoscevano e, peggio ancora, se non l'hanno conosciuta adesso, l'hanno sbagliata anche in tutte le fasi precedenti? (Intervento fuori microfono) Il punto che l'Assessore mi vuole chiarire era sul combusto. No, non vuole chiarire. Finisco la mia replica dicendo che l'errore c'è stato ed è stato molto grave, spero che per la tutela dei cittadini campani, adesso, si faccia un'azione di controllo anche all'interno degli uffici, perché chi ha commesso un errore del genere, un errore madornale, veramente neanche da manuale delle giovani marmotte, sembra brutto dire che debba essere punito, ma bisognerà controllare. Grazie.
Grazie Presidente e grazie Assessore Bonavitacola. È vero, a volte il tempo è importante, quando ho scritto l'interrogazione sapevo che era all'attenzione della Giunta comunale l'approvazione del PUAD (Piano attuativo utilizzazione aree demaniali marittime) del Comune di Castellammare di Stabia, non si è più portata avanti questa cosa in quanto è recente notizia dello scioglimento per infiltrazione camorristica del Comune di Castellammare di Stabia. Questo viene messo da parte. In quella proposta si prevedeva, Assessore, il 30 per cento di area fruibile, utilizzabile, però prospiciente alla villa comunale, un'area che è interdetta. Anche attraverso la mozione portava avanti dal Consigliere dei 5 Stelle, Francesco Nappi, in Consiglio comunale, votata all'unanimità, si chiese di procedere a mantenere lo stato di interdizione che dura da tempo immemore, con tanto di cartelli che poi non sono stati rimossi da quel tratto. La preoccupazione è che anche sulla base dei dati Arpac c'erano dei ritrovamenti di sostanze che comunque contaminavano l'arenile. La Regione Campania ha messo importanti risorse per quanto riguarda la balneabilità, cioè la qualità dell'acqua prospiciente il lungomare di Castellammare, uno sforzo enorme che il Governo regionale ha fatto anche attraverso gli interventi per quanto riguarda il depuratore che interessa l'area di Castellammare. Chiaramente, quello, risolve il problema dell'acqua, però mantenendosi il problema dell'inquinamento sull'arenile, alla fine si mescola e, quindi, il problema comunque resta in piedi. Sta di fatto che la preoccupazione è fondata sul fatto che se lasciamo l'unica area di fruizione libera, un'area che comunque necessita di interventi migliorativi, tanto è vero che erano stati commissionati interventi di caratterizzazione attraverso una convenzione che sta partendo da parte dell'Amministrazione Cimmino, fu convocata anche in VII Commissione, il Presidente Zannini convocò la Commissione su mio input, in cui si parlava di capire come stessero procedendo queste attività tenendo conto che in una nota, l'Arpac aveva chiarito che le modalità con cui erano state fatte quelle indagini non erano conformi ai parametri Arpac. Anche questo fu argomento di discussione in Commissione. Questa è la premessa del quesito che pongo, visto che la Regione - lo ripeto - come Governo si è tanto impegnata per quanto riguarda il tema dell'acqua, a noi sta a cuore capire, ad oggi, gli interventi che esito hanno avuto e a che punto è il Piano di attuazione, con un'attenzione in particolare, e gliela pongo in quanto Assessore all'Ambiente, consapevole che su questo c'è la massima attenzione da parte di questo Governo anche per quanto riguarda il tema della bonifica di tutto quel tratto. Questo sarà un tema che andrà posto e lo porrò ai commissari di Governo una volta che si insedieranno perché avranno la responsabilità anche di governare il territorio di Castellammare e le evidenti criticità che questo territorio comporta, ma noi, come Regione, penso che possiamo fare il nostro passo anche per quanto riguarda il tema definitivo della bonifica dell'arenile, quindi, restituirlo a quello che è la sua vocazione: una spiaggia che sia fruibile ai cittadini. A quel punto, parliamo di libera fruizione in quel tratto, però permettetemi questa parentesi, dopodiché, il quesito resta sullo stato di attuazione. Grazie e perdonatemi se mi sono prolungato in modo anche un po' irrituale.
Il tema della balneabilità del litorale di Castellammare può essere articolato in due parti distinte, una che attiene alle vicende ambientali di alcuni rivi minori e l'altra che rinvia al grande tema del Fiume Sarno. Per quanto riguarda i rivi minori, il litorale è interessato dalla foce di questi tre rivi significativi denominati Rivo San Marco, Rivo Cannetiello e Rivo San Pietro. Tali rivi sono stati storicamente utilizzati - ahimè - quale scarico di acque reflue derivanti da rete fognarie interne dei Comuni di Castellammare di Stabia, Lettere, Casola, Gragnano e Pimonte, ovvero di scarichi diretti di abitazioni private e/o condomini, evidentemente scarichi non autorizzati. Inoltre, a causa delle correnti marine, il litorale di Castellammare risente anche degli effetti della foce del Fiume Sarno che, com'è noto, segna proprio il confine tra il Comune di Castellammare e il Comune di Torre Annunziata, in prossimità del quale è anche ubicato l'impianto di depurazione a servizio del comprensorio depurativo denominato Foce Sarno. Ebbene, la balneabilità del litorale di Castellammare è sostanzialmente correlata al risanamento igienico sanitario del Rivo San Marco, del Rivo Cannetiello e del Rivo San Pietro, nonché, in maniera indiretta, dal risanamento igienico sanitario del Fiume Sarno. Il Rivo San Marco attraversa il Comune di Castellammare di Stabia e recapita in mare in prossimità dell'Hotel Miramar; esso è ancora il recapito di reti fognarie provenienti da Comuni dei Monti Lattari, in particolare Gragnano, Lettere e Casola di Napoli che si immettono in Rivo San Marco, appunto, in prossimità del punto denominato Santa Maria delle Grazie. L'eliminazione degli scarichi delle reti fognarie nel Rivo San Marco è prevista con il definitivo completamento dei lavori del cosiddetto collettore di Gragnano, un'opera importante per un investimento significativo che è stato affidato nell'esecuzione al soggetto attuatore gestore del ciclo idrico nell'Ato competente che è la Gori S.p.A. È prevista la consegna dei lavori nel prossimo mese di marzo per una durata complessiva di circa un anno. Questo è uno degli interventi più importanti e nelle more del completamento dei lavori, tuttavia, in prossimità della foce, precisamente all'intersezione del collettore litoraneo, è stato realizzato un impianto di sollevamento fognario provvisorio che prima dello scarico a mare raccoglie le acque del Rivo San Marco e le immette nel collettore litoraneo per il recapito al suddetto richiamato impianto di depurazione di Foce Sarno, questo per Rivo San Marco. Rapidamente, per il Rivo Cannetiello, con un'intensa azione sinergica, è stata avviata la realizzazione di questi interventi e in particolare per lo spostamento degli scarichi da Rivo Cannetiello nella rete fognaria ivi presente, con tali lavori sarà consentito il risanamento di questo Rivo. Invece Rivo San Pietro, attraverso il territorio del Comune di Castellammare, recapita a mare in prossimità del Porto, con la realizzazione dell'intervento e opere di completamento della rete fognaria di Castellammare di Stabia, Santa Maria la Carità e Pimonte, frazione Tralia, in fase di collaudo finale, a cura della Direzione Generale della Difesa Suolo sono stati già eliminati alcuni scarichi provenienti da reti fognarie e sono ancora attivi alcuni scarichi di abitazioni private, quindi, le azioni che riguardano il risanamento di questi tre rivi sono in pieno svolgimento. Per quanto riguarda la tematica più complessiva del Bacino Idrografico, quindi, in particolare del Fiume Sarno, sarebbe complesso ridurla in una risposta sintetica. Voglio solo ricordare che i comprensori depurativi al servizio del Bacino Idrografico del Fiume Sarno sono: l'Alto Sarno, il Medio Sarno, a sua volta ripartito con il sub comprensorio 1, 2, 3 e 4 e il sub comprensorio Foce Sarno. Per ciascun comprensorio sono stati realizzati tutti gli impianti di depurazione mentre purtroppo non sono stati ancora completati per la realizzazione dei sistemi i collettori comprensoriali nel Medio Sarno, sub comprensorio 1, 2 e 3 e quelli relativi alle reti fognarie interne dei Comuni. Il mancato completamento degli interventi previsti deriva dalle difficoltà conseguenti ad una serie di rescissioni contrattuali con le imprese affidatarie dei lavori per ragioni che non è il caso qui di approfondire. È chiaro che siamo concentrati per la realizzazione di questi interventi di collettamento perché l'azione congiunta del risanamento dei tre rivi e del risanamento dell'asta principale, consentirà, in tempi ragionevolmente non lunghissimi, diciamo di qualche anno, di raggiungere l'obiettivo che tutti quanti noi auspichiamo, che è la base dell'interrogazione e anche, ovviamente, in cima ai pensieri della nostra Amministrazione, quello di rendere balneabile il litorale in prossimità del Comune di Castellammare di Stabia, contemporaneamente al risanamento del Fiume Sarno che, ovviamente, è uno dei grandi progetti a cui ci stiamo dedicando con grande dedizione, con grande passione e siamo convinti che lo porteremo a termine. Grazie.
Mi ritengo soddisfatto Assessore. Puntuale risposta. Chiedo la disponibilità, per il suo Assessorato, di valutare di convocare un incontro con Gori e con chi sta gestendo, appunto, come Direzione Generale Difesa Suolo, gli interventi, per capire lo stato di avanzamento. Per marzo s'intende questo marzo per la consegna. Giusto per essere chiari su questo. Dopodiché, Assessore, alla luce di quest'interrogazione, veramente in modo irrituale, le propongo un momento di confronto anche per quanto riguarda il risanamento del tratto di costa che è prospiciente all'acqua, in modo che un mare balneabile è da restituire in due anni, un tempo ragionevole, visto che ora ci si sta attivando su questo tema, però, contestualmente, garantire anche un tratto che sia veramente valorizzato come spiaggia, in modo che veramente quel lungomare, visti anche gli interventi che sono stati fatti, possa essere considerato un lungomare di livello, come giustamente il nostro territorio merita. Grazie Presidente.