Buongiorno, signori Consiglieri. Dichiaro aperta la seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell’articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l’interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente l’interrogante o altro Consigliere del medesimo Gruppo ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all’ordine del giorno dell’odierna seduta di Question Time sono state elencate nell’ordine di presentazione.
Interrogazione: “Ritardi nell’attuazione della Banca della Terra Campana” Reg. Gen. 359/2 a firma del consigliere Tommaso Malerba (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula.
Buongiorno Presidente, buongiorno Assessore e gli uffici. Grazie per la parola. L’Assessore che oggi viene qui a rispondere è già in possesso della mia interrogazione che mira a capire quale sia lo stato di attuazione. È inutile che spieghi a voi, ma sembra giusto anche inquadrare un attimo, parliamo di un’adeguata mobilità fondiaria che in qualche modo dovrebbe garantire una migliore opportunità di consolidamento di sviluppo per l’utilizzo di beni demaniali incolti o abbandonati. Questa Regione, già nel 2013, ha legiferato e poi, nella scorsa legge di Bilancio del 2017, ad iniziativa della Giunta, ha portato una nuova legge per dare impulso a questo concetto di Banca della Terra. Credo nelle finalità e nelle intenzioni del Legislatore, in questo caso della Giunta, fosse di dare un reale impulso a questi terreni abbandonati per un triplice ordine di fattori, uno di natura sociale, uno di natura demaniale e un altro di natura prettamente agricola e lavorativa, come impulso che servisse a tutti quanti in Campania. Assessore, credo che lei sia l’Assessore che opportunamente può essere presente, perché parliamo di attività produttive e di lavoro, al di là dei concetti, credo che quando legiferiamo abbiamo sempre un obiettivo alto, quello di rendere le nostre norme esplicabili, attuative, fruibili, utili. Non la faccio lunga sul concetto di riforma fondiaria complessiva, la cui competenza è in parte statale e in parte, per ricaduta, regionale, e neanche la riforma dei canoni fondiari, che è ferma al secondo dopoguerra, però se abbiamo, con l’aiuto dei Comuni, un censimento di terreni inutilizzati e non facciamo. La dico perché molte persone mi hanno scritto, avendo seguito questa legge, di come questa stessa possa essere utilizzata, come si assegna un bene dopo aver fatto un censimento, aver catalogato i terreni incolti da parte dei Comuni, mi si chiede anche in che modo possa ricevere dal Comune, dove insiste la parte di bene demaniale incolto. Mancano ancora una serie di processi, lei ha visto, ho elencato e spero che questa mattina mi possa rispondere in modo esaustivo, in parte o in alcuni di essi, anche per poter permettere a queste persone di dare realmente un’attuazione, una fattibilità, anche perché lei sa meglio di me che abbiamo molti problemi, se penso al Vesuvio, se penso ad altri Comuni che sono incolti che spesso la loro ricaduta è quella di diventare un ricettacolo anche di rifiuti, al di là del discorso economico, delle eccellenze produttive e delle coltivazioni tipiche che abbiamo. Come vede, è una filiera virtuosa e tante, tantissime Regioni hanno legiferato, tra cui anche la nostra. Credo che lei come me, che è persona pratica, vorremmo vedere anche l’attuazione di questa roba, l’interesse della collettività, l’interesse economico e poi li cediamo a titolo gratuito, con oneri concessori, con un fitto di locazione, ma soprattutto diamo impulso e consolidiamo la filiera della produzione agricola e la salvaguardia del terreno. Lascio a lei la parola, non le leggo l’interrogazione, l’avrà letta benissimo, quello che interessa sono i punti che la legge prevede e a che punto siamo con gli stessi. Dopo mi concederà una piccola replica, e ne parliamo dopo il suo intervento. Grazie.
Grazie Presidente. La legge regionale n. 10 del 31 marzo 2017, all’articolo 1, commi 63, 64, 65 e 66 istituisce la Banca della Terra Campana. In seguito alla promulgazione della legge, la direzione Politiche Agricole si è immediatamente attivata per dare attuazione al suo contenuto. In data primo settembre 2017, veniva assegnata la responsabilità di seguire le attività della Banca della Terra Campana ad un funzionario esperto dello staff addetto alla direzione, il primo atto è stato quello di predisporre il Regolamento di attuazione della legge. Si sono svolte varie riunioni presso gli uffici della Direzione Generale che hanno prodotto una bozza di Regolamento sottoposto successivamente alle valutazioni dell’ufficio legislativo del Presidente della Giunta. Dopo aver recepito le opportune modifiche del mese di marzo 2018, la proposta di Regolamento è stata trasmessa all’ufficio legislativo per l’acquisizione del sentito. Successivamente, con delibera 329 del 5 giugno 2018, è stato approvato lo schema di Regolamento recante: “Disciplina della Banca della Terra Campana”, norme di attuazione dell’articolo 1 commi 63, 64 e 65 della legge 31 marzo 17 numero 10. Con Pec del 20 agosto 2018 la Segreteria di Giunta ha trasmesso, nelle modalità stabilite con decreto presidenziale numero 23 del 2011, l’attestazione del decorso dei termini ex articolo 56 comma 2 dello Statuto regionale, 60 giorni dalla trasmissione al Presidente del Consiglio, il Regolamento che di fatto istituisce la Banca della Terra Campana è stato pubblicato, infine, sul Burc numero 62 del 28 agosto 2018. Al fine di definire in modo corretto le attività ricognitive e di provvedere alla formazione della prima sezione della Banca, riservata ai terreni in proprietà della Regione ai sensi dell’articolo 3 comma 2 del Regolamento, la Direzione Generale Politiche Agricole, Struttura Amministrativa incaricata della gestione della Banca della Terra, ha richiesto alla Direzione Risorse Strumentali, competente per la gestione del patrimonio regionale, di individuare, entro 60 giorni, i beni del patrimonio immobiliare agricolo completi dei dati catastali e di ogni altra utile caratterizzazione. Ad Ottobre 2018 la Direzione Generale per le Risorse Strumentali ha inviato l’elenco aggiornato dei terreni agricoli del patrimonio disponibile regionale. Successivamente, nel medesimo mese di ottobre veniva convocata, presso gli uffici della Direzione, una prima riunione con i tecnici individuati dai dirigenti dei servizi territoriali provinciali per pianificare le attività da svolgere sui territori di competenza. Al termine dell’incontro svoltosi il 30 ottobre, si stabiliva che i tecnici, entro la fine del 2018, avrebbero dovuto svolgere la seguente attività: recepire i tabulati dei terreni ricadenti nei territori di propria competenza, identificare i dati catastali sui fogli di mappa corrispondenti, verificare la vocazione agricola dei terreni. Le attività sopra descritte sono state ultimate nel primo trimestre 2019 con l’invio, per il tramite dei dirigenti dei servizi territoriali provinciali, dei database dei terreni oggetto della ricognizione con allegata relazione di accompagnamento. Per poter adempiere alla prescrizione posta dall’articolo 6 del Regolamento che stabilisce le procedure di aggiornamento del patrimonio immobiliare agricolo di altri enti pubblici e dedica ad esso una separata sezione della banca, è stata inviata, ai rappresentanti legali degli enti pubblici ricadenti nel territorio campano, una nota informativa che ha chiarito lo scopo della ricognizione e le finalità che la legge persegue, costituite dal contrastare l’abbandono dei terreni e delle produzioni agricole, contenere il degrado ambientale, favorire il ricambio generazionale in agricoltura e pertanto censire le terre agricole abbandonate ed eventualmente assegnarle ad agricoltori, in particolare giovani agricoltori neo insediati, anche ai fini dell’ampliamento di aziende agricole esistenti. Gli enti pubblici sono stati invitati a dare il loro contributo con il supporto della Regione Campania mediante l’individuazione dei terreni incolti o abbandonati da inserire nell’inventario della banca della Terra Campana. Nonostante le difficoltà emerse ed affrontare nella fase di avviamento delle attività, il primo step di verifica si potrà avere al termine dell’anno corrente, allorquando, come da Regolamento, la struttura amministrativa competente sarà chiamata ad aggiornare, entro il 30 novembre, la banca dati dei beni censiti e a procedere all’aggiornamento del patrimonio immobiliare agricolo degli altri enti pubblici attualmente in fase di definizione in quanto legato ai riscontri degli enti di cui in parte si è in attesa. Successivamente si procederà all’assegnazione dei beni inseriti nella Banca della Terra ai sensi dell’articolo 7 del Regolamento. Da ultimo la Direzione Generale ha comunicato che sta predisponendo un sistema informatizzato di gestione della banca della terra a partire dalla creazione di una pagina web dedicata, sulla quale sarà pubblicata la normativa di riferimento e saranno implementati i dati relativi alla disponibilità nei termini da assegnare. Io capisco i tempi, ma le difficoltà sono tante e la trasparenza in questa materia è fondamentale. Andare sul sito e leggere quello che sta facendo la pubblica amministrazione (Regione ed enti) è fondamentale per i cittadini.
Proprio a riguardo delle ultime parole da lei dette, sono cittadini che leggono e anche io, come spesso ci confrontiamo. Questa è un’occasione, anche come opposizione, per essere di stimolo. Pur comprendendo la conseguenza degli atti che richiedono dei tempi, perché investono più strutture, il punto di caduta che lei, con eleganza, ha citato per ultimo, ma che capisce bene, a parte l’elenco di quelli demaniali, sono tutti i terreni che abbiamo fatto censire ai comuni con le particelle catastali, elenco che io posseggo. Come dicevo prima, sempre in nome e per conto di rendere le leggi fruibili e dare un’opportunità nell’interesse della stessa Regione e degli stessi comuni, anche in termini di introitazione di un nuovo gettito, ad oggi di fatto, il cittadino che vive un comune specifico e sa che esistono terreni incolti aveva difficoltà a chiedere l’assegnazione di un bene. Spero che da questa occasione lei stesso si farà carico di fare le dovute pressioni, nel rispetto della legge corrente, verso i comuni. Ho anche notato con piacere, avendo avuto una discussione con la funzionaria e avendone parlato e condiviso l’idea, di avere una vetrina elettronica dei beni regionali e dei comuni che hanno già fornito sic et simpliciter mappa catastale, in questo modo che rendiamo fruibile e trasparente, ma soprattutto user friendly, cioè poter attingere con facilità e sapere nel proprio comune quali e quanti sono i beni suscettibili di assegnazione per i principi di cui ci siamo detti sopra e della finalità della legge. Resta il fatto che ad oggi materialmente non so nel comune “x” o nel comune “y” quali sono i terreni e come ci posso arrivare. Spero che nella prossima occasione possiamo chiudere anche questo step mancante e possiamo dire alla persona, con regolamento approvato, che quello è il terreno, questo è l’iter e iniziare un’attività che è a vantaggio di tutti, come le spiegavo, sotto ogni aspetto, soprattutto di rilancio e di salvaguardia ambientale. Grazie.
Grazie consigliere Malerba. Passiamo all’interrogazione: “Ridimensionamento del Presidio Ospedaliero di Frattamaggiore” Reg. Gen. 360/2, a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli. Concedo la parola al consigliere Borrelli, che ha la facoltà di illustrarla.
Grazie Presidente. Con il decreto del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Campania è stato approvato l’aggiornamento del Nuovo Piano regionale di programmazione della Rete Ospedaliera. In tale piano è prevista la rimodulazione delle strutture operative con il ridimensionamento dei servizi di presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” di Frattamaggiore. In particolare verrebbe abolita l’unità operativa complessa dell’Utic Cardiologia, le attuali unità operative complesse di chirurgia, ortopedia e farmacia verrebbero declassate a un’unica unità semplice e l’unità operativa complessa ginecologia-ostetricia verrebbe declassata a semplice punto nascita. Nella redazione del piano non sarebbe stato tenuto in debito conto né un’equa distribuzione di livelli di presidio all’interno delle Macro-aree individuate, né l’effettivo bacino di utenza di oltre 400 mila cittadini territorialmente interessati a cui si aggiungono i cittadini dei limitrofi comuni in provincia di Caserta. Il criterio utilizzato per l’ospedale di Frattamaggiore sarebbe difforme da quello utilizzato per altri presidi ospedalieri della regione, con accessi di pronto soccorso annui tra i 20 mila e i 40 mila, rispetto agli altri oltre 45 mila annui. Il presidio ospedaliero di Frattamaggiore presenta tutte le caratteristiche previste dal decreto ministeriale per essere riconosciuto come DEA di primo livello, sia per l’estensione di bacino di utenza che per numero annuo di accessi; il P.O. di Frattamaggiore è interessato ad un ampliamento della struttura, come stabilito dal programma di interventi dì edilizia sanitaria. Considerato che l’attuazione del Piano con il previsto ridimensionamento del P.O. di Frattamaggiore pregiudica gravemente il raggiungimento dei Livelli Essenziali per gli oltre 450.000 cittadini che afferiscono a tale struttura interrogo il Presidente della Giunta regionale, nella sua qualità di commissario ad acta, per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Campania, per sapere se – una volta verificato quanto esposto in premessa – non intenda rivedere decreto al fine di scongiurare il ridimensionamento del Presidio Ospedalieri di Frattamaggiore previsto dal Nuovo Piano regionale di programmazione della Rete Ospedaliera, al fine di garantire il rispetto dei parametri previsti dai decreti ministeriali per garantire i livelli essenziali di assistenza alla vasta platea di cittadini afferenti la struttura.
Grazie Presidente. La modifica delle unità operative, da complesse a semplici dipartimentali, non costituisce, in termini di programmazione, un declassamento in quanto meno effetto di una superfetazione e del sovrapporsi di unità operative complesse determinatesi per programmazioni precedenti. Per cui, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno chiesto un’inderogabile riduzione condizionando a tale riduzione l’approvazione del Piano della rete Ospedaliera regionale. Per quanto attiene ai bacini di popolazione, la direzione competente precisa che il Piano Ospedaliero è un documento di programmazione che tiene conto, per norma, dei bacini d’utenza ai sensi del decreto ministeriale n. 70 del 2015, in particolare il Presidio Ospedaliero rientra nella macroarea Napoli, intendendosi per macroarea, l’intera Provincia. Il calcolo della programmazione, in funzione della popolazione di riferimento, è reso in termini di popolazione generale residente per macroarea, mentre il fabbisogno espresso dai cittadini della macroarea Caserta viene soddisfatto in programmazione nella stessa Provincia di Caserta pur non potendovi vietare, ovviamente sia in mobilità attiva sia passiva, gli accessi di residenti da altre Province in qualsiasi Presidio Ospedaliero regionale. Al contempo, la direzione evidenzia che l’appropriatezza delle prestazioni assistenziali offerte alla popolazione si fonda sul mantenimento delle discipline esistenti in attuazione della programmazione regionale e come effettivamente programmate. Rispetto a detta appropriatezza, la classificazione di un’unità operativa in un’unità operativa complessa (UOC) o unità operativa semplice dipartimentale (UOSD), attiene infatti solo alla graduazione economica delle funzioni primariali e non già, a livello di autonomia, né alla capacità assistenziale dell’unità operativa stessa. In ogni caso, la direzione generale per la Tutela della Salute, comunica che sono allo studio degli uffici regionali azioni integrative e correttive del decreto commissariale 103 del 2018 che ha approvato il nuovo piano regionale di programmazione della rete ospedaliera.
Rimangono una serie di dubbi rispetto a determinate scelte, tra l’altro, voglio ricordare che meritoriamente l’attuale Giunta ha riaperto il Pronto Soccorso e fatto investimenti significativi su quest’ospedale, indi per cui, secondo il mio punto di vista, bisogna rivedere una serie di passaggi che sono stati fatti anche perché quell’area è particolarmente congestionata, è un’area in cui c’è una continua necessità. È anche vero, per onestà intellettuale, che quell’ospedale è stato realizzato in un modo anche abbastanza disgraziato, nel senso che è stato costruito in modo tale che quando vengono forti acquazzoni, poiché il Pronto Soccorso è sotto il livello della strada, capita spesso che si allaghi. Allora, o si valuta la realizzazione di un nuovo Presidio Ospedaliero, così come si sta facendo a Giugliano, anche se ci vorranno degli anni, è avviato e ci sono anche i fondi per realizzarlo materialmente, oppure va valorizzato perché in quell’area è veramente difficile privare i cittadini di un presidio così importante.
Interrogazione “Donazioni e trapianti di organi”, Reg. Gen. n.361/2 a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi), già distribuita in Aula
Premesso che recentemente sono stati pubblicati dati della Rete Nazionale Trapianti relativi all’attività di donazione e trapianto con riferimento all’attività svolta fino al 2018 a livello nazionale. All’interno del report, alla voce “donatori” utilizzati per ragione del confronto 2017-2018 per la Regione Campania si evidenzia un calo tra gli anni 2017 e 2018 dal 12,5 al 10,1 donatori per milione di abitanti. Risulta allarmante il dato delle dichiarazioni di opposizione alla donazione degli organi effettuate in sede di rilascio della carta d’identità digitale, raggiungono infatti il 45,7 per cento, rappresentando la peggiore percentuale nazionale. I malati campani in lista d’attesa di trapianto per sopravvivere sono costretti ad affrontare una costosa emigrazione sanitaria indirizzandosi presso centri di traspianti extra Regione. Il costo per ogni trapianto eseguito sul paziente residente in Campania da parte di strutture sanitarie extra Regione viene addebitato a carico del servizio sanitario regionale. La Regione Campania stanzia annualmente cospicui fondi destinati al settore trapianti con l’obiettivo primario di far trapiantare ciascun cittadino all’interno della propria Regione, obiettivo previsto dalla legge del primo aprile 1999 n. 91. Per queste ragioni interrogo il Presidente della Giunta regionale per conoscere: 1) il costo a carico del servizio sanitario regionale per trapianti effettuati da cittadini campani extra Regione; 2) analiticamente l’ammontare della cifra che viene annualmente destinata al settore donazioni e trapianto di organi e tessuti, nonché la ripartizione economica tra centri trapianti e centro di riferimento regionale trapianti; 3) quali iniziative sono state intraprese per sensibilizzare la cittadinanza a favore della donazione di organi.
Grazie Presidente. Il costo per il rimborso a titolo di contributo per le spese accessorie a carico del servizio sanitario regionale sostenuto dai pazienti trapiantati o in attesa di trapianto che si sono recati fuori Regione nell’anno 2018 è stato pari ad euro 2 milioni 100 mila e ha trovato copertura sul capitolo di spesa 7008 del Bilancio gestionale. La ripartizione economica tra i centri di trapianto e il Centro Regionale Trapianti effettuata sulla scorta di criteri predefiniti in sede di programmazione regionale o per disposizioni di legge. Il Centro Regionale Trapianti è stato ripristinato con delibera 279/2017 in occasione del riassetto della rete trapiantologica e con decreto presidenziale 222 dell’8 giugno 2017 è stato nominato un nuovo coordinatore ai sensi della legge 91/99, l’attuale sede operativa è ubicata presso l’azienda ospedaliera Cardarelli. Nel Bilancio gestionale della Regione Campania del 2018 è stata stanziata, sul capitolo di spesa 7084, la somma di euro 13 milioni per la rete trapiantologica. Le risorse relative al primo semestre 2018 sono già state erogate ai centri per il secondo trimestre 2018 e per l’annualità 2019 la Direzione Generale comunica che l’erogazione avverrà al termine dell’istruttoria dei progetti e della valutazione delle istanze di autorizzazione pervenute. I fondi stanziati in Bilancio per l’annualità 2018-2019 saranno poi destinati prevalentemente ad adeguare le strutture ospedaliere, sede dei centri organi per i quali sono in scadenza le autorizzazioni ai nuovi requisiti strutturali e organizzativi richiesti dall’attuale normativa nazionale, secondo l’accordo Stato Regioni del 24 gennaio 2018. Secondo la ricostruzione operata dalla Direzione Generale le Regioni assicurano le risorse umane e tecnologiche ai sensi della legge 91 del 1999, tali da consentire al Centro Regionale Trapianti di svolgere le funzioni di coordinamento e di organismo di reperimento di organi. Il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano in sede di Conferenza Stato Regioni nella seduta del 21 marzo 2002 hanno adottato le linee guida per le attività di coordinamento per il reperimento di organi e tessuti in ambito nazionale ai fini di trapianto. Le suddette linee guida prevedono che i finanziamenti dei centri regionali per i trapianti avvengano secondo modalità cosiddette a funzioni in favore delle aziende che ospitano i centri. Pertanto la Direzione Generale per la tutela della salute della Regione rimborsa all’Azienda ospedaliera Caldarelli, previa presentazione di dettagliata rendicontazione a consuntivo, le spese di funzionamento del Centro Regionale Trapianti e quelle relative alla gestione della rete trapiantologica. Per quanto attiene all’ammontare della cifra annualmente destinata al settore donazione e trapianto di organi e tessuti, si rappresenta che negli anni 2017 e 2018 la spesa sostenuta e rendicontata dall’Azienda ospedaliera Caldarelli è stata rispettivamente di 87087 e di 51343 euro. Per quanto riguarda il finanziamento della rete e la riunione tecnica tenutasi presso la Direzione Generale per la tutela della salute del 12 giugno 2018, è stato concordato con le Direzioni generali delle aziende sedi dei centri trapianti di mantenere inalterati, esclusivamente per il primo semestre 2018, i criteri stabiliti e condivisi in precedenza con le stesse direzioni. La Direzione Generale, con nota del settembre 2018, ha fornito le indicazioni riguardanti il secondo semestre 2018 e l’annualità 2019; in particolare è stato richiesto alle strutture sedi dei centri di trapianto di formulare un progetto definitivo area trapianto con cui indicare obiettivi e impegni a medio o a lungo termine, impegni economici e percorsi di preparazione e riabilitazione pre e post trapianto, oltre chiaramente a definire gli aspetti squisitamente chirurgici del trapianto stesso. La programmazione della Direzione Generale, di concerto con il Centro Regionale Trapianti, è rivolta anche al riassetto della rete del follow-up rene, fegato e midollo attraverso la formulazione di specifici percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali da approvare a livello regionale e da verificare con appositi audit periodici, come prevede la normativa attuale. Un primo passo in questa direzione è stato fatto costituendo presso l’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta un’intera area dedicata al follow-up rene e fegato per coprire le esigenze territoriali dei trapiantati casertani. Nel 2018 il finanziamento erogato dai centri di trapianti cellule staminali pubblicato su Casa di vetro, sito della Regione Campania, è stato finalizzato all’adeguamento delle strutture ai requisiti richiesti dall’attuale normativa e dalle prescrizioni indicate dal Centro Nazionale Trapianti, dal Centro Nazionale Sangue e dal Centro Regionale Trapianti. Al termine del percorso di verifica, la Regione Campania, con delibera n. 780 del 29 novembre 2018, ha individuato sette centri per il trapianto del midollo ed è prossima all’approvazione di un protocollo sanitario. Riguardo alle iniziative rivolte a sensibilizzare la cittadinanza a favore della donazione di organi, la Direzione Generale specifica che sono state realizzate numerose campagne pubblicitarie e di formazione. Tra le campagne pubblicitarie di particolare rilievo sono da menzionare gli spot realizzati dalla Regione sul circuito di Videometrò, la partnership con Città della Scienza, la realizzazione di un sito web, l’utilizzo di social media mediante la creazione di pagine su Facebook, nonché la realizzazione di un canale Instagram. Tra le attività di formazione sono da ricordare, fra l’altro, la realizzazione di percorsi con la Protezione civile, la realizzazione di percorsi di formazione di operatori sanitari coinvolti nella rete delle donazioni e dei trapianti e un’intensa attività di incontri tenutesi presso gli istituti scolastici delle diverse province campane. La Direzione Generale inoltre evidenzia che in Italia risultano attivi al 30 giugno 2019 6267 comuni abilitati a ricevere la dichiarazione di volontà relativa alla donazione di organi e tessuti, pari al 77,47 per cento, con una copertura del 91,26 della popolazione nazionale. In Campania i comuni attivi sono 450, pari all’81,82 per cento, su un totale di 550 comuni, con una copertura della popolazione pari al 95,19 per cento; 5546990 abitanti residenti nei comuni attivi, con una popolazione regionale di 5826860 abitanti. La Campania presenta valori di comuni attivi e di popolazione raggiunta dal servizio superiore alla media nazionale. La Campania risulta essere la Regione del sud Italia con il maggior numero di Comuni attivi, seguono il Lazio (75 per cento), la Sicilia (72 per cento), la Calabria (70 per cento) e la Puglia con il (70,2 per cento). La Campania, è inoltre la terza Regione in Italia per numero di Comuni attivi dopo la Lombardia e il Piemonte. Al 31 dicembre 2016 risultavano attivi in Campania circa 50 Comuni. La direzione generale inoltre trasmette gli elenchi e le campagne pubblicitarie e delle attività di formazione realizzate e i progetti del Centro Nazionale Trapianti sulla distribuzione delle dichiarazioni di volontà registrate nei Comuni della Regione Campania che sono posti a disposizione del Consigliere interrogante.
Dobbiamo modificare la mentalità, anche secondo me arretrata, di addirittura specificare di non voler donare gli organi. È un atto anche di egoismo rispetto a chi viene dopo di noi e a chi ha bisogno degli organi che tra l’altro, una volta deceduti, a noi non servono più. Grazie.
Interrogazione: “Trasporto pubblico EAV Linea Circumvesuviana” Reg. Gen. 363/2 a firma dei Consiglieri Flora Beneduce e Armando Cesaro (Forza Italia), già distribuita in Aula.
Grazie Presidente. I sottoscritti Consiglieri Armando Cesaro e Flora Beneduce. Premesso che i dati contenuti nei report interni dell’EAV, azienda regionale del trasporto pubblico, tracciano un quadro del servizio pubblico allarmante in particolar modo per ciò che attiene alla linea Circumvesuviana; che nel primo semestre 2019 le corse cancellate risultano essere 1.634, mentre nello stesso periodo 2018 erano state cancellate 340 corse; che allo stesso tempo si segnalano disagi nelle corse effettuate con ritardi medi di 5,36 minuti, rispetto ai 5,25 del 2018 e che nei primi cinque mesi del 2019 sono 240.333 i minuti di ritardo accumulati, con un peggioramento rispetto ai 235.309 del 2018; che la seguente serie storica rappresenta il dettaglio, il quadro di deterioramento del servizio: anno 2015, minuti di ritardo 161, passando, nel 2019, a 240, quasi il doppio; che un ulteriore dato da considerare è che il 90 per cento dei treni in circolazione nella prima parte 2019 ha una media di ritardo superiore ai 15 minuti; che oltre la metà dei treni soppressi, 926 su 1634, sono riferiti a due specifiche tratte: NapoliSarno e Napoli-Poggiomarino. Un vero e proprio fallimento gestionale è l’analisi dell’evoluzione delle corse cancellate che nel 2016 invitano a toccare l’apice con 2 mila 483, nel 2017 divengono 515 e ora, nei soli primi 5 mesi, il dato catastrofico di mille 634 cancellazioni, con una proiezione su base annua che supera le 3 mila corse cancellate, un successone. Non va meglio alla linea cumana che nei primi 5 mesi del 2019 ha maturato ritardi per 367,851, con una media record di 9,68 minuti, il doppio rispetto al 2018, quando la media ritardi era di 4,87 minuti per un totale di 189.103. Tanto premesso, interrogo il Presidente della Regione Campania, onorevole Vincenzo De Luca, per sapere: quali sono le contestazioni sollevate dalla Regione Campania presso il concessionario EAV circa la carenza di servizi offerti e le penali applicate, tenuto conto delle gravissime inadempienze dell’EAV circa il numero di corse soppresse e dei ritardi accumulati e dei minori chilometri prodotti negli anni: 2016, 2017, 2018 e primo semestre 2019; se non si ritiene procedere all’indennizzo totale del costo del biglietto a favore dei pendolari e dei turisti vittime di continue e costanti disservizi da parte del concessionario. Quali provvedimenti s’intendono adottare nei confronti di un management rivelatosi assolutamente non all’altezza di affrontare e gestire un settore vitale per la nostra comunità. Grazie.
La società regionale Ente Autonomo Volturno, così come correttamente ricostruita dal Consigliere interrogante, nel corso dell’anno 2016 e già a far data dal 2013, ha svolto i servizi ferroviari in carenza di contratto di servizio, per effetto di provvedimenti unilaterali imposti dall’Amministrazione regionale, secondo il disposto dell’articolo 5 paragrafo 5 del Regolamento dell’Unione Europea 1370 del 2007. In ottemperanza alle previsioni della delibera di Giunta 489/2017 che rinviando al Regolamento dell’Unione Europea fornisce, tra l’altro, l’indirizzo di garantire la continuità dei servizi di trasporto pubblico locale su ferro non interrompibili mediante provvedimenti di emergenza, a far data dall’anno 2017 è vigente tra la Regione e l’EAV contratto di servizio. A tal proposito la direzione generale sottolinea che in materia di trasporto pubblico locale, in particolare per i servizi svolti per effetto di atti emergenziali emessi ai sensi del richiamato articolo 5 paragrafo 5, quali appunto quelli adottati in periodo interessato dallo svolgimento dell’attività di risanamento societario, ex articolo 16 del decreto legge 83/2012 e l’articolo 11 del decreto legge 193 del 2016, siano provvedimenti unilaterali dell’Amministrazione o atti contrattuali, vige il principio per il quale le compensazioni erogate devono limitarsi all’effetto finanziario netto dell’obbligo di servizio pubblico calcolato come differenza tra costi e ricavi delle operazioni di servizio pubblico meno i ricavi potenziali prodotti dagli effetti di rete più un ragionevole utile. Relativamente all’anno 2016, in carenza di previsioni contrattuali in materia di penali, EAV, a fronte di anticipazioni mensili, ha prodotto una rendicontazione dei servizi ferroviari svolti redatta sulla base del modello predisposto dalla società di revisione che ha determinato l’erogazione delle compensazioni previste dalla normativa richiamata che sono quindi avvenute nei limiti degli stanziamenti di Bilancio. Per quanto concerne gli anni 2017 e 2018 per i quali sussisteva il contratto di servizio, assumono rilievo le previsioni contrattuali di cui agli articoli 10 “interruzione di servizio”, articolo 16 “sistema di penalità e sistema di riduzione o mitigazione delle medesime”, articolo 8 “variazione del corrispettivo e rimodulazione del piano economico finanziario”. In particolare riguardo all’anno 2017 risultano formalizzati e dunque non erogati ad EAV i seguenti importi: euro 816074 a titolo di penali ai sensi dell’articolo richiamato, 16, euro 3385553 a titolo di riduzione del corrispettivo ex articolo 10. È ancora in itinere invece l’attività di raffronto tra piano economico-finanziario e conto economico, ai sensi dell’articolo 8. Circa l’anno 2018 le attività da svolgere ai sensi dei richiamati articoli sono in itinere. Per l’anno 2019 dette attività contrattualmente previste saranno attuate a scadenza dell’esercizio annuale. Per quanto concerne il ristoro a favore degli utenti vittime dei disservizi, la Direzione Generale per la mobilità richiama la normativa vigente, e in particolare le previsioni del decreto legislativo n. 70/2014, che disciplina le sanzioni per le violazioni delle disposizioni del regolamento europeo n. 1371/2007, relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario, che anche EAV è obbligata a rispettare in qualità di impresa ferroviaria. Per quanto attiene alle problematiche generali sollevate dall’interrogante, vanno sottolineati gli sforzi posti in essere dall’Amministrazione e dalla stessa società regionale per contenere e superare le maggiori problematiche che costituiscono le reali cause delle criticità evidenziate, ossia le carenze del parco rotabile e quelle del personale in servizio. Sotto il profilo inerente alle carenze del parco rotabile, la Direzione Generale segnala gli interventi in via di conclusione: acquisto di nuovi treni per le linee MetroCampania NordEst, acquisto di dodici treni per SEPSA Cumana e Circumflegrea, già in circolazione, procedura aperta per accordo quadro in corso da parte di EAV del valore di 314 milioni di euro per la fornitura di quaranta treni, comprensiva del servizio di manutenzione quinquennale destinati alle linee circumvesuviane. Per quanto attiene alle carenze del personale in servizio, la Direzione Generale richiama le procedure attuate dall’EAV per l’assunzione di 350 dipendenti di vari profili professionali; in particolare la società ha comunicato che entro luglio 2019 si completeranno le selezioni per il profilo tecnico e amministrativo dei trenta laureati ed entro ottobre 2019 termineranno la selezione di tutti gli altri profili. È ragionevole ritenere che gli interventi e le misure previste alla loro completa attuazione consentiranno un recupero di efficienza e il superamento delle criticità evidenziate.
Grazie Presidente. Quindi mi sembra di capire che nel 2016 non sono state applicate le penali. Ho ascoltato delle cifre, che ora non ricordo, in cui magari quelle risorse sono a sufficienza per indennizzare i pendolari, che hanno avuto il disagio più grande. Secondo il contratto di servizio, quelle risorse dovrebbero essere indennizzate ai viaggiatori. Con il prossimo collegato alla finanziaria mi farò promotore di un emendamento in modo che tutte queste risorse integralmente vadano ai viaggiatori, che sono purtroppo vittime di un management che non è adeguato e all’altezza. Per il resto, ormai sono passati quattro anni e mezzo e sento ancora parlare al futuro. Purtroppo a breve la legislatura finirà. Grazie.