Dichiaro aperta la seduta di Question Time del 22 febbraio 2023.
Ricordo che le interrogazioni iscritte all'ordine del giorno dell'odierna seduta verranno discusse per omogeneità di materia e che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti.
Comunico che la Giunta regionale, con nota pervenuta in data 20 febbraio, ha chiesto il rinvio della discussione dell'interrogazione Reg. Gen. 217 a firma del Consigliere Tommaso Pellegrino per approfondimenti istruttori.
Con nota pervenuta in data odierna, il Consigliere Pasquale Di Fenza ha comunicato che per sopraggiunti ed improrogabili impegni personali, non potrà partecipare all'odierna seduta di Question Time, pertanto, l'interrogazione a sua firma, Reg. Gen. 213, non potrà essere discussa.
Grazie Presidente. È un tema che mi sta molto a cuore, rispetto al quale avevo già presentato un'interrogazione purtroppo rimasta inesitata, quindi, mi auguro di poter avere una risposta perché è un tema che riguarda le persone con disabilità, in particolare, il trasporto per le persone disabili che fanno riabilitazione e terapia verso i Centri diurni o le strutture riabilitative, è un servizio sociosanitario che è previsto dalle linee di indirizzo sull'assistenza residenziale, semiresidenziale per anziani, disabili e cittadini affetti da demenza ai sensi della Legge regionale n. 8 del 2003.
Capite che si tratta di persone che difficilmente possono accedere a mezzi pubblici di trasporto e per i quali il trasporto presso la struttura che eroga la prestazione riabilitativa diventa essenziale allo svolgimento della prestazione stessa.
Ho ricevuto tantissime segnalazioni perché questo servizio che precedentemente era reso proprio dai centri di riabilitazione era un elemento della convenzione, è stato interrotto durante l'emergenza pandemica per questioni di sicurezza, perché il mezzo di trasporto poteva essere un luogo di contagio, ma quello che è grave è che non è più stato ripristinato, c'è stata una revisione a rialzo delle tariffe, ma nelle nuove convenzioni questo servizio non è più menzionato.
Ritengo che il riconoscimento del servizio di mobilità per le persone con disabilità sia un servizio irrinunciabile, è da considerarsi, ad ogni effetto, un servizio pubblico e per questo non può essere sospeso.
Per questa ragione, chiedo di sapere con quali modalità si intende garantire il servizio di trasporto delle persone diversamente abili dal proprio domicilio verso i centri diurni o le strutture riabilitative laddove il centro sia ubicato in un Comune diverso da quello di residenza del disabile. Grazie.
Grazie Presidente. Per quanto riguarda le prestazioni semiresidenziali erogate dai centri diurni, la delibera attuativa 2006 del 2004 "Linee di indirizzo sull'assistenza residenziale, semiresidenziale per anziani, disabili e cittadini affetti da demenza, ai sensi della Legge Regionale n. 8 del 2003" richiama, tra le prestazioni da erogare, l'accompagnamento e il supporto a terapie sanitarie e riabilitative, paragrafo 5, lettera d), seconda parte dell'allegato alla stessa delibera. Pertanto, ai fini della programmazione del trasporto da e per il domicilio del paziente, esclusivamente per garantire il diritto del cittadino di fruire le prestazioni sociosanitarie, quest'attività deve essere un'attività pianificata già in sede di valutazione multidimensionale preventiva all'accesso e a tale tipologia di prestazione, definendo anche quest'aspetto nell'ambito del Piano di assistenza individualizzato. A monte si pianifica.
Altro è il servizio di mobilità sociale, trasporto sociale, ricompreso nel catalogo delle prestazioni sociali previste dal Regolamento di attuazione della Legge Regionale 11 del 2007, approvato con delibera di Giunta 107 del 2004 che nella sezione B, Servizi Territoriali e Domiciliari, indica tra i servizi anche il trasporto sociale come servizio finalizzato a garantire alle persone con ridotta mobilità la possibilità di muoversi sul territorio e può essere sia collettivo sia individuale, a seconda delle esigenze e della destinazione. Tra le prestazioni previste riporta anche l'accesso alle strutture socioassistenziali, sociosanitarie e sanitarie.
Pur rifacendosi al principio stabilito dalla legge 104 del 1991, articoli 26 e 38, nonché alla legge n. 328 del 2000, articolo 6, che individuano nei Comuni i soggetti che debbano garantire i servizi di trasporto per le persone diversamente abili presso i centri di riabilitazione, non vi è alcuna normativa che, di fatto, obblighi i Comuni a garantire questo servizio anche presso le strutture site fuori dal territorio di propria competenza.
Alla luce della problematica sollevata dall'interrogante, al fine di consentire il superamento delle criticità segnalate dall'interrogazione, la Direzione Sanità resta a disposizione per ogni eventuale approfondimento teso a valutare la questione e individuare di concerto, con gli Uffici competenti e ogni altro ente coinvolto, soluzioni tecniche idonee.
Secondo me, dovremmo trovare un passaggio normativo in Consiglio e possiamo sanare il percorso.
Presidente, l'Assessore ha inquadrato benissimo la questione perché i Comuni non trasportano oltre i propri confini, quindi, anche volendo coinvolgere i Comuni, non saremmo in grado di risolvere la problematica perché il problema principale riguarda chi si deve spostare a una certa distanza dalla propria residenza, quindi la soluzione è tornare allo status quo ante, prima della pandemia, in cui erano i centri a dover fornire questo servizio, come da previsione convenzionale.
Poiché, caro Assessore, è da tempo che pongo questa questione, è irrisolta e, ad oggi, queste persone continuano a vivere questa difficoltà, accolgo favorevolmente la disponibilità a immaginare una soluzione. Non so se sia necessaria perché prima lo si faceva, ma sono state modificate le convenzioni. Con ogni probabilità, potrebbe bastare anche una delibera di Giunta.
Prendo atto di questa disponibilità e contatterò immediatamente, anche per il suo tramite, la struttura competente perché una soluzione deve essere assolutamente trovata, anche in tempi brevi. Grazie.
La ringrazio, Presidente.
L'Azienda Ospedaliera dei Colli è una struttura sanitaria pubblica di alta specializzazione, costituita il primo gennaio 2011 e che comprende gli ospedali Monaldi, ad indirizzo prevalentemente pneumo-cardiovascolare, il Cotugno, ad indirizzo infettivologico ed epatologico e il CTO, ad indirizzo ortopedico-riabilitativo;
presso il presidio ospedaliero del Monaldi, risulta attivo l'unico Centro Trapianti del Mezzogiorno peninsulare;
ai sensi dell'accordo Stato-Regioni del 24.01.20218 la Giunta Regionale con deliberazione n. 95 del 13/03/2019 provvedeva al rinnovo dell'autorizzazione al programma regionale trapianti di cuore adulti e pediatrico alla summenzionata Azienda Ospedaliera dei Colli.
Considerato che
la citata autorizzazione veniva rinnovata sulla base di: a) nota prot. 332 del 07/03/2019 del Centro Regionale Trapianti, nella quale veniva espresso parere favorevole al rinnovo dell'autorizzazione del programma trapianti cuore dell'A.O. dei Colli; b) relazione trasmessa dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) con nota prot. n.337/2019, nella quale si ribadiva che al termine dei lavori riguardanti il reparto operatorio, si sarebbe dato avvio alle attività di trapianto essendo tutti gli altri requisiti già accertati con esito positivo a seguito di verifica del 7/08/2018; c) comunicazione del Commissario Straordinario dell'A.O. dei Colli, nota prot. n.4973/2019, con la quale si garantiva l'attività di trapianto cardiaco dei percorsi pediatrico/adolescente grazie alla disponibilità della sala operatoria (oggetto della valutazione del CNT) nelle more della realizzazione del reparto interamente dedicato all'attività trapiantologica; d) parere favorevole sull'organizzazione del programma trapianto pediatrico, trasmesso dal Centro Nazionale Trapianti con nota prot. n. 338 del 19.02.2019;
l'Azienda Ospedaliera dei Colli, con nota prot. n. 9761 del 31.03.2021 trasmetteva alla Giunta regionale gli atti relativi al "Progetto Trapianti";
la Giunta regionale, a seguito del favorevole esame della progettualità, disponeva, nell'ambito del riparto del finanziamento della spesa sanitaria regionale, di cui alla deliberazione n. 336 del 27.07.2021, un apposito finanziamento nel capitolo di spesa dedicato all'attività trapianti;
la realizzazione del reparto trapianti ha richiesto un investimento da parte della Regione di 3.400.000 euro di cui già liquidato a titolo di acconto l'importo di euro 1.020.000,00;
nel decreto dirigenziale di liquidazione dell'acconto, veniva precisato che qualsiasi variazione al crono-programma e/o al progetto dovrà essere approvata dalla Direzione Generale per la Tutela della Salute.
Dato Atto che a tutt'oggi il reparto trapianti risulta in via di realizzazione nonostante la carenza della prevista autorizzazione sanitaria, perché c'è stato un accesso civico agli atti e il Comune di Napoli ha rappresentato che per quanto di competenza del Comune, agli uffici non risultava documentazione inerente il Centro trapianti di cuore operante presso l'Ospedale Monaldi.
Evidenziato che
la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera Dei Colli ha provveduto ad istituire il Centro Unico Trapianti di cuore prevedendo un'organizzazione del modello per processi, validato da CNT e CRT con il verbale del 15.06.2021;
con successiva deliberazione aziendale del 15.12.2021 veniva rettificato il modello e venivano modificati gli aspetti logistici destinati alle attività di cura intensiva dell'utenza pediatrica/adolescente previsti dal PDTA vigente e anche pubblicato;
in particolare, con la citata deliberazione veniva disposto che nella fase post-intervento chirurgico, i bambini sono trasferiti nella terapia intensiva post-operatoria della UOSD Terapia intensiva pediatrica ad indirizzo cardiochirurgico.
Il reparto di terapia intensiva pediatrica ad indirizzo cardiochirurgico dell'Ospedale Monaldi si trova nell'ala opposta rispetto alla sala operatoria prevista dalla DGR n. 95/2019, che è stata anche oggetto della valutazione del CNT;
le associazioni di tutela hanno immediatamente segnalato l'assenza di percorsi protetti per il trasferimento di soggetti fragili nell'immediato post trapianto, che sarebbero costretti a percorrere i normali corridoi ospedalieri frequentati da tutto il resto dell'utenza e dal personale ospedaliero.
Atteso che
i luoghi di ricovero post-trapianto dovrebbero essere, e lo definisce la legge che prevede i requisiti minimi strutturali, adiacenti alle sale operatorie e muniti di "camere d'isolamento a letto singolo" o di un apposito "ambiente dedicato, a contaminazione controllata";
nessun adeguamento strutturale è stato realizzato (né autorizzato dagli enti preposti), tutto ciò in difformità dalla legge che prevede i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi delle strutture sanitarie per lo svolgimento dell'attività di trapianto di organi solidi da donatore cadavere.
Rilevato che nella seduta del Consiglio Regionale dell'8/04/2022, in risposta ad un'interrogazione, precisamente la Reg. Gen. n. 141, relativa all'argomento, confermava che "In merito ai tempi per l'autorizzazione regionale scaduta ad aprile 2021, l'Azienda Ospedaliera dei Colli ha comunicato di aver provveduto a presentare istanza per il rinnovo dell'autorizzazione al Centro Regionale Trapianti e alla Regione con nota prot. n. 36747/2021", mancando, però, di dare certezze circa il rilascio dell'autorizzazione medesima.
Precisato che
alla data odierna l'attività di trapianto di cuore presso l'ospedale Monaldi continua a essere svolta nelle modalità descritte e comunque in carenza del rinnovo dell'atto autorizzativo regionale, ai sensi dell'art. 16 della L. n. 91 del 1999.
Si interroga il Presidente della Giunta o chi da esso delegato per sapere se allo stato si è provveduto al rinnovo dell'autorizzazione al programma regionale Trapianti di Cuore adulti e pediatrico dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, la cui autorizzazione è scaduta nel 2021 e se per il suo funzionamento sono rispettati gli standard minimi logistici ed organizzativi dettati dalla Conferenza Stato Regioni del 24.01.2018 , in caso affermativo, ci chiediamo perché non renderli pubblici e condividerli per la sicurezza e la tranquillità anche dei piccoli pazienti. Grazie.
La Consigliera è stata molto puntuale sulla sua dichiarazione. Dobbiamo verificare se si è pervenuto al rinnovo dell'autorizzazione che è scaduta ad aprile 2021 e se per il suo funzionamento sono rispettati gli standard minimi logistici e organizzativi dettati dalla Conferenza Stato Regione del 2018 e la pubblicità degli stessi.
In merito alle problematiche poste dall'interrogazione, la Direzione Generale Ospedale dei Colli, per il tramite della Direzione Generale Tutela della Salute e della Sanità della Regione, ha risposto: "Il programma regionale Trapianti di cuore adulti e pediatrico è autorizzato dalla Giunta Regionale con delibera n. 95 del 13 marzo 2019 in quanto soddisfa i requisiti stabiliti dalla Conferenza Stato Regione del 24 gennaio 2018, che, nel richiamare l'articolo 16 della legge n. 91 del 1999, precisa che le strutture per i trapianti sono sottoposte ogni due anni alla verifica della qualità e dei risultati delle attività e possono incorrere nella revoca dell'idoneità qualora svolgano, nell'arco del biennio, meno del 50 per cento dell'attività minima prevista dagli standard stabiliti dalla citata Conferenza.
Ogni due anni l'Azienda dei Colli trasmette al Centro regionale Trapianti i dati necessari alle verifiche previste dal citato articolo 16 della legge n. 91 del 1999.
L'ultima comunicazione, con nota protocollo 1580 del 14 gennaio 2022, è riferita ai dati dell'attività 2020 - 2021 che testimoniano un'attività regolare del centro con un buon trend numerico, tenuto conto altresì delle difficoltà legate alla pandemia da Sars Cov 19.
Alla luce di quanto sopra, il Centro trapianti di cuore presso l'Azienda Ospedaliera dei Colli è autorizzato con delibera della Giunta Regionale n. 95 del 2019, l'autorizzazione non è mai stata revocata, avendo il Centro raggiunto lo standard di attività prevista dalla Conferenza Stato Regioni del 2018 e dall'articolo 16 della legge citata.
In ordine ai dati di attività, pertanto, per il 2020 il numero di trapianti effettuato è stato 23, gli impianti di assistenza ventricolare 8 e così per un totale annuo di 31 interventi.
Per quanto concerne il 2021, il numero di trapianti effettuati è stato 19, gli impianti di assistenza ventricolare sono 22 e così per un totale annuo di 41 interventi, nel rispetto dei dati della Conferenza.
La ringrazio, Assessore. Sulla bontà dell'attività non avevamo nessun dubbio, i dati erano noti perché sono pubblici e sappiamo quanto il Centro Trapianti lavori. Non mi reputo soddisfatta solo sul quesito se, effettivamente, i requisiti minimi strutturali e di percorsi siano rispettati. Assessore, non basta chiedere alla Direzione Generale, non basta rivolgere la parola e dire che la Direzione Generale controlla ogni due anni.
La domanda è: sono soddisfatti i requisiti minimi strutturali che hanno concesso anche il finanziamento e l'investimento economico da parte della Regione al Centro Trapianti, che, nonostante i disagi e le difficoltà, produce (e i numeri li ha appena elencati lei)? Ci sono i requisiti?
Un bambino che viene trapiantato e deve essere trasportato in una terapia intensiva che si trova esattamente all'opposto della palazzina in cui è trapiantato, dovendo attraversare i corridoi comuni a tutti gli altri utenti sanitari, ho qualche dubbio che ci siano i requisiti minimi. Grazie.
Grazie Presidente.
Premesso che:
a) con DGRC n. 131 del 31/03/2021 la Regione Campania deliberava in materia di PDTA per la presa in carico globale e integrata dei soggetti con disturbo dello spettro autistico in età evolutiva stabilendo, tra l'altro, per la metodica ABA uno standard di ore di assistenza legata all'età del minore;
b) questa condizione standardizzata non è puntualmente applicabile in ogni caso per la enorme variabilità dell'espressione clinica della sindrome dello spettro autistico, generando numerose conflittualità tra specialisti, neuropsichiatri e genitori/associazioni di famiglie;
c) recentemente molte di queste conflittualità sono esitate in ricorsi al Tar per la sospensiva della progettualità individuale redatta dai neuropsichiatri infantili in aderenza alla DGRC n. 131/2021;
d) il Tar ripetutamente sta accogliendo tali richieste, riformulando addirittura in plus il programma terapeutico prescritto dal neuropsichiatra (oltre le 15 ore);
e) a tutt'oggi, così come era previsto, nessun documento attuativo del DGRC n. 131/2021 è stato redatto dagli uffici competenti, lasciando i professionisti e le famiglie in un vuoto normativo che acuisce le già enormi difficoltà di cura per questi pazienti.
Chiede
se e quando la Regione Campania, attraverso il dott. Pietro Buono, dirigente di Staff, intenda fare chiarezza con i documenti necessari anche per rispondere alle decisioni del Tar che, in difetto di atti programmatori e classificatori, ha di fatto commissariato la Sanità campana sul delicato tema dei soggetti autistici;
provveda a rivedere i contenuti della DGRRC n. 131/2021 per superare le criticità applicative subito emerse nel 2021 e mai più discusse né affrontate;
se e quando si attiverà per una graduale fase di transizione verso l'età adulta, individuando e fornendo risorse professionali specialistiche ai Dipartimenti di Salute Mentale per la presa in carico del soggetto adulto. Grazie.
Grazie Presidente. Sono tre quesiti, di cui uno riguarda direttamente un dirigente regionale.
In merito alle problematiche poste dall'interrogazione, la Direzione Generale per la Tutela della Salute ha rappresentato che la proposta operativa da cui è scaturita la delibera di Giunta n. 131 del 2021 e il relativo PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) è stata redatta dal Gruppo di lavoro per i disturbi dello spettro autistico, composti dai referenti tecnici individuati dai singoli direttori generali delle Asl, giusta nota protocollo 2361 del 4 ottobre 2019 del Presidente della Giunta regionale della Campania e dalla UOD della Direzione Generale Politiche Sociali e Direzione Generale Tutela della Salute competente, nel periodo incluso tra il 2019 e il 2021. La delibera di Giunta 131 del 2021 ha definito il percorso assistenziale abilitativo regionale ed univoco per la presa in carico dei bambini con disturbi dello spetto autistico, chiamando le aziende sanitarie a strutturare al loro interno equipe multidisciplinari in grado di garantire, ad ogni bambino della nostra Regione, una presa in carico appropriata. Tale percorso diagnostico terapeutico assistenziale è supportato sulle evidenze scientifiche, così come riportato nei riferimenti bibliografici contenuti nel PDTA stesso e che rappresentano, ad oggi, gli unici documenti scientifici validati per il ricorso alle terapie abilitative, tra cui, ABA, nonostante spesso sembrano ignorati dai tribunali amministrativi. Dunque, l'erogazione dei trattamenti ABA ed i relativi programmi di intervento devono rispondere ai requisiti identificati dalla Comunità Scientifica Internazionale come basati sull'evidenza, evidence based, su valori condivisi, valeu based, e sulla buona pratica e sulla compliance da parte dell'utente. Non esistono interventi che vadano bene per tutti i bambini autistici o per tutte le età, motivo per cui il PDTA definisce e stabilisce interventi più appropriati possibili.
È da sottolineare che è presente un'ampia variabilità, a livello individuale, negli esiti ottenuti dai trattamenti intensivi comportamentali, tra i quali quelli con le seguenti metodologie: l'OAS Model, l'SDM, il PRT, il DIR. È, quindi, necessario che venga effettuata una valutazione clinica, caso per caso specifico, per monitorare nel singolo soggetto l'efficacia dell'intervento, cioè se e quando questo produca i risultati attesi.
I nuclei di neuropsichiatria infantile attivano il PAI (Piano Assistenziale Individualizzato) e il PRI (Piano Riabilitativo Individuale), gli interventi hanno la finalità di fornire strumenti sia al soggetto con autismo che alla sua famiglia, alla scuola e alla comunità, affinché il percorso di adattamento e di inclusione sia bilaterale e preveda un'ampia integrazione con la componente sociale. L'emanazione di un PDTA regionale prevede, come unico atto consequenziale, la diffusione a livello aziendale, essendo già integralmente definito in esso tutto il percorso.
Il percorso della delibera 131 del 2001 è sempre stato attenzionato oltre che dalla competente direzione Salute, anche direttamente dal Presidente della Giunta che ha emanato precise e vincolanti indicazioni per tutti i direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali della Campania, al fine di assicurare la continuità delle erogazioni in favore dei cittadini interessati, dando piena operatività ai nuclei operativi territoriali per i disturbi del neuro-sviluppo e neuropsichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza, garantendone la predisposizione di progetti assistenziali e individuali. La direzione Salute, nell'ambito delle attività di monitoraggio dell'implementazione della richiamata delibera 131 del 2021, ha terminato un'attività di mappatura di tutti i servizi assistenziali di diagnosi e cura operanti nelle singole aziende sanitarie ed ospedaliere da cui risulta che in tutte le aziende sono stati costituiti o già implementati i nuclei di neuropsichiatria infantile.
La direzione generale ha avviato un capillare processo di monitoraggio della piena applicazione del PDTA in tutte le aziende, con nota 98830 del 2022 dal quale è emerso che tutte le aziende sanitarie hanno attivato il potenziamento dei servizi di neuropsichiatria, attraverso il reclutamento di risorse umane e, in alcuni casi, individuando budget dedicati.
Con decreto del Presidente della Giunta 134 del 2022 è stato istituito il tavolo tecnico regionale per la Salute mentale che prevede la componente sociale e la componente sanitaria, al fine di supportare, sul Piano tecnico specialistico, le politiche regionali di sistema per i disturbi di salute mentale, ad esso compete l'implementazione degli obiettivi di uniformità ed equità, siano essi clinici o organizzativi, inclusi quelli relativi ai percorsi sociali previsti dalla più volte richiamata delibera 131 del 2021 e quelli del tavolo tecnico istituito con decreto dirigenziale 392 del 2021 per la stesura del PDTA per la presa in carico dei soggetti con disturbi del neuro-sviluppo in età adulta. È un problema comunque monitorato e attenzionato.
Premesso che ho presentato quest'interrogazione a risposta scritta otto mesi fa, non ho mai avuto risposta e l'ho ripresentata; premesso che a lei, caro Assessore, per quanto mi riguarda, le va fatta una menzione al merito perché è l'unico Assessore che puntualmente si presenta, anche se per deleghe altrui, ma le fanno lo schemino e la risposta, pertanto si adatta a leggere lo schema e la risposta che le hanno assegnato; avremmo preferito, con tutto il rispetto per il lavoro che fa e per la presenza che assicura ogni volta, avere a che fare con gli interlocutori del campo perché quanto scritto là dentro è mera fantasia. Se, poi, lei (o chi per lei) va a verificare che cosa accade sui territori con questi bambini o con quelli che hanno raggiunto l'età evolutiva dei 18 anni e vede la disperazione dei genitori nel confrontarsi, anche rispetto alla 131, con un'impossibilità di avere risposte precise, a testimonianza di tutto questo entra in campo il TAR, che, rispetto alle quindici ore di terapia previste per certe fasce di età, addirittura le aumenta, quando i neuropsichiatri hanno dovuto fare già una lotta continua con i genitori e si vedono poi accreditati, anche rispetto alle risposte che davano per quanto previsto dalla 131, che il TAR tranquillamente dice "Aumentate il numero delle ore" e così vengono aumentate; in tutto questo, alla Direzione Generale della Salute e a chi ne è responsabile dovevo fare una domanda molto semplice: ma voi veramente pensate che quanto è scritto là dentro, questi decreti attuativi di una legge prevista, i controlli di quanto succede sul territorio e quando il TAR chiede rispetto alle cose, questo vuoto di risposte che le Associazioni dei genitori non hanno e che i bambini non riescono ad avere o del personale specialistico che dovrebbe andare a supportare i Dipartimento di salute, si sia verificato sui territori?
Io, sinceramente, avendo parlato con le persone disperate in questo modo, ho visione che questo non succede.
Caro Assessore, con tutto l'affetto, trasferisca questo messaggio: rispetto a quello che si scrive, la realtà sul territorio è tutta un'altra cosa! Se dobbiamo portare chi ha il problema insieme alle Associazioni, alla Direzione Generale della Salute o al Presidente De Luca, noi li portiamo e verremo a dimostrare che quanto è scritto là dentro non corrisponde assolutamente al vero. Grazie.
Buongiorno. Ringrazio per la parola. E' anche imbarazzante in questo momento toccare quest'argomento perché si toccano i sentimenti delle persone, il livello di civiltà della nostra Regione e il livello della sanità campana.
Nella notte del 15 settembre 2022 una donna di 53 anni, dopo aver perso i sensi, fu portata all'Ospedale San Giovanni Bosco. Sappiamo che la struttura durante il periodo più critico della pandemia è stata convertita in Covid Center e ha ripreso a funzionare solo ad aprile 2022. Il pronto soccorso di questo ospedale non è mai stato aperto. Questa donna è stata trasportata davanti all'ospedale ed è rimasta in macchina, non ha ricevuto assistenza. E' stata, poi, soccorsa da un'ambulanza, ma era troppo tardi e la signora è deceduta.
In una nota del 16/11/2022, qualche mese dopo il decesso della signora, il Direttore Sanitario del San Giovanni Bosco, Luigi Vittorioso, specifica: "Ciascun medico, per l'aspetto etico, giuridico e professionale, è tenuto a prestare soccorso ai pazienti in caso di necessità, rammentando ai suoi stessi medici, forse anche a se stesso, quali sono le norme deontologiche e legali che impongono di soccorrere una persona che si trova in pericolo di vita.
Rispetto a questa cosa, chiedo quali son le circostanze e le cause, se sono state accertate, per cui non si è applicato questo intervento nei confronti della signora che è morta e se si conoscono le responsabilità precise, a chi imputarle e se è stata aperta un'indagine sul caso in questione. Grazie.
La ringrazio, Presidente. Voglio solo fare una premessa. Vi pare che se noi, Regione Campania (parlo da medico, così ci capiamo), avessimo 15 mila unità in meno di personale e i soldi che non abbiamo perché usciamo dal Covid, che ha massacrato tutti, noi in particolare perché sapete che cosa abbiamo passato a causa della densità di popolazione, e, se guardiamo un attimo indietro, i dieci anni di commissariamento che hanno penalizzato questa Regione in maniera tristemente vergognosa, io non voglio aggiungere di più, ma voglio dire che tutte le risposte che diamo dovrebbero essere anche per voi motivo da integrare e non dà contro ribattere. Lo dico con la stima che ho per tutti i Consiglieri.
Sapete che sono una persona che qui si sente in casa, pertanto affronto i problemi, ma la sanità è una situazione veramente delicata. Secondo voi, il Presidente De Luca non avrebbe piacere di aprire cento pronto soccorsi, se avessimo i soldi e il personale? Non abbiamo i medici da mandare! Facciamo i concorsi e i medici non vengono, vogliono fare l'autonomia differenziata, ma perché? Perché vogliono aumentare gli stipendi al Nord e, quindi, quei pochi che abbiamo se ne vanno?
Ragioniamo tutti insieme e diamoci un messaggi univoco.
Detto questo, rispondo alla Consigliera Muscarà.
In merito alle problematiche poste dall'interrogazione, la Direzione Sanitaria del San Giovanni Bosco ha mandato questa risposta alla nostra Direzione Generale: "Il pronto soccorso del presidio ospedaliero San Giovanni Bosco, con disposizione aziendale, è chiuso dal mese di novembre 2020, da quando l'ospedale è stato convertito in Covid Hospital. Dal mese di giugno 2021 fino al 7 gennaio 2022 il presidio ospedaliero ha riattivato i posti letto delle unità operative di degenza per i ricoveri in elezione senza riattivazione del pronto soccorso, ma con apertura dal mese di ottobre 2021 nel pronto soccorso ostetrico.
Dal giorno 8 gennaio 2022, a causa dell'aumento dei casi Covid, il presidio ospedaliero San Giovanni Bosco è tornato a essere Covid Hospital fino all'inizio del mese di aprile 2022, con chiusura del pronto soccorso ostetrico. Dall'11 aprile 2022 ad oggi il presidio ospedaliero ha ripreso a garantire le attività di ricovero ordinario e la lista di attesa e, non potendo riaprire il pronto soccorso generale, ad accettare i pazienti provenienti dal presidio dell'Azienda Ospedaliera Caldarelli e dagli altri pronto soccorso ospedalieri dell'ASL Napoli 1 Centro solo per trasferimento secondario, nell'ottica di ridurre il sovraffollamento dei pronto soccorso suddetti.
Dal mese di aprile 2022 è stato riattivato il poliambulatorio e riaperto anche il pronto soccorso ostetrico.
Dall'11 aprile 2022 il pronto soccorso, unità operativa dell'ospedale dedicata ai casi di emergenza/urgenza, è ancora chiuso per carenza di medici di medicina e chirurgia di accettazione e urgenza, nonostante tutti gli sforzi, anche straordinari, messi in campo dalla Regione.
Per quanto concerne l'oggetto dell'odierno atto di sindacato ispettivo, la Direzione Sanitaria del presidio San Giovanni Bosco, al fine di fare chiarezza circa quanto accaduto nella notte del 15 settembre 2022, ha rappresentato di aver svolto un'ulteriore indagine interna, chiedendo al personale sanitario di turno dalle 20 alle 8 del mattino in pronto soccorso ostetrico e al personale di guardia giurata presente la dinamica dei fatti.
Secondo la Direzione, dalle notizie assunte e trasmesse dal personale sanitario di turno in pronto soccorso ostetrico e dalle guardie giurate presenti la notte del 15 settembre si evince che, come da dichiarazione delle guardie giurate presenti alle ore 20.50 circa del giorno 15 settembre del 2022, giungeva fuori all'ospedale un'auto con due persone a bordo che chiedevano di accedere al pronto soccorso. Le guardie comunicavano che il Pronto Soccorso generale è stato chiuso e di andare presso altro Ospedale cittadino con Pronto Soccorso aperto.
Le persone, informate che il Pronto Soccorso era chiuso, vanno via e dopo circa un'ora si ripresentano davanti all'Ospedale chiedendo di chiamare il 118 per l'invio di una ambulanza che, allertata, arriva entro pochi minuti e subito dopo arriva anche una volante della Polizia.
Il personale sanitario presente del Pronto Soccorso ostetrico del turno 20:00-08:00 del 15 notte riferisce che la donna, di cui fa riferimento nella nota in oggetto, non è mai arrivata nel Pronto Soccorso ostetrico, né sono stati allertati della presenza della signora fuori dall'Ospedale.
Grazie Assessore della risposta che comunque non sembra puntuale.
Che la crisi del Pronto Soccorso ci sia, è sotto gli occhi di tutti, purtroppo abbiamo fatto un'audizione, qualche giorno fa, proprio sui Pronto Soccorso, hanno partecipato una decina di sigle sindacali, però non c'era nessuno dall'altra parte che rispondesse, non c'erano dirigenti e non c'erano Assessori. I medici del Pronto Soccorso e gli infermieri del Pronto Soccorso hanno detto che nel giro di qualche mese i Pronto Soccorso chiuderanno perché loro non ce la fanno più.
Lei mi dice che non ci sono medici. Ho compreso che non ci sono medici sufficienti, però consideriamo che il vincolo che sappiamo, del numero chiuso a Medicina, che impedisce che ci siano medici sufficienti nelle Regioni, era un vincolo che bisognava probabilmente alleggerire già dieci anni fa, facendo una programmazione corretta, ma bisogna chiedere a chi dieci anni fa governava e ha governato e ha fatto finta che l'argomento non ci fosse o, probabilmente, questa carenza di medici è stata costruita ad hoc perché si arrivasse a quest'emergenza.
Lei mi dice che abbiamo soldi in meno, certo che abbiamo soldi in meno, ma ricordo quei 100 milioni di euro? In quei 100 milioni di euro che sono rimasti fermi in cassa dal 2022, ci sono anche i soldi per i 26 Pronto Soccorso e non sono stati utilizzati.
L'autonomia differenziata? Probabilmente l'abbiamo già fatta, perché il fatto di dare 100 euro l'ora in più solo ai medici del Pronto Soccorso. Il Pronto Soccorso non funziona, però pago di più il medico per convincerlo a stare in quell'inferno, l'inferno rimane tale, rimane tale per i pazienti, per gli infermieri, per chi fa le pulizie, per le guardie giurate, però ho cercato di tappare il buco, la falla con un dito. L'autonomia differenziata, che state criticando, la state già realizzando all'interno della stessa struttura, ai medici date 100 euro in più l'ora, agli altri no, il Pronto Soccorso rimane quell'inferno che conosciamo.
Ritengo che la risposta che ha dato il dirigente non sia soddisfacente, una persona disperata che viene trascinata in macchina e che viene lasciata in macchina non gli si può dire di andare in un altro Pronto Soccorso, il medico esce e si deve sincerare se quella signora si è soltanto rotta il polso, quindi, può andare in un altro Ospedale oppure è in pericolo di vita, per cui il medico, quello che ha fatto il giuramento di Ippocrate, esce dall'Ospedale e dà quel soccorso che è in grado di fare.
Non è una nota polemica, però questa cosa della Sanità, dell'Autonomia Differenziata viene cavalcata anche fuori luogo, vorrei ricordare che rispetto a questa morte c'è stato il silenzio assoluto, forse perché la signora era sola, abbandonata, in una situazione molto difficile. Sarebbe stato opportuno che il Presidente si fosse recato a questi funerali, avesse speso una parola, visto che in questo momento è così prodigo, ad esempio, di manifestazioni nelle quali va a inaugurare le cliniche private, che vengono chiamate Hospital, non sono Hospital, sono cliniche private.
Per evitare di trovarci di fronte a Pronto Soccorso privati, di qui a poco, dove non sarà solo una signora a rimanere fuori, ma rimarranno fuori anche quelli che non possono pagare, bisogna correre ai ripari e subito, senza andare a scavare nel passato, bisogna correre ai ripari, perché l'emergenza è dietro l'angolo. Grazie.
Grazie Presidente, grazie Assessore. Quando eravamo al Governo, nel 2020, abbiamo finalmente messo la parola fine ad una situazione di precarietà consumata nei pubblici uffici da oltre un ventennio, scrivendo e approvando una norma che ha dato alle Regioni a, ai Comuni e agli Enti Locali la possibilità di stabilizzare i Lavoratori Socialmente Utili già in dotazione, andando a superare dei limiti normativi esistenti fino a quel momento. L'abbiamo fatto stanziando anche delle risorse economiche che consentissero di avviare questa procedura, un incentivo.
La Regione Campania, anche su nostra spinta, nei mesi a seguire, ha avviato queste procedure, gran parte dei lavoratori sono stati stabilizzati, ovviamente con contratti dignitosi, però abbiamo 165 persone che inspiegabilmente sono state contrattualizzate, ma in una maniera precaria, perché queste persone sono state stabilizzate a 10 ore a settimana e percepiscono un reddito che non supera le 400 euro mensili.
È una situazione assurda, è difficile anche da spiegare all'esterno del Palazzo. La gente si immagina che chi è contrattualizzato in Regione sia un fortunato, sia una persona che ha una posizione di lavoro dignitosa rispetto anche a tante altre, oggi è difficile vivere, specialmente con quello che sta accadendo, insomma, con il costo della vita che è aumentato. Ebbene, lo scorso 22 dicembre presentai, in occasione della Legge di Bilancio, un emendamento per risolvere questa situazione. La Giunta mi chiese collaborazione, di trasformarlo in un impegno a fare, perché dovevano ricercare le risorse per integrare questi contratti e, in maniera molto collaborativa ho accettato, è stato approvato quest'ordine del giorno. Cosa strana, infatti abbiamo scritto anche al Presidente Oliviero, perché questo atto è stato intestato a un altro Gruppo politico, una cosa assurda, ho scritto anche a Oliviero su quest'aspetto, ma al di là di tutto, chiediamo di capire, a distanza di due mesi, come stanno le cose, quali sono gli atti che la Regione ha introdotto in questi giorni, se li ha introdotti, quali sono le modalità che intende perseguire per porre fine a una vergogna che si consuma nei pubblici uffici.
È impossibile, è inimmaginabile che una famiglia monoreddito possa vivere con 400 euro mensili, contrattualizzati con un Ente pubblico. Attenzione, parliamo della Regione Campania.
So che c'è tutta l'apertura del caso, però il tempo - come si dice a Napoli - è denaro, i problemi sono aumentati in questi mesi.
Chiedo di capire qual è lo stato dell'arte, quali le tempistiche e cosa si è fatto. Grazie.
Sull'argomento ci siamo stati meno di un mese fa, abbiamo fatto un'altra interrogazione il 25 gennaio.
Ci aggiorniamo ogni mese, è un problema che sta a cuore a tutti. Al di là delle valutazioni, in meno di un mese non è che ci possono essere progressi tali.
In merito alle problematiche poste dall'interrogazione, nel ribadire che la vicenda in questione è all'attenzione degli organi e di uffici competenti, al fine dell'individuazione, di concerto con gli uffici ministeriali un adeguato percorso risolutivo, si evidenzia che la direzione generale delle Risorse Umane, tenuto conto del breve tempo intercorso dallo svolgimento del Question Time del 25 gennaio ultimo scorso, dedicato allo stesso argomento, ha ribadito quanto già rappresentato in tale sede e che di seguito viene integralmente riportato.
L'articolo 1 della legge del 27 dicembre 2019 n. 160, cioè la Legge di Bilancio del 2020, ha disposto che le Amministrazioni pubbliche utilizzatrici dei lavoratori socialmente utili possono procedere all'assunzione a tempo indeterminato di questo personale, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, anche in deroga, per il solo anno 2020, in qualità di lavoratori sovra numerali alla dotazione organica, al Piano di fabbisogno del personale e dai vincoli assunzionali previsti dalla vigente normativa, sebbene limitatamente alle risorse previste dal comma 497.
Per il 2020 era possibile questo percorso. Adesso stiamo lavorando con il Ministero per capire come derogare, pertanto la Regione Campania, con delibera n. 55 del 28 gennaio 2020, ha formulato l'indirizzo di partecipare, ai sensi del combinato disposto di cui all'articolo 1, commi 495 e 497 della legge n. 160 del 2019, al procedimento diretto all'utilizzo delle risorse del fondo per l'occupazione, ex articolo 1, comma 1156, lettera G bis, della legge n. 296 del 2006 al fine della stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato con lavoratori socialmente utili, condizionando, tuttavia, l'attivazione dei processi di stabilizzazione alla verifica dell'entità delle risorse effettivamente e permanentemente assegnate, nonché all'istituzione di un ruolo speciale, statale, a esaurimento nel quale collocare i lavoratori socialmente utili e stabilizzati a totale carico del bilancio dello Stato, quindi ci rifacciamo a norme vecchie che prevedevano il fondo per gli LSU e ora stiamo lavorando con il Ministero per capire come integrare le norme vecchie e fare questo ruolo unico a esaurimento.
Conseguentemente, con delibera di Giunta n. 221 del 26 maggio 2021, la Giunta regionale ha stabilito, tra l'altro, la misura della prestazione lavorativa settimanale a tempo parziale consentita dal contributo statale e ha precisato che detta quantificazione sarà oggetto di variazione in caso di incremento delle risorse statali a tale scopo trasferite, ai sensi del comma 3 dell'articolo 8 del decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44.
Inoltre, con successiva delibera di Giunta n. 302 del 7 luglio 2021 si è formulato un ulteriore indirizzo in ordine alla conclusione della procedura di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili con le relative assunzioni a tempo parziale e indeterminato nella misura della prestazione lavorativa resa pari al 30 per cento, 10 ore e 48 minuti settimanali, con applicazione alle unità stabilizzate dei compensi accessori legati alla performance.
Ciò posto in merito alle problematiche posta dall'ultima interrogazione, la Direzione Generale per le risorse umane ha rappresentato che l'attuale stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili è conforme all'indirizzo formulato dalla Giunta con delibera n. 345 del 2021. Questo indirizzo, infatti, ha tenuto conto dell'insufficienza dei contributi statali trasferiti e dell'integrazione necessaria, con risorse proprie, a carico del bilancio regionale con conseguente assorbimento delle quote assunzionali basate sulla sostenibilità finanziaria ex articolo 33 del decreto legge 34/2019.
Assessore, la ringrazio, ma, con questo modo di fare, penso che passeranno non so quanti anni. Non so neanche se saremo ancora in quest'Aula a parlare di questa cosa. Innanzitutto, l'impegno è databile 22 dicembre, il momento in cui c'è stata quella votazione in Aula e non altri atti che azzerano il pregresso.
Lei mi dice che questa modalità è conforme alle norme, certamente, ma bisognerebbe capire quand'è stato quell'accordo chi ci ha messo la faccia. Pagare persone con 380,00 euro al mese in Regione Campania penso che sia scandaloso.
Io non penso che abbiamo tutto questo tempo davanti. Volevo sapere se fosse stato fatto qualcosa di concreto. Le chiacchiere possiamo raccontarle a chi sta bene, ma penso che una persona che guadagna 380,00 euro al mese abbia la testa che gli brucia perché guarda in faccia i figli e gli dice "Sono in Regione Campania, ho un contratto, ma questa è la busta paga, non posso consentirti nulla". Con 380,00 euro al mese metti in condizione una persona di fare altri lavori a nero.
Ci riempiamo la bocca dell'onestà degli inquadramenti, la lotta al nero, l'evasione, eccetera e poi in Regione Campania diciamo che quello che sta accadendo è conforme. Noi stiamo dicendo a queste persone che possono andare avanti perché la norma ci ha consentito di fare questo tipo di contratti; quindi, chissà quando il Governo centrale (questo Governo) ci dirà di sbloccare queste risorse. Non ci sono alternative.
Diciamo a queste persone che le abbiamo rese più precarie di prima perché prima guadagnavano di più. Questa è la realtà delle cose.
Mi sono scocciata di venire in quest'Aula a parlare di temi del lavoro e ascoltare queste chiacchiere inutili che prendono soltanto tempo.
Quando mi è stato richiesto di ritirare quell'emendamento e trasformarlo in un impegno, ho detto "Va bene, basta che ci sia l'impegno a fare", ma, a distanza di due mesi, Assessore, non abbiamo fatto niente.
Mettiamoci insieme, diteci come potervi aiutare. Non è una polemica contro chi so che ha dei problemi, ma, se sulle cose c'è la buona volontà di farle e ci fate capire che state facendo qualcosa nel concreto, è un altro discorso. Da quello che lei mi ha letto, non è stato fatto niente, due mesi persi! Che cosa gli diciamo a queste persone? Io non lo so! E' uno sfogo perché mi rendo conto che quello che facciamo qua è inutile. Da questa risposta m state dicendo che abbiamo preso un impegno in quest'Aula che non serve a niente perché il Governo centrale chissà quando ci risponderà.
C'è un'alternativa a questa situazione? Sì o no? Abbiamo altre risorse dalle quali si può attingere? Sì o no? I fondi europei possono servire? Vogliamo fare un tavolo tecnico con gli uffici e capire se possiamo muoverci diversamente? Altrimenti, con l'autonomia differenziata, con tutto quello che ci sta non risolveremo questa cosa, Assessore.
Grazie, Presidente.
La Giunta regionale nel dicembre 2021 disponeva il rinnovo della Gestione Commissariale del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno, del Consorzio di Bonifica delle Paludi di Napoli e Volla e del Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno;
con questa deliberazione, la Giunta regionale, oltre a rinnovare la gestione commissariale con affidamento dei poteri di cui all'art. 32, prevedeva altresì, l'ampliamento dei poteri commissariali, comprendo addirittura la potestà di gestione amministrativa anche straordinaria; avverso questo provvedimento veniva proposto da una serie di soggetti ricorso innanzi al Tar Campania, chiedendo l'annullamento di questa delibera perché in contrasto con la legge per una serie di motivi che erano lì specificamente dettagliati e che qui ci possiamo risparmiare. Nelle more della decisione da parte della Magistratura su questo provvedimento, il Presidente integrava i Commissari in una condizione di sospetto, rispetto alla normativa, anche con quello del Volturno, che veniva prima prorogato, poi ancora, per Napoli e Volla, venivano assegnati e anche in questo caso poteri straordinari.
Il Tar Campania, con sentenza di un paio di settimane fa, ha accolto i motivi e ha annullato la delibera in questione, unitamente al decreto del Presidente della Giunta, ritenendo illegittima l'attribuzione di compiti diversi e ulteriori al Commissario straordinario e ritenendo alla pari illegittimo attribuire al Presidente della Regione il potere di nominare ulteriori commissari una volta decorsi i termini di permanenza in carica dei precedenti.
Su questo tema avevo già presentato un'interrogazione qualche mese fa che riguardava la proroga ai Commissari effettuata senza controlli e l'invito alla verifica del modus operandi di costoro, in particolare con riferimento al Consorzio di Napoli e Vola, per il quale il Commissario straordinario era stato più volte prorogato senza aver assolto all'unico (come dice il TAR) compito, quello di riuscire a convocare le elezioni e farle svolgere per poter far entrare in carica gli unici soggetti che hanno diritto, ex lege, a governare i Consorzi.
Nella risposta in Aula veniva citata proprio questa delibera di Giunta annullata dal TAR che consentiva, secondo l'interpretazione che la giustizia amministrativa non condivide dei poteri attribuiti alla Giunta, e, quindi, sulla scorta di questo mi veniva detto che tutto era regolare e che, anzi, addirittura, che su quest'attività gestoria c'era un'autonomia dell'organismo stesso.
Poiché ora i commissari sono in scadenza e non vi è neppure notizia del fatto che sugli accertamenti che chiedevamo, di verifica sulla legittimità in generale del modus operandi, si è avuta contezza, vorrei interrogare il Presidente della Giunta per sapere se, alla luce di questa pronuncia, intendesse porre rimedio all'illegittimità perpetrata e si potesse procedere alla sostituzione dei soggetti perché fossero incaricati unicamente per quello che la legge attribuisce loro come compito.
La ringrazio, Presidente. Grazie, Consigliere Nappi, per l'interrogazione.
L'interrogante chiede di far luce sulle iniziative che la Presidenza intende assumere a fronte della sentenza n. 852 del 2023 del TAR Campania, che ha annullato, nei limiti di quanto in motivazione, la deliberazione di Giunta n. 585 e il decreto del Presidente n. 35.
È opportuno, innanzitutto, offrire una chiara e completa panoramica dei fatti che hanno condotto al pronunciamento dei giudici amministrativi.
Con la DGR n. 585 la Giunta Regionale ha rinnovato, prendendo atto del perdurante interesse pubblico alla ricostituzione degli organi consortili, il già disposto commissariamento dei consorzi di bonifica delle paludi di Napoli e Volla e del bacino inferiore del Volturno.
Alle gestioni commissariali è stato confermato, come previsto dall'articolo 32 della legge n. 4 del 2003, il compito di provvedere alla convocazione dell'Assemblea dei consorziati per l'elezione dei rispetti Consigli dei delegati al fine del ripristino dell'ordinaria gestione amministrativa, nonché di assicurare, nelle more della ricostituzione degli organi consortili, l'amministrazione ordinaria degli enti.
La Giunta, considerato che per pervenire correttamente all'indizione delle elezioni nei citati enti consortili sarebbe stato necessario svolgere attività ulteriori, esorbitanti quelle esplicitamente indicate dalla sopra citata legge, ha ritenuto di dover precisare che competevano alle citate gestioni commissariali anche poteri quali la corretta definizione del perimetro di contribuenza e la connessa predisposizione di un nuovo piano di classifica, l'aggiornamento della base catastale, gli interventi di qualunque genere finalizzati a preservare la pubblica incolumità e le proprietà pubbliche o private nei territori consortili, nonché quant'altro comunque necessario per la correttezza e l'economicità della gestione dei consorzi stessi.
La deliberazione, infine, ha altresì demandato al Presidente della Giunta Regionale, nel rispetto della normativa vigente, la nomina, con proprio decreto, dei soggetti incaricati a svolgere la funzione di commissario, pertanto, per quanto concerne il Consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno, il Presidente ha nominato con proprio decreto n. 35 Commissario straordinario l'avvocato Francesco Todisco, conferendogli le prerogative all'uopo individuate dalla Giunta.
Per quel che riguarda il Consorzio di Bonifica delle paludi Napoli e Volla, con decreto presidenziale è stato nominato Commissario straordinario il signor Antonio Pagano e di questa nomina, peraltro, abbiamo già parlato nella precedente interrogazione.
Occorre precisare che l'attribuzione di tali poteri straordinari in favore del Commissario straordinario del Consorzio del Volturno si era resa necessaria alla luce della variazione del perimetro consortile dell'ente che solo un anno fa (ribadisco solo un anno fa) il Consiglio, con propria presa d'atto, ha ritenuto di ampliare attraverso il trasferimento delle aree comprensoriali precedentemente appartenenti all'ex Consorzio Aurunco d Bonifica. Avverso la suddetta deliberazione di Giunta nonché il decreto di nomina del Commissario Todisco è stato proposto ricorso al TAR Campania che ha parzialmente accolto la domanda di annullamento, privando di efficacia, nei limiti di seguito descritti, gli atti impugnati. Il Collegio, invero, ha stigmatizzato la scelta di attribuire al Commissario straordinario del Consorzio compiti diversi e ulteriori rispetto a quelli individuati dall'articolo 32, in particolar modo per quanto concerne il potere di adottare il Piano di classifica consortile.
Nello specifico, il TAR ha ritenuto che, per la convocazione dell'Assemblea dei consorziati, sarebbe stato non già essenziale intervenire sul piano di classifica, che, a sensi dello Statuto, rientra tra le competenze esclusive del Consiglio dei Delegati, ma, al contrario, sufficiente il solo aggiornamento della base catastale consortile, idonea, di per sé, a determinare l'identità dei consorziati legittimati a prendere parte alle elezioni.
In aggiunta, il TAR ha dichiarato illegittima la DGR nella parte in cui attribuisce al Presidente il potere di nominare, anche in assenza di una previa deliberazione della Giunta regionale, ulteriori Commissari, una volta decorsi i termini di permanenza in carica dei precedenti.
A parere degli Uffici, il Collegio, nell'accogliere il ricorso, avrebbe erroneamente interpretato la reale portata della deliberazione di Giunta e, pertanto, sarebbe giunta a conclusioni eccepibili.
È il caso di precisare che, in assenza di un nuovo piano di classifica, non sarebbe stato possibile giungere alla corretta determinazione delle fasce di contribuenza e, conseguentemente, alla convocazione dell'Assemblea per l'elezione del Consiglio.
Sul punto, infatti, il TAR non avrebbe tenuto in considerazione il peculiare funzionamento delle elezioni degli organi dei consorzi di bonifica, ove, invero, non vige il principio "una testa, un voto, ma opera un sistema di voto ponderato, basato sulle fasce di contribuenza consortili, disciplinato, peraltro, analiticamente dall'articolo 22 della legge regionale 4/2003.
Non sarebbe stato, quindi, sufficiente l'aggiornamento della base catastale per individuare, come affermato in sentenza, l'elettorato attivo, posto che la corretta determinazione delle fasce di contribuenza non avrebbe potuto prescindere da una manutenzione del vigente piano di classifica. Per quanto concerne l'illegittimo conferimento al Presidente della Giunta Regionale di un potere di nomina autonomo, svincolato da una precedente deliberazione giuntale, vale la pena considerare quanto segue: la Giunta, nel precisare che al Presidente sarebbe spettato il compito di nominare i Commissari straordinari (al plurale, quindi), aveva inteso riferirsi alla necessità di provvedere alla nomina dei rappresentanti dei tre Consorzi coinvolti nella deliberazione e non già, come invece sostenuto dal TAR, di provvedere alla nomina, peraltro di propria iniziativa, di ulteriori Commissari, anche oltre il termine di 360 giorni, contemplato dalla legge regionale n. 4 del 2003, una volta scaduti i mandati inizialmente conferiti, pertanto, nel pieno e ossequioso rispetto del pronunciamento del Collegio giurisdizionale, la Giunta Regionale, nella consapevole necessità di far fronte a problemi del tutto peculiari e inediti, ha agito nel doveroso proposito di ripristinare l'ordinaria amministrazione degli enti consortili.
In ogni caso, alla luce del provvedimento giurisdizionale, la Giunta, fermo in ogni caso quanto ribadito poc'anzi, sarà chiamata a precisare e chiarire con propria deliberazione i confini dei poteri da attribuire ai Commissari straordinari per l'effetto e sopendo così ogni dubbio in ordine alla legittimità del loro conferimento e, in generale, del suo operato.
Per quanto concerne il commissariamento del Consorzio di Bonifica delle Paludi di Napoli e Volla, pur citato dal Consigliere con la propria interrogazione consiliare, è il caso di evidenziare la peculiare situazione nella quale versa la gestione dell'ente consortile, condannata da ormai tantissimi anni alla gestione commissariale.
Sul punto giova evidenziare il più importante ostacolo di ordine burocratico che finora le strutture commissariali che si sono avvicendate hanno incontrato nell'assolvere al proprio incarico di celebrare le elezioni consortili. La legge regionale n. 4 del 2003, infatti, stabilisce che le elezioni consortili debbano svolgersi a scrutinio segreto, contemporaneamente e separatamente, fascia per fascia, su presentazioni di liste concorrenti di candidati compresi nelle liste degli aventi diritto al voto la rispettiva fascia.
Le liste dei candidati sono presentate da un numero di consorziati non inferiore al 2 per cento degli aventi diritto al voto di fascia, esclusi i candidati, e hanno diritto al voto i membri dell'Assemblea in regola con l'obbligo di contribuzione imposto ai consorziati.
Considerato il territorio fortemente urbanizzato ricadente nell'area comprensoriale del Consorzio di bonifica delle paludi di Napoli e Volla, il predetto quorum previsto dalla legge sembra abbia rappresentato il principale impedimento alla celebrazione delle elezioni.
E' per questo, è auspicabile, faccio un vero appello a tutti i Consiglieri regionali affinché il Consiglio, nella pienezza dei propri poteri, valuti l'opportunità di semplificare la procedura di indizione delle elezioni consortili e così rendere più facile per gli enti soggetti a commissariamento il ripristino dell'ordinaria amministrazione del consorzio.
Sul punto è da evidenziare che ben tre proposte di legge, tra cui anche una di iniziativa della Giunta, afferenti alla materia della bonifica integrale, sono state depositate in seno al Consiglio Regionale e, peraltro, solo recentemente si è avviata la discussione all'interno delle Commissioni.
Nelle more di un eventuale intervento strutturale sulla legge, alla luce delle questioni poste con la presente interrogazione, potrebbe, per la verità, rivelarsi già sufficientemente efficace un mero intervento di manutenzione della normativa vigente in materia di bonifica integrale attraverso il quale ridefinire e, se ritenuto congruo dal Consiglio, allargare, seppure nel rispetto del ruolo svolto dagli organi rappresentativi, l'attuale portata dei poteri che devono competere ai Commissari straordinari e, insieme a questo, riformare altri aspetti della norma che richiederebbero allo stesso modo un intervento del Consiglio.
Per quanto attiene l'ultima richiesta di informazioni, relativa alla valutazione circa i soggetti che sono stati individuati dal Presidente, è chiaro che tutti gli elementi sono all'esame del Presidente e preventivamente degli Uffici e saranno fatte le opportune valutazioni nei tempi congrui. Grazie.
Noi avevamo posto da mesi il tema di queste vicende che non sono banali perché questi Consorzi gestiscono una cifra enorme, che forse sfugge al cittadino, e sono destinatari di risorse notevoli anche da parte del Governo Nazionale. Proseguire per tutti questi lunghi anni nel totale immobilismo è oggettivamente molto pericoloso, specie alla luce di quello che abbiamo visto e che l'interrogazione della volta scorsa poneva in evidenza, gestioni discutibili e contrasti notevoli. Francamente, ascoltare i motivi di appello al Consiglio di Stato ... ci ha fatto piacere sapere quello che il Consiglio di Stato dovrà valutare, ma la sede non è questa. La sede politica è quella di prendere atto che c'è una situazione incancrenita e che queste persone sono state nominate in modo, almeno allo stato, evidentemente illegittimo, hanno esercitato funzioni che allo stato sono illegittime e, soprattutto, non hanno fatto (e continuano a non fare) sulla scorta di discutibili, verificabili, ma allo stato inesistenti difficoltà, perché neanche documentate, la possibilità di fare l'unica cosa per la quale la legge prevedeva che dovessero stare lì: consentire il voto. Le difficoltà di voto in otto anni si potevano risolvere, sono commissariamenti che vanno avanti oggettivamente da una vita.
La questione è questa: ci fa piacere che si chieda l'intervento dei Consiglieri regionali e del Consiglio Regionale sulla materia e in questo ringrazio la sensibilità dell'Assessore. Non sono certo che appartenga anche alla gestione ordinaria di quest'Amministrazione regionale il coinvolgimento del Consiglio Regionale, ma quest'ultimo, quando è stato chiamato a dare un contributo, maggioranza o opposizione, non ha mai posto difficoltà. Quando il governo regionale ha voluto la speedy gonzales, approvare delle norme, l'ha fatto dalla sera alla mattina, sfruttando la sua larghissima maggioranza e, quando è servito, non ci siamo mai tirati indietro.
Nascondersi dietro il groviglio di leggi regionali complesse non serve a negare l'evidenza dei fatti.
L'evidenza dei fatti è che in questi consorzi accadono cose discutibili sulle quali dovete far luce perché interesse della politica è che sia la politica a risolvere le questioni, non demandarle ad altri organismi e soggetti e non dare ulteriori segnali negativi ai cittadini della Campania su come si amministra la cosa pubblica.
Mi auguro che non si debbano fare più interrogazioni e che, nell'inevitabilità della scadenza immediata di queste nomine, visto che ci avete preannunciato che non siete in grado di risolvere la questione in tempi brevi, ma basterebbe convocare un Consiglio la settimana prossima per risolverla, nominerete qualcuno che abbia la capacità, competenza e qualità, anche morale, di amministrare questo organismo unicamente per la funzione che gli spetta e, nel frattempo, evitare cose disinvolte che, poi, escono sui giornali e danno discredito alla Regione con il nostro personale dispiacere. Grazie.