Question Time del 21 maggio 2021

Question Time del 21 maggio 2021

indice:
1 - Comunicazioni del Presidente
2 - Vaccinazione dei bufali contro la brucellosi in provincia di Caserta
3 - Condizione di criticità delle aziende campane operanti nel settore dei trasporti privati conseguente all'emergenza Covid 19
4 - Alienazione degli alloggi di edilizia residenziale da parte dell'ACER
5 - Situazione aree di crisi complessa della Regione Campania
6 - Indennità per i lavoratori della Regione Campania che hanno cessato la mobilità ordinaria dal 01/01/2015 al 31/12/2016
7 - Cronoprogramma lavori stadio A. Collana
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE

Benvenuti all'odierna seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di 1 minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente, l'interrogante o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo, inoltre, che le interrogazioni all'ordine del giorno sono state elencate nell'ordine di presentazione. Comunico che con riguardo all'interrogazione Reg. Gen. 44/2, presentata dal Consigliere Gianpiero Zinzi, il Consigliere ci ha comunicato che per insormontabili eventi sopraggiunti non potrà partecipare all'odierna seduta e ha richiesto quindi di rinviare la discussione dell'interrogazione a propria firma alla prossima seduta. Con riguardo all'interrogazione successiva, Reg. Gen. 47/2, anche questa è rinviata poiché il vicepresidente Fulvio Bonavitacola ha comunicato che non potrà essere presente, sempre per altri impegni coincidenti. Anche questa viene rinviata.

Vaccinazione dei bufali contro la brucellosi in provincia di Caserta
ZANNINI GIOVANNI

Grazie dottoressa Ciarambino. Mi riporto al contenuto della richiesta scritta, la tematica è ormai arcinota, ma abbiamo il dovere di attivare tutti quanti i canali possibili per mantenere sempre alta l'attenzione sulla tematica. Assessore, sono un casertano, in Provincia di Caserta il Piano di eradicazione della brucellosi e della tubercolosi ha portato, fino ad oggi, a circa 40 mila abbattimenti, di cui gli esami post mortem effettuati dagli istituti di zooprofilassi, credo proprio quello di Portici, hanno documentato che nel 50 per cento dei casi circa, mediamente, si è trattato di falsi positivi, e sto facendo una media degli ultimi tre anni, in alcuni casi era del 57 per cento, in qualche altro caso anche il 60, per annualità. Il Piano di eradicazione, in tutto questo, non ha prodotto gli effetti sperati, perché la brucellosi sta sempre lì. Credo che debba essere invertita la strategia ed immaginare una nuova strategia. Nell'interrogazione scritta, che abbiamo prodotto, ci sono tutte quante le sollecitazioni delle Associazioni di rappresentanza della categoria degli allevatori. Non le sfuggirà l'impatto che un dramma del genere produce sulla filiera che è fondamentale e che dà occupazione a circa 30 mila persone. Sono casertano, gli impatti negativi si vedono proprio e soprattutto nella mia Provincia. Ho il dovere di chiedere quali siano le strategie che la Giunta ritiene di dover introdurre anche e soprattutto in considerazione dell'ultimo ordine del giorno che proprio qui, in Consiglio, all'unanimità abbiamo approvato e con il quale davamo mandato per dare una sterzata a questa tematica. Grazie.

MARCHIELLO ANTONIO

Grazie Presidente. In merito ai quesiti posti, la direzione generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario e la direzione generale per le politiche agricole, alimentari e forestali, hanno riportato quanto segue: gli abbattimenti sono regolati da Piani nazionali in recepimento di Regolamenti europei in cui sono anche esplicitate le prove per l'individuazione dei capi infetti. Le prove utilizzate sul territorio regionale non sono arbitrarie, ma standardizzate a livello nazionale ed europeo e l'interpretazione delle stesse si attiene a quanto dettato dalle specifiche norme. Pertanto, l'espressione di abbattimento indiscriminato di capi, perché sospetti, non collima con quanto definito dalla norma dello Stato che individua in maniera chiara, quindi, non interpretabile, soggettivamente quali siano i capi da inviare alla macellazione perché positivi alle prove ufficiali, come definite a livello europeo. Pertanto, come detto, alle Amministrazioni coinvolte non è rimessa alcuna valutazione, né alcuna discrezionalità sia in merito alle misure di eradicazione da adottare, sia in merito ai metodi diagnostici da utilizzare essendo entrambi i profili puntualmente e specificamente regolamentati dai Piani nazionali di eradicazione. In merito alla perdita dei posti di lavoro e di Pil, va precisato che essa è la conseguenza dell'inosservanza di quanto disposto dalla normativa vigente circa l'implementazione delle misere di biosicurezza aziendale ed ambientale. Poi, necessariamente consegue la diffusione della malattia e l'inevitabile abbattimento dei capi infetti secondo le prove ufficiali. Le numerose e diverse criticità che stanno penalizzando la filiera in Provincia di Caserta, non sono ascrivibili all'attuazione dei Piani di eradicazione adottati dalla Regione Campania assolutamente conformi alla normativa nazionale ed europea. Ne è prova tangibile che le norme previste da detti Piani di eradicazione della brucellosi bovina e bufalina hanno permesso alle Province di Napoli, Avellino e Benevento, l'acquisizione di Province ufficialmente indenni da brucellosi, con decisione di esecuzione europea 2185 della Commissione del 2 marzo 2021. Piuttosto, le criticità vanno ricondotte a carenza di biosicurezza aziendale, biosicurezza ambientale e difficoltà e ritardi nella macellazione degli animali infetti, legati ai ricorsi giudiziari proposti dagli allevatori, determinando un rischio grave di diffusione dell'infezione sia all'uomo che agli animali non infetti, oltre che un rischio di contaminazione dell'ambiente esterno. A tale proposito, è bene ricordare che l'articolo 10, capo 3, del Regolamento 429 del 2016, stabilisce che gli operatori sono responsabili della riduzione al minimo del rischio di diffusione della malattia e delle buone prassi in allevamento attraverso l'adozione di misere di biosicurezza opportune, in relazione ai rischi connessi, tenendo conto dell'ubicazione geografica delle condizioni climatiche e delle circostanze e delle prassi locali. Riguardo alla campagna degli abbattimenti, è da sottolineare che diversamente da quanto ritenuto dal Consigliere, alcuni esami auspicati nell'interrogazione, in realtà non sono richiesti per la lotta alla brucellosi, come ad esempio riguarda la voce "Capi positivi negativi agli esami batteriologici", ritenuta a livello europeo irrilevante ai fini dell'eradicazione della brucellosi. Infatti, per le norme in vigore, in considerazione della sensibilità dei metodi, un capo è considerato infetto, quindi, oggetto di abbattimento, se è risultato positivo alle prove ufficiali Sar e Fdc per la brucellosi e Idt singolo o Idt comparativa o gamma interferone per la tubercolosi. Tutti i capi ritenuti da chi pone l'interrogazione, quali falsi positivi, sono invero capi infetti per le norme sanitarie in vigore sia in Italia che in Europa. Riguardo l'incidenza della tubercolosi tra capi allevati, si è assistito ad un'inversione di tendenza dal 9,2 per cento del 2019 al 2,6 per cento del 2020, grazie all'introduzione della prova gamma interferone altamente sensibile e specifica. Sul punto, si precisa che come già ampiamente delucidato, detta prova è stata accreditata e validata anche nel bufalo mediterraneo già dal 2019, anno in cui è stata prevista quale prova della delibera di Giunta 207 del 2019. Nell'interrogazione, poi, si fa un attimo di confusione sulla validazione della prova gamma interferone nel bufalo mediterraneo e la certificazione di una ditta privata, quale la certificazione del kit di una ditta privata, quale la Thermo Fisher. La validazione delle prove diagnostiche, infatti, nulla ha a che vedere con la certificazione di kit a livello di organismo mondiale per la salute animale, l'Oie, come già ampiamente accertato anche nelle Aule di tribunali. Il provvedimento regionale più recente in materia di controllo delle malattie soggette a profilassi di Stato edt applicabili alle specie bufaline e la delibera di Giunta regionale n. 207 del 2019 richiamata. Detto provvedimento, in attesa delle nuove regolazioni statali da adottarsi in attuazione delle direttive europee, è conforme alla vigente normativa costituita dal decreto legislativo 196 del 1999, dal Regolamento di Polizia Veterinaria 230 del 1954, dai decreti ministeriali 651 del 1994, 552 del 1995 e dall'ordinanza ministeriale ultima del maggio 2015. Conclusivamente, riguardo l'auspicata vaccinazione delle popolazioni bufaline, certamente, la vaccinazione con Rd51, rappresenta uno strumento di contenimento dell'infezione, ma occorre valutare le ripercussioni che potrebbe comportare sul mercato della genetica della bufala mediterranea insistenti in Provincia di Caserta, quindi, sull'intera filiera bufalina. Il centro di referenza nazionale della brucellosi, pur auspicando l'applicazione in alcune aree del territorio, stabilisce numerose e stringenti condizioni per la sua applicazione. D'altro canto, l'utilizzo del vaccino RB51, solo nei capi giovani, unica soluzione approvata dal Centro di Referenza sulla Brucellosi, allungherebbe, in ogni caso, di molto i tempi per l'eradicazione, mostrando i suoi effetti positivi solo dopo anni dall'avvio della stessa, dovendo procedere a vaccinare, in maniera graduale, esclusivamente (...), inoltre, vaccinando solo i capi di 6-9 mesi s'impiegherebbero circa 4-5 anni, per effettuare una copertura dell'80 per cento dei capi, soglia questa che si rende necessaria secondo le linee guida della task force della Commissione Europea, per garantire l'efficacia della stessa vaccinazione. È bene sottolineare che l'utilizzo del vaccino RB51 ha la funzione di limitare la diffusione della malattia in quanto riduce l'eliminazione di brucella selvaggia con i prodotti dell'aborto e del concepimento, ma gli animali risultati positivi alle prove ufficiali, quindi infetti, devono essere sempre e comunque abbattuti secondo le norme vigenti. Con riguardo alle circostanze di luogo e tempo della campagna di vaccinazione bufalina, qualora venga approvata dal Ministero e dall'Europa, questa dovrà essere obbligatoria nei Comuni cluster di malattia dove, peraltro, è concentrata la maggior parte del patrimonio bufalino casertano: Castel Volturno, Cancello Arnone, Grazzanise, Santa Maria la Fossa. Il territorio da vaccinare potrebbe estendersi anche ad altri sette Comuni limitrofi al fine di creare una cintura di sicurezza contro la diffusione della malattia. La vaccinazione, inoltre, per essere efficace, dovrà essere effettuata secondo le linee guida della task force della Commissione Europea per un periodo superiore al doppio della vita media di produzione dell'animale. Dunque, tenuto conto che la vita media produttiva della bufala è di circa 6 anni la vaccinazione in Provincia di Caserta dovrà durare minimo 12 anni. Al contempo una campagna vaccinale non escluderebbe il rispetto delle norme del Regolamento europeo della Commissione, a tenore delle quali la presenza della malattia nella Provincia di Caserta impedirebbe la movimentazione di capi verso altre Province in possesso della qualifica d'indenne o verso altri allevamenti ubicati sul territorio casertano che risultino essere anch'essi in possesso della qualifica d'indenne. Il ricorso alla vaccinazione finirebbe, dunque, per consentire lo spostamento dei capi fuori Provincia non prima che siano trascorsi 3 anni dall'ultima somministrazione vaccinale, anni che, ovviamente, si aggiungerebbero agli altri 12 necessari per completare la campagna vaccinare nel rispetto delle indicazioni fornite dal Centro di Referenza Nazionale, con evidenti ricadute economiche negative sul settore. Riguardo alle azioni possibili e le loro ricadute, vale la pena rifarsi a quanto il Centro di Referenza Nazionale della Brucellosi ha avuto modo di chiarire. Nei Comuni della Provincia di Caserta sarebbe ipotizzabile associare alle attuali misure di profilassi diretta anche misure di profilassi indiretta, quali la vaccinazione, tuttavia, la decisione deve essere resa obbligatoria per tutti gli allevamenti presenti nella zona geografica e individuata e non può, quindi, essere basata solo sulla scelta dei singoli allevatori. È chiaro, in ogni caso, che prima di procedere all'eventuale vaccinazione occorrerà seguire un accertamento sierologico di tutto l'effettivo vaccinabile dell'allevamento, macellare tutti i soggetti sieropositivi presenti. Per aziende con elevati livelli di prevalenza sarebbe auspicabile procedere alla macellazione totale e relativo ripopolamento con gli animali provenienti da aziende indenni e valutare la possibilità di applicare misure di biosicurezza prima d'iniziare la vaccinazione. Prima di procedere ad un piano di vaccinazione sarebbe opportuno confrontare i maggiori costi sostenuti per la sua applicazione con i costi finora sostenuti e che lo saranno in futuro, relativi alle sole misure di profilassi diretta, tenendo conto che un piano di vaccinazione allo stato attuale non può essere considerato come sostitutivo, ma, altresì, completamente complementare alla misura già in atto e inoltre sarà necessario contrastare adeguatamente l'eventuale, possibile, attività di vaccinazione illegale, in quanto esse rischierebbero di vanificare le misure di carattere sanitario e di piani di profilassi operativi attualmente o che lo saranno in futuro. In definitiva, la misura della vaccinazione è applicabile, ma esclusivamente alle condizioni poste dal CNR BRC, previa autorizzazione dell'Unione Europea e in ogni caso deve ritenersi complementare e non sostitutiva rispetto all'applicazione delle restanti misure previste dai piani di profilassi di stato che prevedono l'abbattimento dei capi positivi alle prove ufficiali incluso lo stamping out ove necessario. Occorre una valutazione costi-benefici in merito all'applicazione della vaccinazione in considerazione delle ricadute negative che la qualifica di zone indenne con vaccinazione, per un periodo di tempo così lungo, sicuramente, comporterà negli scambi commerciali europei ed extraeuropei, nonché dei costi elevati della profilassi vaccinale – diversi milioni di euro – che graverebbero inevitabilmente sul fondo sanitario. È da sottolineare, inoltre, l'inefficacia delle misure di profilassi qualora non siano state risolte le ben note gravi carenze di biosicurezza sia aziendale sia ambientale. Ne discende, in definitiva la maggiore sostenibilità per il settore delle misure e degli interventi previsti dalla deliberazione di Giunta richiamata, la n. 207/2019, sia riguardo all'efficacia delle misure finora attuate per l'eradicazione della brucellosi e della tubercolosi sia rispetto ad ogni altra diversa misura o intervento.

ZANNINI GIOVANNI

Grazie. Sarò davvero contenuto. Innanzitutto la ringrazio per l'apertura, c'è, però, da dire una cosa, Assessore: non è la mia posizione, c'è una raccomandazione che proviene dalla Regione Campania e dal Ministero, è la n. 5/2021, sarei davvero contento se la Regione innanzitutto iniziasse a riscontrare il Ministero rispetto alle raccomandazioni che il Ministero rivolge alla Regione Campania sulla tematica, qual è l'auspicabile procedura di eradicazione da porre in essere per risolvere un problema che tutte le strategie che fino ad oggi sono state immaginate non hanno consentito di risolvere. Il dato è questo, che tutte le strategie, che fino ad oggi sono state introdotte, hanno prodotto risultato zero, almeno per quanto riguarda la Provincia di Caserta. C'è l'Istituto Zooprofilassi di Teramo che fa un'indagine attenta, che boccia, sostanzialmente, i risultati della strategia di zooprofilassi della Regione Campania, lì il Ministero ci fa una raccomandazione, il Ministero ci dice: "Si raccomanda alla Regione Campania di valutare attentamente tutti quanti gli elementi posti in essere dal CNR per la brucellosi e in particolare il fatto che laddove si dovesse decidere di optare per una strategia di vaccinazione, questa debba, necessariamente, essere preceduta da un'attenta valutazione dei costi, accompagnata dall'individuazione ed eliminazione di tutti gli animali positivi dall'applicazione di tutte le misure di biosicurezza, anche ambientale, supportata da percorsi formativi e informativi degli allevatori e di ogni altra misura organizzativa e gestionale dei servizi veterinari, atta a garantire il raggiungimento dell'obiettivo di radicazione". C'è una strategia alternativa che viene, in qualche modo, suggerita dal Ministero, cerchiamo di far capire noi cosa vogliamo, in concreto, fare. Quando parliamo di biosicurezza facciamo capire ai nostri allevatori quali sono le misure economiche che possiamo introdurre per aiutarli e sostenerli nei percorsi di biosicurezza che oggi loro, con le loro risorse economiche non riuscirebbero a sostenere, essendo i protagonisti di uno dei settori che sono maggiormente in crisi in questa fase. Quando parliamo di corsi formativi introduciamoli questi corsi formativi, soprattutto, poi, sulla strategia "Vaccino sì, vaccino no", la Regione deve assumere una posizione, ma non la deve comunicare al Consiglio regionale, la deve comunicare al Ministero che in qualche modo ci raccomanda una soluzione che può passare anche attraverso questo tipo di opzione. La ringrazio. Buon lavoro e buona giornata.

Condizione di criticità delle aziende campane operanti nel settore dei trasporti privati conseguente all'emergenza Covid 19
IOVINO FRANCESCO

Sarò breve. Naturalmente ringrazio l'Assessore e il Presidente per i lavori d'Aula. In effetti il tema è la grande criticità, il momento di grande difficoltà che le aziende private dei trasporti stanno vivendo. Naturalmente c'è stata una prima fase, la fase in cui il Governo nazionale lo individua come settore essenziale, quindi, essendo un settore essenziale non è un settore soggetto ad un blocco del lavoro, quindi, non rientrerebbe in quelle che sono, praticamente, le aziende che vengono sussidiate da parte del Governo centrale. Questo avviene nella prima fase del 2020. Nella prima fase del 2020 la riduzione della pandemia preestate crea le condizioni per gli operatori di un'eventuale ripresa. Questa ripresa, ahimè, di carattere economico finanziaria non avviene, ma avviene la ripresa della pandemia, quindi, un'ulteriore grave condizione del trasporto privato, perché vengono poi bloccate quelle che sono tutte le vie di economia e di volume d'affare di un'azienda privata che opera nel settore dei trasporti. Non vi sono le scuole bloccate, quindi, non vi sono le visite d'istruzione, non avvengono trasporti per le fasi dei grandi percorsi turistici e le grandi masse che vengono anche dall'estero. Questo gravame continuo, quindi, nei confronti delle aziende che operano nel settore del trasporto privato. Naturalmente, a seguito di questo, vi è una sospensione, post sospensione vi è una ripresa, perché rientrano nuovamente, il Governo nazionale riprende come servizi essenziali, dice di dovere andare avanti, ma con il blocco dei trasferimenti delle persone, quindi, dai turisti dall'estero in Italia, con il blocco delle scuole, il blocco delle Associazioni e tutte quelle che erano le visite possibili attraverso questo trasporto privato, si viene alla fine di questo grande comparto, fino ad arrivare alla riduzione del volume d'affari di circa il 90 per cento. Naturalmente, due sono le condizioni che hanno generato quest'interrogazione: 1) il grande attivismo a livello regionale, ma naturalmente non è piena competenza del Governo nazionale, quindi, la grande richiesta fatta al Governo nazionale da parte del Governo regionale, quindi, a carico del Presidente De Luca, il quale più volte interviene dicendo che ci deve essere una massima forma di sostegno da parte del Governo centrale per la Regione Campania anche alla luce della strategia che ha un settore di trasporto privato che vede in prima linea la funzione. La richiesta è di poter, in un certo senso attivare, visto che ormai le spese dei trasporti, ma tengo a sottolinearlo che anche le sue forze politiche potrebbero farlo al Governo, quindi, prendere a carico questo sostegno alle imprese private che continuano a pagare mutui, continuano a pagare leasing delle auto. La richiesta è di un eventuale contributo verso le aziende private e l'eventuale sospensione dei mutui, la possibilità di avere un contributo anche dal Governo nazionale, quindi, spingere il Governo nazionale a fare qualcosa e spingere il Governo regionale a individuare questo settore come il settore sul quale in questo momenti dare un po' di economia, visto che forse e, con l'avvio delle vaccinazioni si giunge a un numero di vaccinati abbastanza confortanti, quindi, ci potrebbe essere una ripresa in via estiva di tutto quello che è il trasporto privato. Ringrazio. Mi dispiace di questo suo intervento.

MARCHIELLO ANTONIO

Grazie Presidente. L'interrogante, sul presupposto che la grave crisi determinata nel settore dei trasporti privati a causa della pandemia, ha provocato ingenti perdite economiche anche a seguito delle limitazioni imposte alla circolazione, quali misure di prevenzione e contenimento del contagio, chiede di conoscere le iniziative che si intendono adottare e le richieste che si intendono formulare al Governo nazionale a tutela di questi operatori. A riguardo, nella consapevolezza dei pesanti effetti economici prodotti dall'intero sistema imprenditoriale, in particolare su quello dei trasporti, la direzione generale per la Mobilità ha precisato: in via preliminare, per quanto concerne gli aspetti strettamente amministrativi, le attività di trasporto pubblico non di linea, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 21 del 1992, legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea, sono quei servizi che provvedono al trasporto collettivo o individuale di persone con funzione complementare e integrativa rispetto ai trasporti pubblici di linea ferroviari, automobilistici e marittimi, lacuali ed aerei e che vengono effettuati a richiesta dei trasportati e del trasportato in modo non continuativo periodico su itinerari, secondo orari stabiliti di volta in volta. Questi servizi sono declinati dalla norma richiamata in: servizi di taxi con autovettura, motocarrozzetta, natante e veicoli a trazione animale e servizi di noleggio con conducente e autovettura, motocarrozzetta, natante e veicoli a trazione animale. Sotto il profilo della funzione di questa alla direzione Mobilità, è da evidenziare che la legge attribuisce alle Regioni competenze strettamente gestionali, ad esempio accertamenti dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio. Esiste una Commissione Specifica che fa queste valutazioni, ben più circoscritte di quelle sollecitate dall'interrogante che appaiono più ampie e di natura evidentemente di taglio più politico. Va anzi rilevato che assumendo il tema generale, non solo la natura interdisciplinare, ma anche un rilievo ed una portata nazionale o sovranazionale, come evidenziato anche nell'interrogazione, esso appare esulare anche dalle competenze strettamente regionali per coinvolgere maggiormente aspetti rimessi a scelta del Governo centrale. Ciononostante, è noto che nell'ambito del complessivo Piano economico sociale, varato dalla Regione Campania per contenere gli effetti negativi sul sistema delle imprese, determinato dalla pandemia, è stata dedicata la massima attenzione, compatibilmente con le risorse disponibili, anche al settore in riferimento. L'impegno del Governo regionale sul tema, pertanto, è confermato sotto ogni profilo anche in sede di sollecitazione di impulso al Governo nazionale e, per quanto concerne gli aspetti nella cognizione della competente direzione Mobilità, sarà esercitato anche in sede di Commissione Infrastruttura e Mobilità del Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni e Province autonome, il cui coordinamento è in capo alla Regione Campania. Si segnala, a riguardo, che in quella sede, le istanze regionali hanno tenuto in debita considerazione la richiesta degli esercenti e anche grazie alle sollecitazioni delle Regioni, la normativa speciale introdotta in materia di servizi aggiuntivi attivabili per contenere l'indice di caricamento dei mezzi di trasporto pubblico nei limiti fissati, ha previsto anche la possibilità di ricorso agli operatori del settore. Ieri l'altro, ho proposto una delibera alla Giunta con la quale ho fatto impegnare ulteriori 8 milioni 700 per il Piano economico dello scorso anno, perché erano rimaste giacenti molte istanze, molte riguardavano i trasporti, perché sono state attenzionate in parte dalla Guardia di Finanza ne parte non erano state completate. Siccome mi sembrava corretto che tutti, anche se con ritardo, avessero lo stesso beneficio, in quanto il territorio campano unico, siamo riusciti a chiudere il percorso e a breve anche quest'ultimo gruppo avranno il beneficio previsto dal Piano economico della Regione che si è integrato, ripeto, di ulteriori 8 milioni 700. Voglio aggiungere anche che per quanto riguarda il problema dei tassisti, mi sono personalmente attivato, ma vale anche per gli scuola bus di Napoli, che è un'altra situazione molto singolare, perché parliamo sempre di mezzi privati per uso pubblico, per i tassisti mi sono attivato inventandoci un percorso per quei tassisti che fanno parte di cooperative, perché i tassisti che hanno la partita Iva hanno avuto i benefici dallo Stato, quelli che non hanno partita Iva, perché fanno parte di cooperative, perché hanno diritto ad altre situazioni, erano stati messi da parte. Siamo intervenuti sul Governo, ovviamente con i Parlamentari di riferimento, per far sì che anche questi ultimi avessero gli stessi benefici. Da ultimo, per quanto riguarda anche le situazioni degli scuola bus, che a Napoli hanno una situazione molto singolare, perché è l'unico Comune d'Italia che non ha fatto una convenzione con gli scuola bus, gli stessi vivono soltanto con gli interventi dei privati, cioè i genitori degli alunni che pagano la retta mensile. Non mi sembra corretto, quindi, anche lì siamo intervenuti, ripeto, sempre nei limiti degli stanziamenti possibili.

IOVINO FRANCESCO

La ringrazio per la parola, però la parola la concede la democrazia e in Aula, in ragione di quella democrazia, penso di poterla esercitare. Ringrazio lei, ma soprattutto ringrazio la costituzione della democrazia. Innanzitutto volevo ringraziare per l'eccellente relazione, ma soprattutto per i contributi dati a queste persone che, in questo momento, vivono grandi difficoltà economico finanziarie, ma soprattutto per il sostegno che, ahimè, nella prima fase, doveva venire da un Governo nazionale, forse spinto anche dai riferimenti di appartenenza, siamo riusciti ad avere risultati e sostegno, quindi, mi sento soddisfatto da questo punto di vista e ringrazio il lavoro fatto dall'Assessore, ma anche dai riferimenti nazionali. Grazie.

Alienazione degli alloggi di edilizia residenziale da parte dell'ACER
SCHIANO DI VISCONTI MICHELE

Grazie Presidente. Cercherò di rubare meno di un minuto, mantenendomi nei tempi. L'oggetto di questa mia interrogazione è l'alienazione degli alloggi di edilizia residenziale da parte dell'ACER. Premesso che: la Regione Campania ha affidato all'Agenzia Campana per l'Edilizia Residenziale la gestione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale; I 'Agenzia Campania per l'Edilizia Residenziale (ACER), in esecuzione della legge 24 dicembre 1993 n. 560 ha inteso avviare l'alienazione di una parte del patrimonio immobiliare in applicazione del piano vendita di cui all'art. 1, comma 4 delta medesima della legge; Tenuto conto che: l'Agenzia Campana per l'Edilizia Residenziale (ACER), ha comunicato già ad una parte di locatari, con avviso di manifestazione d'interesse nei limiti perentori di 30 giorni, I 'intenzione di vendere gli immobili; Considerate che: il piano vendita avviato da ACER mostra molte perplessità tra i locatari che hanno ricevuto Ie comunicazioni per Ie "manifestazioni di interesse"; alle già precarie condizioni economiche degli interessati si e aggiunta la crisi prodotta dal perdurare dell'emergenza sanitaria Sars/Covid 19. Tutto ciò premesso, s'interroga I 'Assessore al Governo del Territorio per conoscere se e intenzione di questa Amministrazione Regionale verificare la sussistenza della regolarità tecnica e di procedura, nel rispetto delle normative vigenti, in riferimento al piano vendita avviato dall'Acer per il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale e, se è intenzione di questa Amministrazione Regionale intervenire sull'Agenzia al fine di richiedere un differimento del piano di alienazione avviato in virtù della prolungata emergenza sanitaria. Grazie.

DISCEPOLO BRUNO

Grazie Presidente. Dovrò far riferimento ad alcuni elementi di norma e di atti procedurali che sono stati compiuti, preferisco leggere la nota predisposta dagli uffici della Direzione Generale del Governo del Territorio. Nell'ambito della riforma dell'Edilizia Residenziale Pubblica in attuazione dell'articolo 3 comma 4, lettere B e C della Legge regionale n. 1/2016, è stato approvato il Regolamento n. 11/2019 ad oggetto: "Nuova disciplina per l'assegnazione, la gestione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica". Il Regolamento prevede una nuova disciplina anche per la vendita degli alloggi ERP. L'articolo 29 comma 3 prevede, però, che sono fatti salvi i programmi di alienazione avviati alla data di entrata in vigore del presente Regolamento. S'intendono avviati i programmi approvati dalla Regione per i quali ci sia stata almeno la comunicazione dell'Ente proprietario della volontà di procedere all'alienazione, con l'indicazione del prezzo di vendita. Gli stessi dovranno essere definiti entro un periodo massimo di 18 mesi dalla data di entrata in vigore del presente Regolamento. Pertanto, la vigente normativa prevede la possibilità, da parte degli enti proprietari di alloggi ERP, di procedere alla vendita secondo i programmi già precedentemente approvati dalla Regione entro il termine di 18 mesi, ovvero, entro il 18 aprile 2021, termine prorogato a seguito dell'Emergenza Covid, al 30 giugno 2021, con decreto dirigenziale del 31 marzo 2020. Pertanto, nella disciplina transitoria, i piani vendita in corso restano attivi fino alla data del 30 giugno 2021. L'ACER sta, quindi, legittimamente definendo i procedimenti di gestione degli alloggi già inseriti nel Piano di Dismissione approvato a suo tempo, per i quali, a seguito della comunicazione del prezzo e della relativa accettazione dell'avente titolo, si è concretizzato l'accordo precontrattuale. Naturalmente, gli assegnatari hanno tutto il diritto di non acquistare. Le procedure che non dovessero concludersi entro il 30 giugno 2021 dovranno, in ogni caso, decadere. Dal primo luglio 2021, infatti, con la decadenza dei piani vendita in corso, dovranno trovare applicazione necessariamente le nuove regole, definite dall'articolo 29 del Regolamento che recepisce le innovazioni introdotte dal decreto ministeriale 24 febbraio 2015 dell'allora Mit, pubblicato il 20 maggio 2015 sulla Gazzetta Ufficiale. Con la nuova disciplina nulla cambia in merito alla quantificazione del prezzo di acquisto, mentre cambiano le modalità di pagamento che comporteranno l'obbligo del versamento dell'intero importo, contestualmente al rogito di trasferimento della proprietà, con esclusione della possibilità di rateizzare, possibilità che, invece, fino al 30 giugno è ancora consentita. Allo stato il Regolamento regionale non può essere ulteriormente prorogato, in quanto deve dare attuazione ad una precisa norma statale. In conclusione, rispetto alle due questioni poste dall'interrogazione del Consigliere Schiano di Visconti, relativamente alla verifica della sussistenza della regolarità tecnica e procedurale da parte dell'ACER, non risulta all'Assessorato e alla Direzione alcuna irregolarità nei comportamenti relativamente a quanto appena ricordato, peraltro, sul secondo punto, cioè, la possibilità, da parte dell'Amministrazione, regionale, di chiedere un differimento del Piano di alienazione, egualmente, per le cose che ho ricordato non è possibile, in alcuni casi, addirittura, relativamente alle azioni che sono in corso, non è neanche conveniente per quelli che sono gli acquirenti. Grazie.

SCHIANO DI VISCONTI MICHELE

Grazie Presidente, grazie Assessore. Non utilizzerò sicuramente i due minuti, perché da quanto emerso dalla lettura da parte dell'Assessore, viene chiaro sicuramente che l'azione, la procedura sicuramente per quanto riguarda il momento di alienazione è più conveniente per i locatari andare, diciamo, ad interagire entro giugno di quest'anno, altrimenti, andando nella procedura successiva, si andrebbe, poi, al pagamento dell'intera somma, quindi, la ringrazio per il chiarimento. Grazie.

Situazione aree di crisi complessa della Regione Campania
SAIELLO GENNARO

Grazie Presidente, grazie Assessore. Quando parliamo di aree di crisi industriali complesse in Regione Campania parliamo di quei territori che, purtroppo, negli anni, hanno visto registrare un'alta concentrazione di chiusure e di crisi aziendali che hanno avuto un impatto non soltanto sull'economia regionale, ma anche su quella nazionale, è per questo che c'è stata la necessità di andarle a perimetrare e identificare anche su base comunale, per strutturare delle politiche di rilancio ad hoc. Sono stati stanziati ingenti risorse su accordi specifici che avevano, come obiettivo sia il rilancio sia la riqualificazione di queste aree e sia anche il supporto, la formazione e opportunità di reinserimento per quanto riguarda gli ex lavoratori, che sono circa 400 oggi. In questi giorni ci sono state delle proteste anche da parte dei lavoratori dell'ex Montefibre, insomma, delle politiche di rilancio. Questi accordi specifici, per esempio sulla, ma questo vale per tutti gli altri, c'è stato un apposito accordo che ha previsto anche lo stanziamento di oltre sei milioni di euro per rendere maggiormente attrattivo il territorio, per fare in modo che nuove imprese e nuovi imprenditori potessero insediarsi. Serve sicuramente una cabina di regia, un tavolo ad hoc per monitorare questa situazione e questo è l'invito che faccio all'Assessore, che so che è sempre disponibile su questi temi, ogni volta che ci siamo interfacciati - sicuramente so che su questa linea ci siamo già - e capire ciò che la Regione sta facendo o già ha fatto per agevolare questo reinserimento, perché queste persone oggi percepiscono una mobilità in deroga, quindi, un ammortizzatore, però ovviamente la prospettiva è di cercare di rientrare nei progetti delle aziende che potrebbero approfittare di queste agevolazioni per insediarsi. Grazie.

MARCHIELLO ANTONIO

Grazie Presidente. Con riferimento da quanto evidenziato dal Consigliere interrogante, va preliminarmente evidenziato che il rilancio delle aree di crisi ha rappresentato un obiettivo strategico della politica industriale regionale, prevedendo a tal proposito l'attivazione di percorsi virtuosi di sviluppo volti a superare una logica puramente assistenziale e a stimolare nuovi investimenti e ad assicurare la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali. In tal senso, la Giunta regionale ha messo a punto una serie di interventi specifici così distinti: aree di crisi non complessa, aree di crisi complessa e aree escluse dalle aree di crisi non complessa. Partendo dalle aree di crisi industriali, non complessa, con delibera n. 604 del 31 ottobre 2016, la Giunta ha proceduto all'individuazione dei Comuni da includere nelle aree di crisi industriale non complessa di cui all'elenco approvato con decreto direttoriale del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) del 19 dicembre 2016. Le imprese dei territori, così individuati, hanno potuto partecipare al bando ministeriale a valere su risorse ex legge 181 del 1989 per il finanziamento di interventi per la riconversione e la riqualificazione produttiva delle aree di crisi non complessa, che prevede il 50 per cento di mutuo agevolato, un 25 per cento a fondo perduto e un 25 per cento a carico dell'impresa. Lo sportello ministeriale, aperto il 4 aprile 2017, è stato chiuso subito il 6 aprile 2017 per esaurimento risorse, in quanto il soggetto gestore Invitalia ha comunicato che entro le ore 10:00 del 5 aprile erano pervenute n. 208 domande per un ammontare di agevolazioni richieste pari a 634,6 milioni di euro, con un conseguente fabbisogno finanziario complessivo di gran lunga superiore alla dotazione finanziaria prevista. Delle 208 domande, ben 119 erano della Regione Campania. Con delibera 560 dell'11 settembre 2017, la Giunta regionale ha deliberato la sottoscrizione dell'accordo di programma con il Ministero del valore di circa 113 milioni di euro, di cui 68 a carico del Mise e 45 a carico della Regione Campania. L'accordo di programma, sottoscritto successivamente il 21 dicembre dello stesso anno, ha previsto le seguenti azioni: scorrimento della graduatoria delle imprese che hanno partecipato al bando nazionale per la realizzazione di programmi d'investimento in Campania, ma rimaste prive di copertura finanziaria, attivazione di un avviso dedicato ai Comuni inclusi nell'ex area di Acerra, ma esclusi dalle aree di crisi non complessa, predisposizione di un nuovo bando in caso di risorse residue. Il 15 novembre 2018, in attuazione della deliberazione n. 560 del 2017, è stata sottoscritta la convenzione tra il Mise e l'Autorità di Gestione Por-Pesr. Con riferimento allo scorrimento della graduatoria delle imprese che hanno presentato istanza sul bando nazionale dell'aprile 2017, rispetto alle previsioni iniziali (119 Istanza), sono state ammesse a finanziamento 33 imprese e di queste nessuna ha proposto programmi d'investimento ad Acerra. Tali risultati sono addebitabili anche al clima d'incertezza che ha investito le imprese determinato dall'emergenza epidemiologica. Con riferimento al cosiddetto Bando Acerra, che non ha riguardato il Comune, ma i Comuni inclusi nell'ex area di crisi di Acerra, non rientranti nell'elenco delle aree di crisi industriali, non complessa, individuati ai sensi del decreto direttoriale richiamato, sono state contrattualizzate due imprese, delle quali una con sede a Scisciano e l'altra con sede ad Alvignano. A riguardo, ai sensi della legge 181, le imprese beneficiarie sono tenute a ultimare gli investimenti produttivi nei 36 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento e a realizzare il programma occupazionale presentato entro ulteriori 12 mesi dalla data di ultimazione del programma degli investimenti. Pertanto, fermo restando che nell'ambito dell'accordo, l'istruttoria dei programmi di investimento è affidata ad Invitalia, allo stato non risulterebbe ancora decorso il termine per la realizzazione del programma occupazionale e conseguentemente le condizioni per aumentare, stigmatizzare o significare alle imprese il mancato rispetto delle prescrizioni del citato avviso in ordine alle priorità assunzionali. Giova sottolineare che è garantito un monitoraggio costante, sullo stato di attuazione dell'accordo, con la trasmissione di relazioni bimestrali da parte del soggetto gestore Invitalia. In ogni caso, al fine di consentire la completa attuazione delle previsioni dell'accordo, le amministrazioni sottoscrittrici ne hanno prorogato l'efficacia al 21 dicembre 2023. Inoltre, è in corso l'iter finalizzato alla sottoscrizione di un addendum all'originario contratto per consentire alla Regione Campania, a seguito del completamento delle operazioni di scorrimento della graduatoria, di riprogrammare la dotazione finanziaria residua a favore di programmi di investimento cantierabili nelle aree di crisi della Regione Campania, nel rispetto dei termini di chiusura del Por 2014-2020 e dell'Fsc al 31 dicembre 2023. Ora, parliamo delle aree di crisi complesse. Con delibera 590 del 2017, la Giunta regionale ha individuato i poli di Acerra, Marcianise, Airola, Torre Annunziata, Castellammare, Battipaglia, Solofra, quali aree di crisi industriale complessa. Con decreto del 22 novembre 2017, il Mise ha preceduto al riconoscimento delle aree di crisi industriali complesse, comprendendo 24 Comuni campani. Sono elencati, non li leggo. Il riconoscimento delle aree di crisi complessa ha consentito il finanziamento degli ammortizzatori sociali, ed è questa la cosa importante per i lavoratori rimasti privi di copertura delle aree indicate. A riguardo, la direzione generale per l'istruzione, la formazione le lavoro, con decreto 280 del 7 maggio 2021, ha approvato l'avviso per la concessione dell'indennità di mobilità in deroga per l'annualità 2021 per i lavoratori licenziati da aziende la cui unità produttiva sia ubicata in un'area di crisi industriale complessa, così come individuate nella delibera 590 del 2017. L'indennità di mobilità si inserisce nell'ambito di misure di politica attiva individuate in un apposito Piano regionale da comunicare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e all'Anpal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) e richiede la sottoscrizione presso il centro per l'impiego di un patto dei servizi personalizzato. Si aggiunge infine che la Giunta ha inteso favorire i programmi di investimento nelle aree di crisi complessa sia nell'ambito dell'addendum all'accordo di programma sottoscritto con il Mise per i contratti di sviluppo, di cui alla delibera 338 del 2019, che della procedura negoziale dello strumento finanziario Spin, istituito dalla Regione per il sostegno agli investimenti produttivi nelle filiere strategiche del territorio. È una volontà che ho espresso io come Assessore e che la Giunta ha fatto sua. Parliamo infine delle aree industriali di crisi diffusa, escluse dalle aree di crisi non complessa. Con decreto dirigenziale 114 del 2017, è stato approvato l'avviso per la selezione di programmi di investimento finalizzati al rilancio dei territori esclusi dalle aree di crisi non complessa, prevedendo una dotazione di 15 milioni di euro a valere sul Por Fesr Campania 2014-2020, delibera di Giunta 604 del 2016. Allo stato risulta ammesso al finanziamento un programma di investimento, con la concessione di contributi di circa 11 milioni di euro, è una grande società di Caserta, e sono in corso gli adempimenti per l'ammissione al finanziamento di un ulteriore programma di investimento con la concessione di contributi pari a circa 2,1 milioni di euro e forse ce ne sarà un terzo. Voglio precisare che sono arrivate 20 domande e, siccome le ho volute guardare personalmente, perché mi meravigliamo anche io dei tempi, sono veramente progetti molto scadenti. Dobbiamo anche educare, lo dico agli amici del Consiglio, i nostri interlocutori, a fare le cose fatte bene, se vogliamo avere ragione su Roma, perché io sto tentando di portare su Napoli, però queste attività si fanno, necessariamente con: Invitalia e Mise

SAIELLO GENNARO

Assessore, grazie per questa risposta. È sicuramente è evidente che questi sono strumenti e opportunità importanti per il territorio e per le prospettive per questi ex lavoratori. C'è la necessità almeno di avere un tavolo per seguire questi argomenti, anche con le rappresentanze dei lavoratori che ci scrivono quotidianamente, anche perché loro, per poter accedere a questi ammortizzatori della mobilità in deroga hanno dovuto firmare un patto di servizio, come lei ha richiamato. L'impegno è quello di legare, perché è già così con gli accordi che sono stati firmati, queste persone al territorio, cioè, potenzialmente, qualora uno di questi progetti andasse in porto perché meritevole, perché può creare lavoro, può creare sviluppo, è quello che noi ci auguriamo, naturalmente, che si possa considerare queste persone che percepiscono questi ammortizzatori proprio in attesa del rilancio, quindi, queste persone è vero che vanno avanti con questo sussidio di circa 600 euro, che è poco, ovviamente, per poter vivere, però vanno avanti, ma si aspettano, un giorno, di poter rientrare nel mondo del lavoro. Siamo qui, cerchiamo di collaborare proprio per cercare di prospettare quest'opportunità ed io so che con l'Assessore, su questi temi, riusciamo a dialogare. Chiedo un impegno a fare questo tavolo, magari ci sentiamo in questi giorni, ci organizziamo secondo le vostre disponibilità, in modo che ascoltiamo anche queste rappresentanze. Grazie.

MARCHIELLO ANTONIO

Faccio un inciso: abbiamo in corso un bando, sempre sui residui di questi fondi, che riguarda Marcianise, 17 milioni e mezzo, ovviamente gestiti sempre da Mise e Invitalia. Ho cercato di velocizzare, doveva uscire il 15 maggio, non è ancora uscito, ho fatto fare già una lettera di sollecitazione, non dico altro perché mi pare improprio e singolare che prendiamo un impegno, deve essere pubblicato e non viene pubblicato, ma, detto questo, ho chiesto che nel bando venisse messo quello che lei mi ha chiesto adesso, proprio perché credo che sia un dovere nostro mantenere gli impegni. L'ottima Invitalia ha tentato, invece, di allargare. Grazie

Indennità per i lavoratori della Regione Campania che hanno cessato la mobilità ordinaria dal 01/01/2015 al 31/12/2016
AVERSANO SALVATORE

Grazie Presidente, grazie Assessore. La Legge di Bilancio 2020 riconosce ai lavoratori delle aree di crisi compressa della Regione Campania che hanno cessato la mobilità ordinaria dal 01.01.2015 al 31.12.2016 un'ulteriore indennità. I fondi nazionali messi a disposizione ammontano ad oggi a 23 milioni di euro circa, per gli anni 2020 e 2021. Inoltre, a questi lavoratori, dal 01.01.2021 sono state applicate misure di politica attiva, individuate in un apposito piano regionale comunicato al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e all'Anpal. L'Inps ha recentemente fornito, con una circolare del 10.05.2021, le istruzioni operative contabili per la gestione delle dette indennità. Ad oggi, però, come da segnalazioni pervenute non risultano ancora erogati questi fondi e la suddetta indennità risulta ancora sospesa dalla Regione Campania. È evidente che questi strumenti servono non solo ad un sostegno a reddito, ma anche ad una rapida ricollocazione, se cominciamo un pochino a tener presente che dobbiamo essere più vigili e attenti a queste situazioni, potrebbe essere una soluzione. L'interrogazione odierna è, appunto, volta a conoscere lo stato di attuazione degli adempimenti in capo alla Regione e la tempistica, soprattutto, per la conclusione delle procedure necessarie ai fini della corresponsione delle indennità. Si chiede, pertanto, se è stato comunicato agli Enti competenti (Ministero, Anpal, Inps) il Piano regionale con cui s'individuano le politiche attive del lavoro destinate ai beneficiari dell'indennità ed inviata l'apposita richiesta all'Inps e infine quale sia la tempistica per la conclusione delle procedure. Più che altro, anziché il "se" il "quando". Grazie

MARCHIELLO ANTONIO

Grazie Presidente. Mi fa piacere che il Consigliere conosca la circolare dell'Inps che è del 5 maggio, quindi siamo a ieri, per intenderci, si tengono le carte ferme mesi interi, ma detto questo la cosa che mi preoccupa viene dopo nel senso che l'Inps vuole fare una procedura sportello, significa che i primi che arrivano si prendono i soldi e sarebbero, secondo i nostri calcoli, mille 300 persone circa, il resto poi non prendono nulla, ma questo non lo possiamo consentire. Detto questo, vi leggo la risposta che mi ha dato la mia Direzione: "La Direzione rappresenta che la legge finanziaria per l'anno 2021 ha modificato l'ambito di applicazione nelle previsioni contenute nell'articolo 1 Ter della legge 126/2020 in materia d'indennità e di mobilità in deroga, nello specifico è stato, tra l'altro, eliminato il riferimento alle aree di crisi complessa della Regione Campania ed esteso il periodo per il riconoscimento della contemplata indennità. Tali norme hanno prodotto l'effetto di ampliare i possibili beneficiari e di ricomprendere, tra i potenziali destinatari delle indennità, tutti i lavoratori della Regione che hanno cessato l'indennità di mobilità ordinaria negli anni 2015 e 2016, per un periodo che va dal 14 ottobre 2020 al 31 dicembre 2021. A seguito di tale novella legislativa sono emerse talune perplessità in ordine al suo ambito di applicazione in considerazione della circostanza che per una stima dei potenziali soggetti aventi diritto agli esiti della proiezione effettuati mediante l'interrogazione della piattaforma dedicata SIP, è risultato un bacino stimato di beneficiari non inferiore a 12 mila lavoratori, al lordo della sussistenza dei requisiti previsti dalla norma. Alla luce dei dubbi sulla corretta applicazione della norma è stata formulata richiesta di parere al Ministero del Lavoro, riscontrato dalla Direzione Generale Ammortizzatori Sociali che ha trasmesso il parere reso dall'Ufficio Legislativo del Ministero. In detto parere si precisa: "L'Ufficio Legislativo di questo Ministero ha appositamente investito al fine di dirimere alcuni punti interpretativi, applicativi, controversi, anche su sollecitazione dell'Inps, ha chiarito, con parere reso il 19 gennaio 2021, che l'indennità introdotta deve essere considerata una prestazione nuova e pertanto non trova applicazione e principio nella continuità dei trattamenti considerato indefettibile per la mobilità. Lo stesso ufficio, inoltre, ha precisato che la misura in parola trova copertura a valere sul Fondo per le esigenze indifferibili di cui all'articolo 1 comma 220 della legge 190/2014, istituita presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Successivamente, la Regione Campania, con nota del febbraio 2021, ha richiesto all'Inps di conoscere la copertura finanziaria del Fondo e la procedura d'applicare al fine dell'attivazione dell'indennità richiesta che ad oggi non ha ricevuto un formale riscontro. Questo sempre perché la circolare di cui parliamo è un atto interno che vale solo per l'Inps. Tuttavia, con la recente circolare che abbiamo richiamato, indirizzata agli uffici interni dell'Istituto, l'Inps ha fornito alcune indicazioni operative, fissando, peraltro, il limite massimo di spesa in euro 23,3 milioni. Attualmente la Regione, al fine di avviare la procedura di presentazione delle domande e alla luce delle indicazioni contenute nella suddetta circolare, è in procinto di richiedere chiarimenti su alcune criticità di carattere procedurale, in relazione al rapporto tra le modalità operative, alla limitata disponibilità finanziaria e alla platea stimata di 12 mila dei potenziali beneficiari. Circa il Piano delle politiche attive la competente Direzione Regionale ha avuto modo di comunicare che lo stesso sarà, come di norma avviene anche per le altre procedure, inoltrato al Ministero del Lavoro, a seguito dell'individuazione degli effettivi beneficiari dell'indennità. Non è molto semplice. Siamo pronti, però ci hanno messo in una seria difficoltà perché non si esce con una circolare che è un atto interno e perché 23 milioni, per 12 mila stimati, significa o non dare quasi niente a nessuno o, come vogliono fare loro, a sportello, perché li abbiamo sentiti, paghiamo solo mille 300 persone. Grazie.

AVERSANO SALVATORE

Grazie Presidente. Sarò brevissimo. Ci siamo già confrontati qualche tempo fa con l'Assessore sul tema e giustamente veniva riportato il fatto che la platea era molto ampia rispetto a quelli che erano i fondi. La domanda sulla quale volevamo sostanzialmente incidere un po' di più è: nelle 12 mila persone, l'Inps a questo punto vorrebbe, se abbiamo capito bene, pagare i primi mille 300? Ho capito. Perfetto così. Si deve intervenire sull'Inps, se ho capito bene, oppure allargare sostanzialmente quella che è la somma. Perfetto. Grazie.

Cronoprogramma lavori stadio A. Collana
BORRELLI FRANCESCO EMILIO

Grazie Presidente. Premesso che il cronoprogramma dei lavori allo stadio Collana, come da Convenzione per l'affidamento in gestione del 23 luglio 2018 e Atto Aggiuntivo dell'11 gennaio 2019 prevedeva, per la "Fase B", a carico della Giano SSD Srl le seguenti attività previste a partire dal marzo 2019: - progettazione esecutiva degli interventi relativi alla tribuna lato piazza Quattro Giornate; - progettazione esecutiva per la realizzazione del solaio di copertura del palazzetto dello sport, per renderlo utilizzabile 12 mesi all'anno, da redigere sulla base della progettazione esecutiva già effettuata da A.R.U.; - verifica della progettazione esecutiva degli interventi di sistemazione delle aree e sterne a verde. Considerato che il citato cronoprogramma prevedeva, per la "Fase C", con conclusione dei lavori fissati per il 15 gennaio 2021: - realizzazione degli interventi relativi al blocco D con costruzione del nuovo solaio di copertura del palazzetto dello sport; - realizzazione degli interventi relativi alla Tribuna su lato piazza Quattro Giornate; - realizzazione degli interventi di sistemazione delle aree esterne di pertinenza delle palestre su via Ribera. Rilevato che per quanta riguarda la Regione Campania, erano previsti interventi di riqualificazione e adeguamento funzionale della piscina coperta lato via Rossini, sostituzione delle torri faro e riqualificazione del blocco A Tribuna lato vico Acitillo, non risulterebbero addirittura ancora bandite le gare. Visto che con decreto del Commissario ad Acta indicato dalla Regione Campania, avente ad oggetto la Convenzione per l'affidamento in gestione e l'utilizzo del complesso sportivo A. Collana con sede in Napoli, pubblicato sul BURC del 17 maggio 2021, e stata dichiarata la decadenza della Giano SSD Srl dalla concessione sopra richiamata e consequenziale risoluzione della Convenzione in oggetto, con intimazione alla già menzionata di rilasciare l'immobile in data 5 giugno 2021. Ricordato che il sottoscritto e intervenuto più volte sulla necessita di verificare il rispetto della convenziona da parte della Giano e, sin dalla seduta di Question Time dell'11 novembre del 2018, chiedeva alla Giunta di verificare l'esistenza dei presupposti per la revoca della Convenzione stipulata in data 23 luglio 2018. Tanto premesso cd evidenziato i notevoli ritardi accumulati, si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere: lo state dei lavori previsti dalla Convenzione già effettuati e/o appaltati e se si intenda procedere alla elaborazione di un nuovo, ulteriore, ma realistico cronoprogramma delle opere a farsi, stante il deperimento delle strutture murarie dell'impianto derivanti dalla prolungata inerzia, garantendo il prosieguo, senza soluzione di continuità, delle attività sportive e delle altre attività svolte gratuitamente dalle scuole del territorio, dai disabili e dalle famiglie disagiate; se l'avvio di un annunciato contenzioso da parte del concessionario dichiarato decaduto, stante l'esito del precedente che ha visto soccombere la Regione, rischia di compromettere l'utilizzo e la fruizione della struttura sportiva alla collettività, già duramente provata dalle restrizioni dovute alla pandemia, e che vede nel Collana un importante luogo di svolgimento di attività sportive, di socializzazione e di prevenzione delle devianze, soprattutto minorile.

MARCHIELLO ANTONIO

Grazie Presidente. Faccio un'osservazione, ritengo che questa fosse materia del Presidente, perché c'è un Commissario che è stato nominato dal Presidente. Come Assessore, ma soprattutto la mia direzione è stata esautorata. È una precisazione che faccio, forse per il legislativo che mi ascolta. In merito ai quesiti posti, il Commissario ad acta, nominato, di fatti è lui che risponde, per le vicende legate allo stadio, ha relazionato come di seguito: sul quesito 1, nell'ambito della convenzione, erano previsti, a carico del concessionario, gli interventi di riqualificazione o delle parti del complesso sportivo Collana riguardanti tribuna su Piazza Quattro Giornate, palestre di Via Ribera, pista di pattinaggio, palestra competizioni e sistemazioni esterne. A carico dell'Agenzia Regionale Universiadi, e successivamente della Regione, erano previsti i lavori per la piscina di Via Rossini, la tribuna di Vico Acitillo, le nuove torri faro di illuminazione a led, compresa la necessaria impiantistica, la pista di atletica e del campo di calcio. Ad oggi, i lavori realizzati sono la riqualificazione delle palestre di Via Ribera, da parte del concessionario Giano, invece, da parte dell'ARU, la messa in sicurezza dell'impianto, l'anello antincendio e le opere finalizzate all'uso del campo di calcio e della pista di atletica per le attività di allenamento inerenti alle universiadi 2019. Voglio ricordare che non c'era neanche l'autorizzazione dei Vigili del Fuoco su questo centro, da oltre 20 anni. Sullo stato di attuazione degli interventi, compresi nell'allegato 1 della delibera 584 del 2019, viene demandato all'ufficio speciale Grandi Opere della Regione Campania, il completamento di tutti gli interventi posti a carico dell'ARU. Successivamente alla chiusura della manifestazione delle Universiadi, l'Agenzia ARU ha consegnato all'ufficio Grandi Opere della Regione i progetti relativi agli interventi, interventi infrastrutturali per la sistemazione dell'impianto polifunzionale Collana relativo alla piscina per un costo complessivo di 2 milioni 478 mila, ed è un progetto esecutivo, interventi infrastrutturali per la sistemazione dell'impianto polifunzionale, tribuna di Vico Acitillo, del costo complessivo di 3 milioni 965, progetto definitivo, ci sono tutti gli interventi strutturali da farsi perché praticamente stava crollando, interventi infrastrutturali per la sistemazione esterna dell'impianto polifunzionale, torri faro, del costo complessivo di 1 milione 367, e anche qui il progetto è esecutivo. Per detti interventi, sono state avviate le attività di verifica della progettazione, come prevede la norma, in particolare, per la piscina di Via Rossini, risulta conclusa tale attività e si sta procedendo agli adempimenti successivi, consistenti nella validazione ed approvazione del relativo progetto per poi procedere alla gara. All'atto di entrata in possesso del complesso sportivo, da parte dell'ARU, ed anche in previsione del ritorno in campo della stessa agli interventi di riqualificazione, ricorre l'opportunità di procedere all'inaugurazione di un nuovo cronoprogramma di tutte le opere e di riprogrammare le attività per le parti già in uso della struttura. In ordine al quesito due, con il provvedimento di decadenza della Giano dalla concessione e la contestuale risoluzione della convenzione, il Commissario ad acta ha evidenziato anche la necessità di assicurare la prosecuzione delle attività attualmente svolte nei locali del complesso sportivo. In ossequio ai principi di tutela del preminente interesse pubblico, cui la struttura è destinata, sono state promosse attività sportive rivolte a tutte le comunità mediante l'applicazione di tariffe agevolate in favore delle fasce giovanili, degli anziani, dei portatori di handicap e delle famiglie disagiate nel rispetto delle norme comunali di programmazione e pianificazione urbanistica stabilite con l'accordo siglato il 4 luglio 2017 tra Comune di Napoli e Regione Campania, con cui si provvede anche ad individuare il soggetto gestore regionale, al tempo era l'ARU a cui trasferire il bene all'atto del rilascio della struttura da parte del cessato concessionario. La legge regionale n. 38 del 29 dicembre 2020 ha poi trasformato l'ARU in Ente strumentale della Regione Campania, modificandone la denominazione in Agenzia Regionale per le Universiadi e per lo Sport. È in fase di sottoscrizione la stipula della convenzione tra Regione Campania e ARUS ai sensi dell'articolo 15 della legge 241 del 1990, finalizzata al proseguimento delle attività in corso, garantendo l'utilizzo e la fruizione della struttura sportiva alla collettività. La convenzione avrà ad oggetto la gestione, l'utilizzo, la custodia, la conservazione e il miglioramento delle strutture e dell'impianto sportivo per finalità sportive e di aggregazione sociale. L'uso dell'impianto dovrà assicurare la massima fruibilità da parte dei cittadini, del Coni, delle Federazioni Sportive, delle Associazioni e Società Sportive, degli Enti di Promozione Sportiva e delle Scuole, per la pratica di attività sportive, ricreative e sociali e dovrà essere garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le società e associazioni sportive che praticano le attività a cui l'impianto è destinato. Faremo un avviso, quindi sarà pubblico. La finalità prioritaria della convenzione sarà quella della promozione dell'attività sportiva rivolta a tutta la comunità, in modo particolare alle fasce giovanili, agli anziani, ai portatori di handicap e alle famiglie disagiate. La gestione dell'impianto dovrà, in ogni caso, assicurare il rispetto dei seguenti principi nell'utilizzo: ricerca dell'ottimale conduzione delle strutture e degli impianti sportivi e dell'ottimale organizzazione delle attività a tutela preminente dei fruitori dei servizi, garantire l'uso più aperto, completo ed equo delle strutture e impianti sportivi coniugando il massimo della funzionalità con il massimo della fruibilità in relazione alle diverse tipologie di utenza e alle diverse caratteristiche delle attività, mirare non soltanto a soddisfare e assecondare, ma anche sviluppare la domanda di sport a livello locale tramite specifici progetti. Atteso che il testimone ritorna all'Assessorato che rappresento, lunedì mattina, credo in maniera tempestiva, ho fatto un tavolo al quale partecipava Arus, Commissario, Avvocatura e Direzione del Demanio perché si provveda a scivolare, in una fase concreta, perché siamo dato tempo fino al 5 giugno e noi per quella data siamo pronti a subentrare in tutte le attività, prevedendo un minimo di spese, perché già la Regione pagava tutte le utenze, quindi, parliamo di 400 mila euro all'anno per le utenze che sono in carico a noi e pagava la guardiania, per cui parliamo di niente e con le entrate che si ricavano, anche se minime, riusciremo a lavorare per le Associazioni, per le famiglie e i disabili.

BORRELLI FRANCESCO EMILIO

Premesso che il cronoprogramma che mi era stato precedentemente fornito previo telefonate con il Commissario nominato prevedeva già ad oggi l'avvio e addirittura in alcuni casi la conclusione di alcuni interventi da parte della Regione. Ho due preoccupazioni: non sono sicuramente un fan della Giano, sono stato tra coloro che chiesero la rescissione del contratto, però abbiamo perso due cause contro la Giano, la mia unica preoccupazione sono i cittadini del Vomero, ovviamente, in generale, della città di Napoli, perché se non è stata ben valutata questa operazione il rischio che corriamo è un nuovo contenzioso che già è stato annunciato tra l'altro e la possibilità di essere nuovamente soccombenti. Da quest'operazione si evince una cosa: che la Giano ha delle responsabilità, ma anche noi come Regione. Chiedo all'Assessore, che sa benissimo perché sul Collana abbiamo sempre posto una grandissima attenzione, di sapere che a questo punto le responsabilità saranno esclusivamente nostre: dei dirigenti, della parte politica, non si può scaricare poi, perché se uno fa delle scelte se ne assume pienamente la responsabilità. Si è ritenuto di far decadere, l'ho detto due o tre anni fa, il tema è che due o tre anni fa abbiamo perso due cause. Spero che sia stata fatta un'operazione con il massimo dell'attenzione e del rigore, perché qualora fossimo di nuovo soccombenti dal punto di vista legale e il Collana chiudesse anche per un giorno, ci sarebbero delle gravissime responsabilità, ovviamente continuerò a seguire la vicenda con la massima attenzione. Grazie.

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